L’intelligenza artificiale continua a modificare profondamente diversi ambiti, in particolare il mondo del lavoro. C’è un dibattito acceso riguardo all’impatto che questa tecnologia avrà sull’occupazione: da una parte si avanza l’ipotesi che molti impieghi tradizionali potrebbero sparire, dall’altra si sostiene che l’AI servirà a migliorare i processi senza eliminare del tutto il ruolo umano. Amjad Masad, esperto di intelligenza artificiale, ha offerto un’analisi molto concreta durante il podcast «The Diary of a CEO», indicando quali lavori potrebbero diventare obsoleti nel giro di pochi anni.
Lavori a rischio scomparsa: i compiti ripetitivi nel mirino dell’intelligenza artificiale
Masad individua nelle mansioni ripetitive e strutturate quelle più vulnerabili alla sostituzione dalle macchine. Ruoli come il controllo qualità, l’inserimento dati e il supporto amministrativo rientrano in questa categoria. Questi lavori si basano sull’esecuzione di procedure prevedibili e standardizzate, con poca necessità di creatività o decisioni complesse. Secondo l’esperto, l’intelligenza artificiale è in grado di gestire queste attività in modo più rapido, economico e con meno errori rispetto all’intervento umano.
Automazione e algoritmi avanzati
Le nuove tecnologie usano algoritmi avanzati che riconoscono informazioni su schermi digitali e prendono decisioni precise senza bisogno di supervisione continua. Per questo, ruoli che una volta richiedevano solo la presenza e l’attenzione di un operatore rischiano di diventare obsoleti. Lo sviluppo degli strumenti di automazione sta accelerando la sostituzione di queste funzioni, dove la ripetitività domina e il giudizio umano non è indispensabile.
Anche le professioni qualificate potrebbero essere coinvolte dall’automazione
Un aspetto meno discusso riguarda l’interessamento dell’intelligenza artificiale a professioni considerate tradizionalmente “qualificate”. Masad avverte che lavori che richiedono competenze specialistiche, come commercialisti e avvocati, potrebbero vedere una trasformazione profonda o addirittura sparire in certe forme. Questi impieghi, spesso legati all’elaborazione di testi, contratti o dati senza un alto livello di interazione diretta con persone, offrono infatti margini per l’automazione.
I rischi per i ruoli amministrativi di medio livello
In particolare, ruoli amministrativi anche di medio livello risentono della diffusione di sistemi capaci di leggere, interpretare e produrre documenti o analisi senza l’intervento umano. L’intelligenza artificiale, dotata di capacità di apprendimento automatico, riesce a simulare alcune procedure fino a ieri affidate solo a esperti del settore, mettendo a rischio anche queste professioni.
L’automazione nel settore sanitario e la riduzione del contributo umano
Il settore sanitario è generalmente più lento nell’adottare l’intelligenza artificiale, a causa della complessità e delle normative rigide. Tuttavia, anche qui si nota un cambiamento. Le attività più ripetitive e prevedibili, come la gestione di dati clinici o l’elaborazione di documentazione sanitaria, stanno già subendo un impatto diretto dalla tecnologia.
Il nuovo ruolo dei professionisti sanitari
Secondo Masad, il contributo umano in molti processi sanitari sarà progressivamente ridotto, soprattutto nelle fasi dove i compiti sono standardizzabili. Questa tendenza non significa la completa scomparsa dei professionisti sanitari, ma un cambiamento nel tipo di mansioni svolte, con un maggiore affidamento alla tecnologia per operazioni di routine. L’evoluzione proseguirà con cautela, ma non si fermerà, spostando il ruolo umano verso attività non automatizzabili.
Le previsioni evidenziano quindi un ridimensionamento di alcune categorie lavorative, in particolare quelle legate a compiti ripetitivi o alla gestione di informazioni senza contatto umano diretto. In pochi anni, molti lavori cambieranno volto, con un impatto tangibile sull’occupazione in vari ambiti.