Temu, la piattaforma cinese di e-commerce, è finita sotto osservazione della Commissione europea per possibili infrazioni al Digital services act . Un’indagine preliminare ha portato alla luce diverse irregolarità nella gestione e nel controllo dei prodotti venduti sul loro marketplace, con implicazioni importanti sul rispetto delle nuove norme europee.
Indagine europea con acquisti invisibili rivela mancanze nella gestione del rischio
La Commissione europea ha eseguito un controllo approfondito, anche con acquisiti anonimi, per verificare la presenza di articoli non conformi su Temu. Il focus è stato sulla capacità della piattaforma di valutare e limitare il rischio che prodotti illegali vengano messi in vendita. L’esame ha evidenziato numerosi articoli, inclusi giocattoli e dispositivi elettronici, che non rispettano le normative vigenti. Questa verifica sul campo ha messo in luce aspetti critici della gestione interna di Temu nella fase di controllo e monitoraggio.
L’indagine è partita da sospetti relativi all’adeguatezza delle procedure messe in atto da Temu per individuare e rimuovere prodotti vietati o pericolosi. Il Digital services act chiede agli operatori di piattaforme online di condurre una valutazione puntuale dei rischi e di adottare misure efficaci per mitigare la presenza di contenuti o articoli irregolari. Nel caso di Temu, la valutazione effettuata nel 2024 è stata considerata troppo generica e priva di strumenti preventivi sufficientemente efficaci, lasciando spazio alla circolazione di merci non conformi.
Conseguenze legali e rischi per il fatturato in caso di conferma delle violazioni
Qualora le conclusioni preliminari venissero confermate, Temu rischia sanzioni pesanti a livello finanziario. Il Digital services act prevede multe che possono arrivare fino al 6% del fatturato annuo dell’azienda che non si adegua correttamente alle norme. Questo rappresenta una cifra significativa, considerando la crescita e la diffusione a livello globale della piattaforma cinese.
La proposta di multe così rilevanti è stata pensata per spingere le piattaforme a mettere in atto controlli rigorosi e a proteggere i consumatori dalla diffusione di prodotti illegali o rischiosi. La situazione di Temu, a oggi, rappresenta un caso emblematico dell’applicazione concreta delle regole europee sul commercio digitale e dei tentativi di rafforzare la sicurezza nel mercato online. Le autorità monitorano l’evolversi della situazione, in attesa di ulteriori riscontri e verifiche.
Il Digital Services Act e l’obbligo di controllo sulle piattaforme e-commerce
Il Digital services act, entrato in vigore con l’obiettivo di regolare in modo più stringente le attività delle piattaforme digitali in Europa, impone obblighi precisi sulle modalità di gestione dei contenuti e dei prodotti venduti online. Fra questi c’è l’obbligo di valutare le possibili minacce derivanti dalla vendita di prodotti illegali come merci contraffatte, pericolose o non a norma, e di definire le azioni per ridurre questi rischi.
Per gli operatori che gestiscono marketplace, le nuove regole prevedono anche rapporti trasparenti con le autorità e la comunicazione di azioni correttive frequenti. Temu, come vari attori del settore, deve adeguarsi a queste disposizioni per evitare provvedimenti di carattere sanzionatorio. La vicenda conferma come il controllo sugli e-commerce sia ormai centrale per le istituzioni europee, che puntano a tutelare consumatori e reputazione dei mercati interni.
In sintesi questo caso mostra come la sorveglianza a livello comunitario stia mettendo sotto pressione piattaforme globali e definendo nuovi standard sui controlli e sulla sicurezza dei prodotti in rete. Temu dovrà affrontare la verifica conclusiva dopo la fase preliminare, con possibili impatti immediati sulla sua attività commerciale in Europa.
Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Rosanna Ricci