L’uscita della raccolta poetica la metrica dell’amore di sandro montanari, pubblicata nel 2025 da pioda imaging edizioni, solleva questioni profonde sull’amore, come esperienza umana e sentimento complesso. Il libro propone un dialogo tra la forma poetica e il tempo emotivo, scandendo l’amore in movimenti e pause che non possono essere misurati in modo convenzionale. Questo testo si inserisce nel panorama culturale contemporaneo offrendo una lettura concentrata sul valore umano di un sentimento spesso dato per scontato.
Il significato della metrica nell’esperienza amorosa
montanari sceglie consapevolmente la parola “metrica” per indicare una dimensione di ordine e limite nella dimensione amorosa. La metrica, che in poesia segna ritmo e pause, diventa metafora di come l’amore segua un proprio andamento, diverso dagli schemi rigidi della vita quotidiana o dalla fisica classica del tempo. Qui il tempo si dilata in momenti di nostalgia, si restringe in esperienze intense e si sospende in gesti di tenerezza.
Questa visione riconosce nell’amore una misura interna, invisibile ma evidente nelle emozioni e nell’intensità degli attimi condivisi. Il ritmo dell’amore si ripete con variazioni personali e soggettive, scavalca limiti e impone di ascoltare il presente con attenzione. montanari sembra invitare a rispettare questo tempo emotivo, a non forzarlo secondo logiche di fretta o consumo, bensì a viverlo in tutta la sua complessità.
L’amore come atto creativo e risposta alla perdita
Il libro lega strettamente l’origine dell’amore a un’esperienza di mancanza e dolore. montanari confessa che la scrittura di queste poesie è nata dalla perdita di una persona cara. Nel vuoto lasciato da questa assenza, le parole hanno cercato spazio e forma, quasi come un’urgenza di dare senso a ciò che sembra inspiegabile.
Questo collegamento tra amore e creatività sottolinea la natura di sentimento che nasce dal limite, dalla frattura, e che contemporaneamente richiama all’infinito. La poesia diventa lo strumento per esplorare le zone d’ombra dell’anima, per ascoltare quel silenzio che spesso accompagna la nostalgia. La scelta stessa del verso, con le sue interruzioni e sospensioni, riflette la tensione tra il pieno e il vuoto, tra la presenza e l’assenza di chi si ama.
montanari ci mostra come, dietro la parola poetica, ci sia sempre una pulsione forte, un bisogno genuino di mantenere viva la memoria di chi non c’è più. L’amore in questo contesto non si riduce a sentimentalismo, ma assume la forma di un atto esistenziale profondo che permette anche di confrontarsi con il dolore senza negarlo.
Poesia e intelligenza artificiale: limiti e dimensioni umane
Nel 2025, la riflessione di montanari assume un significato importante anche in relazione all’avanzare dell’intelligenza artificiale. Se questi sistemi possono riconoscere schemi, produrre testi o imitare emozioni, restano però incapaci di percepire l’urgenza e la sofferenza che guidano la produzione poetica autentica. L’IA non può esperire la perdita e l’assenza che pulsano nel cuore del poeta.
L’autore mette in evidenza la distanza tra la capacità tecnica di generare parole e la dimensione umana del desiderio di ascolto e di cura che solo l’esperienza e la sensibilità possono garantire. La poesia diventa così un atto che resiste all’automatizzazione, per via del suo legame con il vissuto emotivo reale e la fragilità di chi ama.
Memoria, silenzio e tempo: la ricerca della dimensione umana
La tensione tra la parola umana e il testo prodotto da algoritmi aiuta a capire quanto la poesia d’amore resti un fenomeno irriproducibile, che vive nelle pieghe dell’esperienza e non nella logica di impresa o tecnologia.
montanari invita a riscoprire valori spesso dimenticati nella società contemporanea, centrata sui risultati e la produttività. La poesia si fa voce dei ricordi, degli odori antichi e delle immagini legate alla fanciullezza, intesa come luogo dove nasce la creatività. Questi elementi si mescolano nel testo con il silenzio e il senso di attesa che il tempo produce.
Il rapporto con il passato, infatti, resta presente nel presente, perché la memoria riscoperta attraverso piccoli segni aiuta ad afferrare la complessità della vita. L’autore parla di un ritorno all’essenza, di un argine che sostiene di fronte alla deriva di un mondo concentrato sul possesso e sul profitto.
La tensione tra il riconoscere il limite umano e accettare la fragilità costituisce la base della riflessione poetica, che non evita il tema della mortalità. La polvere da cui proveniamo e a cui torneremo compare in diversi versi, sottolineando quanto questa consapevolezza aiuti a restare radicati nel presente e nei rapporti autentici.
Amore come guida nella società tecnologica
Nell’epoca in cui la tecnologia condiziona sempre più la vita quotidiana, la metrica dell’amore appare come una risposta a certe dinamiche più fredde della modernità. montanari recupera la figura dell’amore come faro, per citare shakespeare, capace di orientare nei momenti di confusione e travolgimento.
La raccolta suggerisce che, di fronte alla rapidità e all’apparente certezza della tecnologia, è necessario mantenere una bussola affidata ai sentimenti autentici. L’amore torna a essere quella stella che illumina e non vacilla, un punto fermo anche nel caos della trasformazione digitale diffusa.
Il messaggio finale del libro si presta a interpretazioni anche fuori dal campo strettamente poetico: indica la strada per salvaguardare ciò che rende umani in tempi che tendono a ridurre ogni esperienza al dato tecnico e numerico. La poesia di montanari svolge così una funzione preziosa per chi si confronta con il presente, ricordando la centralità della relazione e della cura reciproca.