L’Unione europea conferma la sua autonomia nel fissare regole per lo spazio digitale, pur avendo assunto l’impegno di non imporre tariffe sulla trasmissione elettronica, secondo le dichiarazioni ufficiali arrivate dalla Commissione europea e dalla Casa Bianca. Il tema del confronto riguarda le normative che riguardano le grandi aziende tecnologiche e la gestione dei contenuti online, in particolare alla luce del Digital Services Act .
La dichiarazione della casa bianca sul commercio digitale e le tariffe di rete
Nei giorni scorsi, la Casa Bianca ha sottolineato che gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno concordato di non applicare o mantenere tariffe sulle reti di trasmissione digitale. Questo impegno impatta direttamente sull’assenza di dazi doganali relativi alla trasmissione elettronica di dati tra le due aree. Il portavoce della Commissione europea per il Commercio ha però precisato che questo accordo non limita la capacità dell’Unione di regolamentare autonomamente il proprio spazio digitale. Il rispetto dell’accordo sulle tariffe non ostacola quindi la legislazione interna europea, in particolare riguardo alla gestione e alla regolazione dei servizi digitali.
Le tariffe di utilizzo della rete e i dazi doganali digitali sono temi esplorati da tempo nel rapporto commerciale tra Stati Uniti ed Europa. Questa intesa mira a facilitare il commercio digitale senza creare barriere economiche applicate sui flussi elettronici, mantenendo però la sperimentazione normativa all’interno delle rispettive giurisdizioni. Da qui l’importanza di distinguere l’impegno commerciale da eventuali leggi che riguardano diritti digitali, censura o protezione di dati online.
Il digital services act non limita la libertà di espressione, secondo la Ue
Uno dei punti più controversi riguarda il Digital Services Act, il pacchetto legislativo dell’Unione europea che obbliga le piattaforme digitali a garantire trasparenza e responsabilità nelle scelte di moderazione dei contenuti. Alcune critiche, soprattutto da parte statunitense, hanno sollevato dubbi su possibili censure derivanti da queste regole. Il portavoce della Commissione europea, Thomas Regnier, ha ribadito che il Dsa non incide sulla libertà di parola, ma anzi protegge questo diritto all’interno del mondo digitale.
Il Dsa introduce norme che obbligano le grandi piattaforme a controllare contenuti pericolosi o illegali, ma senza intaccare la possibilità di espressione degli utenti. Regnier ha sottolineato come la normativa europea si concentri su trasparenza e responsabilità, strumenti necessari per evitare abusi e garantire che chi opera online rispetti valori democratici fondamentali. La posizione europea si distanzia da accuse di censura, sottolineando un approccio bilanciato che mira a contenere fenomeni di disinformazione e manipolazione senza penalizzare il dibattito pubblico.
Il dialogo tra Ue e congresso americano per chiarire malintesi sul digitale
La vicepresidente della Commissione europea ha incontrato Jim Jordan, presidente della commissione giudiziaria del Congresso americano, per confrontarsi sulle questioni legate al Digital Services Act e ai diritti digitali. Durante il colloquio, è stato chiarito il significato della normativa comunitaria, smontando alcuni fraintendimenti riportati negli Stati Uniti. Il portavoce ha riferito che la vicepresidente ha spiegato come l’Unione europea intenda mantenere il proprio sistema normativo, rispettando però gli impegni internazionali sui dazi.
Il dialogo recente tra Bruxelles e Washington mette in luce la delicatezza del rapporto commerciale e legislativo sul digitale, dove interessi economici e principi di legge si intrecciano. Le incomprensioni tra i due governi evidenziano le difficoltà di armonizzare regolamenti e collaborazioni in un ambito globale come quello delle piattaforme tecnologiche e dei servizi online. La volontà di confronto rimane aperta, per evitare tensioni e garantire un equilibrio tra controllo regolatorio e libera circolazione dei dati e dei contenuti.
Questi sviluppi rispecchiano i passi in avanti nel quadro delle relazioni transatlantiche sul digitale, dove la definizione dei confini normativi pesa su attività economiche rilevanti e sulla gestione degli strumenti principali di comunicazione di massa. Le prossime fasi vedranno probabilmente un continuo scambio per monitorare l’adeguamento della normativa europea e la sua compatibilità con le esigenze di un commercio digitale sempre più integrato.
Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Davide Galli