La Commissione Europea chiarisce la sua posizione sul divieto di Social Media per i ragazzi sotto i 15 anni, rispondendo alle proposte di Macron.
Durante un incontro con la stampa, un portavoce della Commissione Europea ha spiegato che non c’è nessuna intenzione da parte dell’Unione di imporre un divieto generale sui Social Media per i minori di una certa età. La questione, ha detto, resta una prerogativa degli Stati Membri.
Il riferimento è al regolamento generale sulla protezione dei dati , che stabilisce come ogni Paese possa decidere autonomamente l’età minima per l’accesso digitale. Questa età varia tra i 13 e i 16 anni a seconda dello Stato.
Quindi, se qualche governo vuole vietare l’uso dei social ai ragazzi sotto una certa soglia, può farlo. Ma non si tratta di una regola valida in tutta Europa.
Niente divieti Ue per i social ai minori: la parola agli stati
La dichiarazione arriva dopo le sollecitazioni del presidente francese Emmanuel Macron. Macron aveva chiesto un divieto europeo che impedisca ai ragazzi con meno di 15 anni di usare piattaforme come Instagram o TikTok.
Il portavoce della Commissione ha risposto chiarendo che questa proposta non è in agenda a livello comunitario. Tuttavia, ha sottolineato che le preoccupazioni sollevate da Macron sono condivise da molti Stati e dai genitori europei.
Sicurezza digitale: una priorità comune
Il portavoce ha aggiunto che la sicurezza nello spazio digitale è una priorità assoluta. Ha ricordato gli eventi recenti — accaduti proprio il giorno prima — che hanno evidenziato rischi e problemi legati all’uso dei social da parte dei più giovani.
L’obiettivo della Commissione è rendere Internet un posto sicuro dove bambini e adolescenti possano navigare senza paura e sfruttare tutti i vantaggi offerti dalla tecnologia.
Cosa possono fare gli stati membri?
In pratica, ogni Paese Europeo può decidere se introdurre limiti più rigidi sull’età minima per accedere ai Social Media. Alcuni già lo fanno o stanno valutando misure simili.
Questa autonomia permette di adattare le regole alle diverse realtà culturali e sociali presenti in Europa. Non esiste quindi un’unica soluzione valida per tutti.
Il ruolo delle famiglie e delle piattaforme digitali
Oltre alle decisioni politiche, resta fondamentale il ruolo delle famiglie nel guidare l’uso consapevole dei social da parte dei ragazzi. Anche le piattaforme digitali sono chiamate a migliorare gli strumenti di controllo parentale e a garantire maggiore trasparenza sui contenuti.
Solo così si potrà costruire uno spazio digitale più sicuro senza dover ricorrere a divieti generalizzati imposti dall’alto.
La discussione sul limite d’età nei Social Media resta aperta in Europa ma con un approccio basato sulla responsabilità condivisa tra istituzioni nazionali, genitori e aziende Tech. La Commissione Ue preferisce lasciare libertà agli Stati Membri piuttosto che imporre regole rigide valide ovunque.