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Meta lancia in Europa l’abbonamento senza pubblicità su Facebook e Instagram a 7,99 euro al mese

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Meta introduce l’abbonamento senza pubblicità su Facebook e Instagram in Europa. - Unita.tv
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Meta ha ricominciato a inviare notifiche agli utenti di Facebook e Instagram in vari paesi dell’Unione Europea, Italia compresa. Il messaggio offre una nuova opzione: un abbonamento mensile da 7,99 euro per navigare senza pubblicità. In alternativa si può restare alla versione gratuita, accettando però annunci mirati basati sui dati personali raccolti. C’è anche la possibilità di limitare questo tipo di pubblicità, accettando però qualche spot breve e non saltabile.

Questa mossa arriva in risposta alle regole più severe introdotte dall’Unione Europea con il Digital Markets Act e il Digital Services Act . Si tratta di norme pensate per dare più trasparenza e controllo agli utenti sui dati personali. Non è una truffa né un tentativo di phishing, ma semplicemente una nuova comunicazione formale per adeguarsi alle leggi europee.

Meta spinge l’abbonamento: stop alla pubblicità o annunci personalizzati, la scelta è degli utenti

Da qualche giorno, chi usa Facebook o Instagram in Italia vede una notifica che ricorda la possibilità di sottoscrivere un abbonamento mensile per eliminare la pubblicità. Il prezzo è 7,99 euro al mese, cifra con cui si può navigare senza vedere inserzioni. Chi preferisce può continuare a usare le app gratuitamente, ma accettando annunci personalizzati.

C’è anche una terza opzione per chi vuole ridurre il tracciamento pubblicitario: meno annunci personalizzati, ma ogni tanto compariranno spot brevi e non saltabili. Meta spiega che così si aumenta la trasparenza e si dà più controllo agli utenti sull’uso dei loro dati per la pubblicità.

Questa proposta torna regolarmente per adeguarsi alle direttive europee, che chiedono di informare chiaramente gli utenti e di ottenere il loro consenso per usare i dati a scopi pubblicitari.

Meta contro l’Europa: la battaglia legale sul modello di abbonamento e pubblicità

All’inizio di luglio 2025, Meta ha presentato un ricorso contro la Commissione Europea. Al centro della disputa c’è proprio il modello di scelta tra abbonamento senza pubblicità e servizio gratuito con annunci. La Commissione ritiene che non sia in linea con il Digital Markets Act.

Meta, nel documento ufficiale, sostiene che le restrizioni europee riducono l’efficacia degli annunci mirati. Secondo l’azienda, limitare questo tipo di pubblicità danneggia il guadagno degli operatori digitali europei e ostacola il mercato, penalizzando soprattutto le imprese più giovani che si affidano ai social per farsi conoscere. Inoltre, Meta avverte che queste regole rischiano di peggiorare l’esperienza degli utenti, con inserzioni meno pertinenti.

Questa disputa fa parte di uno scontro più ampio tra i colossi tech americani e le autorità europee, che puntano a proteggere la privacy e a garantire una concorrenza più leale. Le regole europee impongono obblighi stringenti su informativa e consenso nelle piattaforme digitali, in un momento in cui i social sono strumenti chiave per comunicare e fare pubblicità.

Normative europee e pubblicità: cosa cambia per gli utenti e per le piattaforme

Il Digital Markets Act e il Digital Services Act sono leggi europee pensate per limitare i monopoli e rafforzare la tutela degli utenti online. Uno degli obiettivi principali è rendere più trasparente l’uso dei dati personali, anche per la pubblicità. Si cerca così un equilibrio tra libertà di accesso e protezione della privacy.

Meta, come altre grandi aziende tech, deve ora rivedere come presenta le opzioni agli utenti per ottenere un consenso chiaro sull’uso dei dati pubblicitari. Oltre alla questione economica legata all’abbonamento senza pubblicità, il regolatore vuole sapere quali annunci vengono mostrati e con quale frequenza.

La proposta di Meta prevede che chi sceglie di limitare la personalizzazione continui a vedere qualche annuncio breve non saltabile, distinguendo così tra pubblicità “mirata” e “standard”. L’idea è dare agli utenti più controllo, anche se resta aperto il dibattito su come bilanciare questo con la sostenibilità economica delle piattaforme.

Il confronto tra regolatori e giganti della tecnologia continua, in un clima in cui la sensibilità su privacy e dati personali ha cambiato profondamente il rapporto tra utenti e social network. Ogni nuova regola si traduce in cambiamenti nella gestione dei dati e nell’accesso ai servizi, con effetti su milioni di persone in tutta Europa.

Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Andrea Ricci

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Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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