L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui lavoriamo, con impatti concreti già visibili nelle grandi aziende americane. Marc Benioff, Ceo di Salesforce, ha dichiarato che tra il 30 e il 50% delle attività nella sua azienda è ormai svolto da sistemi automatizzati. Questo scenario apre un dibattito politico importante negli Stati Uniti: ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni senza tagliare gli stipendi potrebbe diventare realtà. Il senatore Bernie Sanders ha rilanciato questa idea, mettendo al centro la redistribuzione del tempo liberato dall’AI.
L’impatto dell’intelligenza artificiale nel lavoro quotidiano di salesforce
Marc Benioff ha spiegato come l’intelligenza artificiale abbia già assunto gran parte delle mansioni operative dentro Salesforce. Chatbot avanzati, strumenti predittivi e modelli generativi sono in grado di scrivere codice, analizzare dati e gestire clienti con un’accuratezza che supera spesso quella umana. Secondo Benioff l’efficienza raggiunta dall’IA arriva fino al 93%, un livello che permette agli operatori umani di concentrarsi su compiti strategici lasciando alle macchine quelli ripetitivi.
Questa trasformazione rappresenta una rivoluzione digitale del lavoro che modifica non solo i processi interni ma anche il concetto stesso di produttività aziendale. Tuttavia non mancano le conseguenze sociali: nei primi mesi del 2025 Salesforce ha eliminato oltre mille posti di lavoro proprio per integrare meglio questi sistemi automatizzati nei processi produttivi.
Impatto su risorse umane e automazione in altre big tech
Salesforce non è l’unica azienda a rivedere le proprie risorse umane in funzione dell’automazione spinta dall’IA. Amazon, Klarna e CrowdStrike hanno adottato strategie simili, sostituendo parti consistenti della forza lavoro con chatbot per assistenza clienti o software predittivi per pianificare vendite o generare contenuti digitali.
Questi cambiamenti puntano ad aumentare i profitti riducendo costi legati alla manodopera ma provocano anche disoccupazione tecnica e spingono i dipendenti a dover aggiornare rapidamente competenze spesso obsolete rispetto ai nuovi strumenti digitali adottati dalle aziende.
Bernie Sanders sottolinea come sia necessario restituire alle persone il tempo guadagnato grazie all’efficienza dell’IA invece di lasciare tutto nelle mani delle imprese senza modifiche agli orari lavorativi o ai salari.
La proposta politica americana per una settimana lavorativa più breve
Il senatore Bernie Sanders propone una riduzione della settimana lavorativa da cinque a quattro giorni mantenendo intatti gli stipendi dei dipendenti coinvolti. Questa idea nasce dalla constatazione che molte attività tradizionali vengono ormai svolte dalle macchine con maggiore precisione ed efficienza rispetto all’uomo.
La durata standard del lavoro settimanale – otto ore al giorno per cinque giorni – deriva dalla rivoluzione industriale ed è poco adatta alla realtà digitale attuale dove molte mansioni possono essere completate senza presenza fisica continua né tempi fissi rigidi ma basandosi su obiettivi specifici raggiunti entro scadenze flessibili.
Sanders invita quindi a ripensare completamente questa struttura temporale tradizionale considerando quanto spazio si possa liberare dal carico operativo grazie all’automazione intelligente senza penalizzare chi lavora economicamente ma migliorandone qualità della vita personale e familiare.
Dati sulla produttività legata all’intelligenza artificiale negli stati uniti
Studi condotti da istituti come MIT e Stanford indicano incrementi significativi nella produttività dovuti all’impiego dell’IA generativa: tra il 14% e il 34% in vari settori industriali statunitensi. Nonostante questo aumento tangibile però buona parte dei benefici resta confinata nei bilanci aziendali senza tradursi in vantaggi concreti sul piano sociale o salariale dei dipendenti coinvolti direttamente o indirettamente nell’utilizzo degli strumenti digitalizzati.
Bernie Sanders insiste sul fatto che tecnologia dovrebbe servire anche a migliorare condizioni materiali reali delle persone, non solo margini economici degli azionisti. La sua proposta punta dunque ad aprire uno spazio politico concreto attorno alla ridefinizione stessa del tempo dedicato al lavoro umano nell’era digitale.
Partnership tra pepsico e salesforce verso automazioni sempre più integrate
PepsiCo ha annunciato recentemente una collaborazione strategica con Salesforce finalizzata ad adottare Agentforce, piattaforma basata sull’intelligenza artificiale progettata per automatizzare funzioni cruciali come vendite, marketing, assistenza clienti. Questo sistema si integra perfettamente con altri servizi cloud offerti da Salesforce creando così un ecosistema unico capace centralizzare informazioni ottimizzando tempi operativi.
L’obiettivo dichiarato è alleggerire i team dai compiti manualmente ripetitivi affidandoli alle macchine così da concentrare risorse umane su attività creative o decisionali. Questa evoluzione tecnologica mostra chiaramente come grandi imprese stiano investendo pesantemente sull’automazione aumentando ulteriormente pressione sulle dinamiche occupazionali tradizionali.
Lo stato attuale del dibattito sull’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro italiano
In Italia la discussione pubblica riguardo IA applicata al mondo professionale rimane ancora limitata principalmente agli aspetti normativi ed etici contenuti nel decreto legge sull’intelligenza artificiale attualmente in fase d’approvazione. Si parla soprattutto responsabilità degli algoritmi, trasparenza decisionale, regole morali evitando però confrontarsi apertamente sulle ricadute immediate sui posti di lavoro reali.
Molte persone temono infatti sostituzioni automatiche mentre manca ancora un confronto approfondito sulle possibili soluzioni concrete relative orari, contratti, formazione continua necessaria affinché nessuno venga escluso dal nuovo mercato digitale emergente.
Il tema vero oggi riguarda quindi quale uso verrà fatto concretamente dello spazio temporale recuperabile grazie alle nuove tecnologie: se sarà destinato allo sviluppo personale oppure semplicemente reinvestito nella produzione aumentando carichi stress economici già elevati.