L’intelligenza artificiale sta progressivamente entrando nel mondo della sanità, modificando procedure e servizi. Anche le farmacie, punto di riferimento per la salute sul territorio, stanno iniziando a sperimentare tecnologie come magazzini robotizzati, app per il monitoraggio terapeutico e chatbot dedicati ai professionisti. Nonostante le potenzialità evidenti, l’adozione pratica dell’AI nelle farmacie italiane resta contenuta. Intervista ad Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani , che spiega lo stato attuale e i progetti in corso.
Strumenti digitali già presenti nelle farmacie italiane
Le farmacie hanno a disposizione diverse soluzioni tecnologiche basate sull’intelligenza artificiale ma non tutte sono entrate nella routine quotidiana. Distributori automatizzati e magazzini robotizzati consentono di gestire con precisione le scorte di medicinali riconoscendo confezioni tramite algoritmi specifici. Questo riduce il tempo dedicato alle operazioni manuali permettendo al farmacista di concentrarsi maggiormente sull’assistenza diretta al paziente.
App con funzioni di alert ricordano ai pazienti quando assumere i farmaci o segnalano possibili interazioni tra principi attivi diversi. Piattaforme conversazionali simili a ChatGPT sono utilizzate per fornire risposte rapide su questioni tecnico-legali o supporto nella gestione delle prescrizioni.
Tuttavia questi strumenti non hanno ancora raggiunto una diffusione capillare nelle realtà territoriali: solo una minoranza dei farmacisti li impiega regolarmente durante il lavoro quotidiano.
Percezione dei farmacisti sull’utilizzo dell’AI
Secondo un’indagine svolta da CGM PHARMAONE su 277 farmacisti italiani emerge un quadro interessante: oltre l’81% riconosce che l’intelligenza artificiale può migliorare la personalizzazione del servizio verso cittadini e pazienti, facilitando risposte più tempestive alle loro esigenze sanitarie.
Nonostante questo consenso diffuso sulla validità delle tecnologie AI soltanto il 15% dichiara un uso abituale degli strumenti digitali avanzati all’interno della propria farmacia.
Tra gli elementi ritenuti fondamentali per favorire una maggiore diffusione ci sono soprattutto tre fattori: integrazione con i sistemi esistenti , facilità d’impiego senza necessità di lunghi corsi formativi ed efficienza nell’organizzazione del lavoro giornaliero .
Questi dati indicano che la strada verso una piena adozione è ancora lunga ma si intravedono segnali concreti di interesse da parte della categoria professionale.
Il chatbot fofi come esempio concreto d’integrazione dell’AI
La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani ha recentemente introdotto un chatbot pensato proprio per supportare i colleghi nella gestione delle domande frequenti riguardo aspetti normativi o pratico-legali legati alla professione. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Fofi, Ordine provinciale Milano-Monza Brianza e Politecnico di Milano ed è operativo da maggio 2025 dopo una fase pilota positiva coinvolgente dieci ordini territoriali.
Il sistema fornisce risposte standardizzate velocizzando così sia il lavoro del singolo farmacista sia quello degli uffici federali spesso oberati dalle richieste provenienti dal territorio nazionale.
Andrea Mandelli sottolinea come la creazione dell’archivio digitale strutturato sia stata fondamentale affinché l’intelligenza artificiale restituisca informazioni precise ed affidabili agli utenti finali.
Il progetto rappresenta solo uno step iniziale perché Fofi sta già lavorando a nuovi software AI capaci di affiancare direttamente i farmacisti anche nelle attività cliniche legate alla dispensazione del farmaco.
Lo stato attuale dell’intelligenza artificiale in farmacia in italia
L’ingresso dell’intelligenza artificiale nel settore farmaceutico italiano riguarda tutta la filiera distributiva fino al banco della farmacia territoriale.
Oltre ai sistemi automatizzati nei magazzini si contano app dedicate al monitoraggio terapeutico che inviano promemoria ai pazienti mentre piattaforme conversazionali offrono assistenza virtuale continua.
Questi dispositivi liberano tempo prezioso agli operatori per concentrarsi sulle necessità individuali di chi si rivolge alla farmacia; ascolto più approfondito permette consigli personalizzati sulle terapie evitando rischiose interferenze fra medicinali e aumentando così sicurezza ed efficacia complessiva dei trattamenti.
La pandemia ha evidenziato quanto sia importante rafforzare questa prossimità sanitaria locale semplificando però anche gli aspetti burocratici che sottraggono almeno due ore ogni giorno all’attività clinica vera secondo alcune stime recentissime.
L’AI contribuisce quindi concretamente alleggerendo compiti amministrativi ripetitivi lasciando spazio all’interazione umana diretta col paziente che resta centrale nell’erogazione del servizio sanitario territoriale.
Esempi internazionali d’uso avanzato dell’intelligenza artificiale in farmacia
Negli Stati Uniti catene come CVS Health o Walgreens Boots Alliance usano modelli predittivi basati su AI per individuare precocemente situazioni dove c’è rischio che i pazienti non seguano correttamente le terapie prescritte. Questi sistemi aiutano a mettere in campo interventi preventivi mirati prima che insorgano complicanze serie dovute alla mancata aderenza terapeutica.
In Canada e Australia alcune farmacie adottano intelligenze artificiali per classificare il sintomo riferito verbalmente dal cliente indirizzandolo poi verso consigli appropriati oppure triage urgenti qualora necessario. Questo tipo di supporto potrebbe evolversi in Italia per affiancare il farmacista anche nella raccolta anamnestica sebbene oggi prevalga piuttosto l’impegno verso monitoraggi successivi al trattamento rispetto all’intervento precoce sui sintomi stessi.
In Israele startup innovative come MedAware sfruttano l’AI per intercettare il rischio errore nei piani terapeutici prima ancora che sia effettuata la dispensazione. I processi digitali integrati nel sistema italiano grazie alla ricetta elettronica sostengono la prevenzione di errori nella prescrizione controllando dosi, interazioni ed eventuali duplicazioni. Future applicazioni di intelligenza artificiale potranno fornire ulteriore supporto per garantire sicurezza lungo tutta la catena farmaceutica.
Etica governance formazione: sfide aperte sull’utilizzo responsabile dell’ai
La Federazione internazionale delle professioni farmaceutiche ha pubblicato linee guida internazionali sull’etica nell’impiego dell’intelligenza artificiale in ambito farmaceutico. Il Comitato centrale FOFI ha affrontato subito queste tematiche promuovendo un tavolo di confronto unitario insieme alle altre federazioni sanitarie per inserire principi etici nel codice deontologico comune. La supervisione umana rimane imprescindibile affinché l’esperienza umana affianchi sempre algoritmi garantendo responsabilità ed equilibrio. Nel settore delicato della salute questo approccio evita derive negative assicurando che l’AI mantenga un ruolo strumentale e complementare della professionalità umana.
Dal punto di formazione, Fofi punta a sensibilizzare, informare e educare il personale farmaceutico sulle potenzialità dell’AI, sul suo corretto impiego e sui rischi delle diverse applicazioni. Innovare rapidamente richiede aggiornamento continuo per mantenere qualità elevate nelle prestazioni offerte al cittadino. Solo così sarà possibile sfruttare le opportunità tecnologiche realistiche del futuro senza perdere centralità la professione.
Prospettive future fra innovazione tecnologia rapporto umano
Andrea Mandelli ribadisce chiaramente che l’intelligenza artificiale non sostituirà il ruolo essenziale del farmacista sul territorio ma costituisce un mezzo utile per semplificare il lavoro e migliorare risposte sanitarie. L’obiettivo sarà garantire un uso consapevole e responsabile concentrandosi sulla fiducia reciproca fra operatore e paziente. La tecnologia deve restare messa in opera dall’uomo e con l’uomo connessa alle competenze professionali e all’etica necessarie. Un futuro dove intelligenza artificiale e professionalismo umano coesistono è già iniziato senza rinuncia al calore umano dell’assistenza sanitaria locale.