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nel 2025 i CEO devono integrare l’intelligenza artificiale nel modello di business per restare competitivi

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L’intelligenza artificiale non è più un semplice strumento tecnologico da adottare, ma una componente centrale della strategia aziendale. Lo conferma l’IBM CEO Study 2025, che ha coinvolto oltre 2mila amministratori delegati in tutto il mondo. Il rapporto mette in luce le difficoltà e le scelte dei leader d’impresa nell’incorporare l’AI nei processi decisionali e operativi, evidenziando quanto sia complesso trasformare un investimento tecnologico in un vantaggio reale e duraturo.

la sfida di bilanciare ritorni immediati e visione a lungo termine nell’adozione dell’intelligenza artificiale

I CEO si trovano davanti a una tensione difficile da gestire: ottenere risultati concreti a breve termine senza perdere di vista lo sviluppo futuro. La maggior parte degli intervistati punta su progetti AI con ritorni economici misurabili, mentre il 68% ha già definito metriche precise per valutare gli investimenti. In Italia questa attenzione al ROI supera addirittura il 70%.

Questa attenzione ai risultati rapidi può però frenare la capacità delle aziende di costruire strategie integrate che sfruttino appieno le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Gary Cohn, vicepresidente IBM, sottolinea come chi non saprà evolversi rischierà di uscire dalla competizione nei prossimi anni.

Il messaggio è chiaro: non basta adottare soluzioni AI isolate o puntuali; serve una pianificazione organica che metta l’intelligenza artificiale al centro del modello operativo.

Ostacoli tecnologici interni e la necessità di architetture dati integrate nelle aziende italiane

Un problema diffuso riguarda la frammentazione dei sistemi IT dopo una rapida crescita degli investimenti tecnologici: oltre metà dei CEO italiani segnala questa disomogeneità come barriera all’integrazione efficace dell’AI nei processi aziendali.

Per superarla serve creare architetture dati coerenti a livello enterprise: il 68% degli executive indica questo passaggio come indispensabile per far collaborare meglio funzioni diverse all’interno delle imprese. Il dato italiano sul ruolo cruciale dei dati arriva al 66%, confermando quanto siano visti come leva fondamentale per sviluppare applicazioni avanzate basate sull’AI generativa.

La vera sfida consiste quindi nel ripensare i flussi decisionali mettendo i dati – insieme agli algoritmi – al centro delle attività quotidiane, piuttosto che limitarsi ad aggiungere tecnologie nuove senza coordinamento.

formazione continua e leadership distribuita: nuove competenze richieste dall’integrazione dell’intelligenza artificiale

Integrare l’AI richiede anche modifiche profonde nella cultura aziendale e nella gestione delle persone. La maggioranza dei CEO associa il successo alla presenza di leadership distribuita capace d’intervenire autonomamente sulle strategie operative. Inoltre il 67% ritiene indispensabile avere figure con competenze specifiche supportate da incentivi mirati.

Nei prossimi tre anni quasi un terzo della forza lavoro globale dovrà aggiornarsi o riqualificarsi; molte aziende prevedono inoltre di compensare carenze attraverso automazione intelligente. In Italia questo approccio è ancora più marcato con il 71% che punta sull’AI come supporto alle persone piuttosto che sostituzione diretta.

Nascono nuovi ruoli professionali legati all’intelligenza artificiale: più della metà dei CEO ha assunto esperti specializzati in ambiti appena comparsi sul mercato del lavoro solo negli ultimi dodici mesi. Cambiano così responsabilità organizzative e percorsi professionali dentro le imprese.

Flessibilità finanziaria e coraggio decisionale nelle strategie contro l’incertezza globale

Gli amministratori delegati affrontano contesti segnati da instabilità geopolitica ed eventi climatici estremi che rendono difficile pianificare investimenti certi nel digitale o nell’innovazione AI. Solo poco più del terzo preferisce agire rapidamente anche rischiando errori anziché aspettare decisioni perfette ma lente.

Oltre metà ammette difficoltà nel bilanciare risorse tra attività correnti ed esplorazioni innovative, mentre quasi sette su dieci reputano necessario aumentare flessibilità nei budget digitali pur accettando qualche rischio associato.

Tiziana Tornaghi, general manager IBM Consulting Italia, ricorda quanto chi persevera nell’evoluzione digitale durante periodi turbolenti avrà maggior possibilità poi d’affermarsi sui mercati futuri.

la nuova agenda strategica dei CEO verso un uso strutturale dell’intelligenza artificiale entro il 2027

Il rapporto IBM disegna profili dirigenziali chiamati a superare visioni settorializzate. L’obiettivo comune è mettere in campo piani coerenti, interfunzionali capaci d’adattarsi velocemente ai cambiamenti esterni.

Entro due anni oltre tre quarti di amministratori prevedono espansione significativa degli investimenti AI. Questo risultato dipenderà dalla capacità delle aziende di mantenere impegni continui anche quando i frutti tardano ad arrivare. L’integrazione profonda richiede equilibrio tra coraggio negli investimenti, governance attenta alla sostenibilità economica ed evoluzione culturale interna.

Written by
Elisa Romano

Elisa Romano è una blogger italiana che si occupa di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. Con uno stile chiaro e coinvolgente, racconta i fatti e le storie del momento, offrendo riflessioni e approfondimenti per un pubblico sempre più attento e informato.

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