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Negli Usa l’intelligenza artificiale spia attivisti pro-Palestina e studenti a rischio espulsione

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Intelligenza artificiale Usa monitora attivisti pro-Palestina e studenti a rischio espulsione - Unita.tv
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Negli Stati Uniti l’uso dell’intelligenza artificiale va ben oltre la tecnologia di consumo. Oggi serve anche a monitorare attivisti e cittadini stranieri, controllando opinioni e comportamenti online. Diverse organizzazioni denunciano una sorveglianza di massa, che colpisce soprattutto chi sostiene la causa palestinese, in particolare studenti stranieri che protestano contro le politiche israeliane. Tra gli strumenti usati dal governo ci sono aziende come Palantir e Babel Street, che aiutano a identificare, tenere d’occhio e, in molti casi, espellere chi viene considerato “sospetto”.

Intelligenza artificiale per sorvegliare attivisti e migranti

Amnesty International ha reso pubblici documenti del Dipartimento per la Sicurezza Interna e regolamenti sulla privacy, da cui emerge un uso sistematico di sistemi automatizzati per valutare attivisti, migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Questi algoritmi analizzano attività online, cercando comportamenti sospetti legati a minacce terroristiche. Ma nella realtà, a finire nel mirino sono spesso i dissidenti, chi si schiera contro violenze e pulizie etniche.

Il programma chiamato ‘Catturare e revocare’ si focalizza soprattutto su studenti stranieri coinvolti in proteste pro-Palestina, togliendo loro il visto e ordinandone l’espulsione. Il tutto non tanto su prove concrete, quanto sull’analisi di contenuti mediatici e persino emozioni percepite grazie a un monitoraggio digitale continuo. Tra le tecnologie più usate c’è Babel X di Babel Street, che interpreta intenzioni e comportamenti online, trasformando ogni segnale di dissenso in un’occasione per tracciare e schedare le persone come potenziali minacce.

Babel X: quando anche le emozioni diventano sospette

Babel X lavora costantemente, raccogliendo dati che alimentano un algoritmo capace di etichettare un soggetto come “sospetto” basandosi su associazioni automatiche a contenuti etichettati come terrorismo. Questa definizione si allarga a chiunque esprima dissenso su temi come la pulizia etnica dei palestinesi o partecipi a movimenti di protesta. Attivisti e gruppi nel Regno Unito e in Germania hanno già denunciato questi metodi repressivi durante le loro manifestazioni di solidarietà pro-Palestina.

Ogni aggiornamento genera nuovi dati nei database governativi, creando un circolo vizioso da cui è difficile uscire: una volta etichettati “sospetti”, i soggetti restano sotto controllo costante. Da qui partono spesso le azioni dell’ICE , l’agenzia che si occupa di controlli e espulsioni.

Palantir e Immigration OS: il cuore del sistema di controllo

Dal 2014 l’ICE utilizza un sistema di sorveglianza sviluppato da Palantir, una società che fornisce tecnologie avanzate per l’analisi dei dati, pensate per individuare chi è in soggiorno irregolare e facilitare le espulsioni. Nel 2025 l’agenzia ha firmato un contratto da 30 milioni di dollari per aggiornare questa piattaforma con l’Immigration OS, un sistema che combina dati biometrici e algoritmi per rafforzare i controlli su migranti, rifugiati e studenti stranieri impegnati in attività politiche.

Il legame tra Palantir e la sicurezza nazionale è rafforzato dal supporto di In-Q-Tel, fondo di investimento della CIA che finanzia tecnologie chiave per i servizi segreti americani. Questo dimostra come il sistema unisca esigenze di sicurezza e controllo sociale, facendo dell’intelligenza artificiale uno strumento centrale per reprimere il dissenso e gestire le migrazioni.

Diritti Umani In Pericolo, critiche crescenti alla sorveglianza digitale

Amnesty International ha più volte denunciato l’assenza di garanzie nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte in questi processi. Erika Guevara Rosas, responsabile ricerca dell’organizzazione, ha evidenziato come la tecnologia venga usata per espulsioni di massa e per reprimere chi manifesta solidarietà verso i palestinesi, creando un sistema di violazioni diffuse e gravi.

L’uso di algoritmi basati su probabilità e dati biometrici comporta un alto rischio di errori e discriminazioni arbitrarie. Questo modello colpisce profondamente la vita di migranti e studenti internazionali, portando a arresti ingiustificati e diffondendo un clima di paura, soprattutto nelle università. Organizzazioni internazionali denunciano come questi strumenti privino le persone di diritti fondamentali, dando vita a un controllo di massa senza precedenti.

Le istituzioni, però, continuano a puntare sull’ampliamento di questi sistemi, alimentando le tensioni tra sicurezza e libertà civili. La questione resta aperta, mentre cresce la richiesta di regole più severe e tutele reali per chi vive sotto questa sorveglianza digitale.

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2025 da Rosanna Ricci

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Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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