L’uso dell’intelligenza artificiale in campo medico si conferma uno strumento concreto per migliorare la gestione delle risorse sanitarie. In Puglia, un algoritmo basato sul modello LLaMA 3.1 ha analizzato oltre 17.000 richieste di esami diagnostici come Tac e risonanze magnetiche, scoprendo che una quota significativa delle prescrizioni non è necessaria secondo le linee guida cliniche. Questo approccio punta a diminuire le attese nei servizi sanitari regionali, offrendo un supporto ai medici nel decidere quali esami siano effettivamente utili.
Il progetto di aress puglia e l’analisi su migliaia di prescrizioni diagnostiche
Il progetto nasce da un’iniziativa dell’Aress Puglia ed è stato presentato al Forum Logos&Téchne organizzato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere a Siracusa. Il sistema ha preso in esame più di 17 mila richieste raccolte tra aziende sanitarie locali e ospedali nelle province di Bari, Foggia e Lecce.
Algoritmo e linee guida cliniche
Al centro del lavoro c’è un algoritmo basato su intelligenza artificiale generativa, che utilizza il modello LLaMA 3.1 per valutare se ogni prescrizione sia clinicamente appropriata rispetto alla condizione del paziente. Filippo Menolascina, ordinario di Bioingegneria all’università di Edimburgo, spiega che l’algoritmo associa ogni richiesta alle linee guida mediche aggiornate: “questo permette una verifica automatica dell’utilità degli esami.”
Dall’analisi emerge che solo il 39% delle prescrizioni soddisfa pienamente i criteri raccomandati; ben il 43% risulta invece inappropriata mentre la parte restante è considerata parzialmente utile. Questi dati riflettono risultati simili ottenuti con studi analoghi condotti anche in Italia fuori regione ma anche in Spagna e Svezia.
Impatto sulle liste d’attesa del servizio sanitario nazionale
Secondo i dati ufficiali della piattaforma ministeriale dedicata al monitoraggio delle liste d’attesa, nei primi cinque mesi del 2025 sono state effettuate circa 23 milioni di prestazioni diagnostiche sul territorio nazionale molte non strettamente necessarie.
Le cause dietro queste richieste superflue includono pressioni da parte dei pazienti ma anche timori dei medici legati alla cosiddetta medicina difensiva: cioè la pratica preventiva volta ad evitare possibili azioni legali piuttosto che basarsi su reali esigenze cliniche.
In questo contesto avere uno strumento digitale capace di fornire pareri rapidi sulle prescrizioni può diventare una risorsa importante per ridurre gli esami inutili ed evitare così lunghe attese per chi invece necessita davvero degli accertamenti diagnostici più urgenti o importanti.
Una risorsa per ridurre le attese
Uno strumento digitale capace fornire pareri rapidi sulle prescrizioni può diventare una risorsa importante per ridurre gli esami inutili ed evitare così lunghe attese per chi invece necessita davvero degli accertamenti diagnostici più urgenti o importanti.
Dichiarazioni degli esperti sulla rilevanza della tecnologia nell’ambito sanitario
Giovanni Migliore, direttore generale dell’Aress Puglia nonché presidente della Fiaso, sottolinea come le prescrizioni inappropriate abbiano conseguenze negative multiple: “espongono i pazienti a radiazioni inutili, allungano le code negli ambulatori, provocano costi evitabili al sistema sanitario pubblico, oltre a generare fenomeni come l’overdiagnosi con ulteriori test superflui successivi.”
Migliore auspica che questa tecnologia possa essere adottata anche da altre regioni italiane replicando così i benefici osservati finora nel contesto pugliese.
Questa soluzione fa parte delle quaranta iniziative inserite nell’Osservatorio sull’intelligenza artificiale applicata alla sanità promosso dalla Fiaso con lo scopo preciso di introdurre strumenti concreti nella pratica quotidiana ospedaliera italiana.
Sostegno del ministro della salute
Anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci arriva un sostegno esplicito verso questi sistemi digitalizzati capaci di “indirizzare meglio quando fare gli accertamenti diagnostici, chi deve farli realmente e quando farli senza ritardi inutili.” Secondo Schillaci questi strumenti possono dare maggiore sicurezza ai medici durante la fase decisionale aiutando inoltre ad accelerare le procedure amministrative legate alle prenotazioni, migliorando quindi complessivamente la qualità del servizio offerto agli utenti finali.