L’Unione Europea sta pensando di rimandare di un anno l’applicazione delle regole più stringenti sull’intelligenza artificiale ad alto rischio. La decisione arriva dopo pressioni politiche e industriali, soprattutto dagli Stati Uniti e da alcuni Paesi europei. Scopriamo cosa cambia e quali sono le implicazioni per aziende e cittadini.
Un anno in più per adeguarsi alle norme sui sistemi IA più delicati
Meno di un anno dopo aver adottato l’AI Act, la prima legge al mondo che regola l’intelligenza artificiale, la Commissione Europea sta valutando una sospensione temporanea di alcune sue parti. In particolare, si parla di spostare la scadenza legale per i sistemi IA ad alto rischio da agosto 2026 a agosto 2027.
Questi sistemi sono quelli che possono influire direttamente sulla sicurezza delle persone o sui loro diritti fondamentali. Per esempio, software usati dalle aziende per selezionare i candidati nei processi di assunzione. Se programmati male, potrebbero favorire discriminazioni, come preferire uomini rispetto alle donne.
Fonti interne a Palazzo Berlaymont confermano che le discussioni sono ancora aperte ma molto intense. Il rinvio servirebbe a dare più tempo agli sviluppatori e alle imprese per adeguarsi alle nuove regole senza rischiare sanzioni immediate.
Dietro questa possibile pausa c’è una forte attività di lobbying proveniente dagli Stati Uniti sotto la presidenza Trump, da alcuni Stati membri dell’UE e dal settore tecnologico europeo stesso.
Gli Usa temono che le norme troppo rigide possano limitare la competitività delle loro aziende tech sul mercato europeo. Allo stesso tempo, alcune nazioni europee chiedono maggiore flessibilità per non frenare l’innovazione interna.
Il comparto tecnologico ha fatto sentire la sua voce sottolineando come certi obblighi siano difficili da rispettare in tempi così stretti, soprattutto considerando la complessità dei sistemi IA moderni.
Le tappe già fissate dall’AI Act
La legge europea sull’intelligenza artificiale è entrata in vigore con scadenze diverse a seconda del tipo di sistema:
- Dal 2 febbraio 2025 sono vietate alcune pratiche ritenute troppo invasive o rischiose, come il riconoscimento facciale in tempo reale nei luoghi pubblici.
- Dal 2 agosto 2025 entreranno in vigore le regole specifiche sui modelli IA generali , cioè quelli usati per molteplici scopi come GPT-4 alla base di ChatGPT.
- Infine, dal 2 agosto 2026 sarebbe dovuta partire l’applicazione completa delle norme sui sistemi ad alto rischio.
Il possibile rinvio riguarda proprio quest’ultima data cruciale.
Cosa significa il rinvio per cittadini e imprese
Se il termine slittasse davvero all’agosto 2027, le aziende avrebbero un anno in più per mettere a punto i loro algoritmi secondo gli standard europei. Questo potrebbe evitare multe salate o blocchi improvvisi dei servizi basati su IA.
Per i cittadini invece il rinvio potrebbe significare una protezione meno immediata contro possibili abusi o discriminazioni causate da questi sistemi “sensibili”.
Tuttavia molti esperti ritengono che sia meglio garantire una regolamentazione efficace piuttosto che imporre scadenze troppo rigide che rischiano solo di creare confusione o applicazioni superficiali della legge.
Verso un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti
L’AI Act rappresenta un tentativo pionieristico nel mondo di normare tecnologie complesse e potenti come l’intelligenza artificiale. Il dibattito attuale mostra quanto sia difficile trovare un equilibrio tra spingere sull’acceleratore dell’innovazione digitale e proteggere i diritti fondamentali dei cittadini europei.
La decisione finale sul rinvio arriverà nelle prossime settimane ma intanto conferma quanto questo tema sia caldo e strategico non solo in Europa ma anche a livello globale.
In sintesi: l’UE sta valutando se concedere più tempo alle aziende per adeguarsi ai requisiti dell’AI Act riguardanti i sistemi ad alto rischio. Una mossa dettata da pressioni politiche ed economiche importanti ma anche dalla complessità tecnica della materia. Resta da vedere se questa pausa sarà definitiva o solo temporanea.
Ultimo aggiornamento il 13 Giugno 2025 da Matteo Bernardi