Noland Arbaugh e il chip Neuralink: un passo verso il futuro o un rischio per la privacy?

Noland Arbaugh, primo paziente a ricevere il chip Neuralink nel gennaio 2024, condivide la sua esperienza tra successi e malfunzionamenti, mentre emergono preoccupazioni etiche sulla privacy e sicurezza dei dati.
Noland Arbaugh e il chip Neuralink: un passo verso il futuro o un rischio per la privacy? Noland Arbaugh e il chip Neuralink: un passo verso il futuro o un rischio per la privacy?
Noland Arbaugh e il chip Neuralink: un passo verso il futuro o un rischio per la privacy? - unita.tv

Il caso di Noland Arbaugh, il primo paziente a ricevere un chip Neuralink, rappresenta un importante passo avanti nella tecnologia medica, ma solleva anche interrogativi significativi riguardo alla privacy e ai rischi associati a tale innovazione. Arbaugh ha accettato di partecipare a uno studio di sei anni per testare il dispositivo, noto come Telepathy, che promette di trasformare la vita delle persone con paralisi. Tuttavia, la sua esperienza mette in luce non solo i potenziali benefici, ma anche le incertezze e le problematiche etiche legate a questa tecnologia.

L’esperienza di Noland Arbaugh con il chip Neuralink

Noland Arbaugh ha deciso di partecipare a questo progetto innovativo con la consapevolezza dei rischi. “Se il dispositivo avesse funzionato, sarebbe stata una grande opportunità; se fosse successo qualcosa di negativo, avrebbero comunque appreso dal mio caso”, ha dichiarato. Operato a gennaio 2024, Arbaugh ha vissuto un’esperienza che sembra uscita da un film di fantascienza. “Quando mi sono svegliato, non sapevo cosa aspettarmi. Riuscivo a controllare un computer con i pensieri”, ha raccontato alla BBC.

Il chip Neuralink, attraverso una Brain Computer Interface , traduce i segnali elettrici del cervello in comandi digitali. Arbaugh ha descritto come, grazie a questa tecnologia, sia riuscito a muovere un cursore su uno schermo, un cambiamento radicale rispetto alla sua vita precedente. “Sento di aver fatto di più nell’ultimo periodo di quanto non abbia fatto in tutti i trent’anni precedenti”, ha aggiunto in un’intervista a Fanpage.it. Tuttavia, il percorso non è stato privo di ostacoli. Dopo l’intervento, il dispositivo ha mostrato segni di malfunzionamento, con Arbaugh che ha perso velocità e precisione nel controllo del cursore.

I rischi e le incertezze legate al dispositivo

Neuralink ha iniziato a lavorare su Telepathy nel 2016, e le prime sperimentazioni umane sono state annunciate nel dicembre 2022. La lista d’attesa per i pazienti è stata aperta nel settembre 2023, e Arbaugh è stato il primo a ricevere il chip. Tuttavia, il suo impianto ha subito un malfunzionamento a poche settimane dall’operazione, con i fili che si sono ritratti, compromettendo le prestazioni del dispositivo. “Non sapevo cosa fosse successo, avevo paura che non funzionasse più”, ha confessato Arbaugh. Dopo un intervento correttivo, il team di Neuralink è riuscito a ripristinare gran parte delle funzionalità del chip, ma la preoccupazione per il deterioramento del dispositivo nel tempo rimane.

Arbaugh ha sottolineato che, nonostante i rischi, la sua partecipazione a questo esperimento potrebbe fornire dati preziosi per la comprensione del cervello umano. “Sappiamo così poco del cervello e questo ci permette di imparare molto di più”, ha affermato. Tuttavia, la questione della privacy è emersa come un problema cruciale.

Le preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza dei dati

Uno dei principali timori legati all’uso di Telepathy è la questione della privacy. Anil Seth, professore di neuroscienze all’Università del Sussex, ha avvertito che l’accesso ai dati cerebrali potrebbe comportare gravi conseguenze. “Stiamo esportando la nostra attività cerebrale, consentendo l’accesso non solo a ciò che facciamo, ma anche a ciò che pensiamo e sentiamo”, ha spiegato. Una volta che i dati neurali sono accessibili, le barriere alla privacy personale potrebbero svanire.

Inoltre, i dispositivi BCI potrebbero essere vulnerabili agli attacchi informatici, con il rischio di manipolazione del pensiero o accesso non autorizzato ai dati sensibili. Queste preoccupazioni pongono interrogativi etici sulla sicurezza e sull’uso di tali tecnologie, rendendo necessario un dibattito approfondito su come proteggere i diritti dei pazienti.

L’ambizioso obiettivo di Neuralink

Arbaugh non è l’unico paziente coinvolto nel progetto. Un secondo paziente ha ricevuto il chip ad agosto 2024, e Neuralink continua a testare il dispositivo con l’obiettivo di aiutare le persone con lesioni al midollo spinale. Elon Musk ha descritto il chip come un dispositivo simile a un Fitbit o a un Apple Watch, ma con elettrodi in grado di interagire direttamente con il sistema nervoso. L’intento è quello di ripristinare l’autonomia per coloro che hanno bisogni medici insoddisfatti.

Musk ha anche espresso l’ambizione di sviluppare un dispositivo capace di “sbloccare il potenziale umano”, migliorando le capacità fisiche e mentali fino a raggiungere una simbiosi con l’intelligenza artificiale. Tuttavia, se l’accesso a tali tecnologie fosse limitato a una ristretta élite, si rischierebbe di amplificare le disparità socioeconomiche, creando un divario tra chi può permettersi queste innovazioni e chi ne è escluso.