La Commissione europea ha avviato una verifica sulle recenti modifiche apportate da Meta e Apple, a seguito delle sanzioni comminate ad aprile per infrazioni alla legge sui mercati digitali . Le autorità di Bruxelles hanno imposto multe significative ai due giganti della tecnologia, che ora devono adeguarsi alle regole stabilite dall’Ue entro scadenze precise. La situazione resta in evoluzione mentre i funzionari europei esaminano i cambiamenti proposti.
Le sanzioni inflitte a apple e meta per il mancato rispetto del dma
Ad aprile 2025 la Commissione europea ha multato Apple con 500 milioni di euro e Meta con 200 milioni per aver trasgredito il Digital Markets Act. Le violazioni riguardano due pratiche specifiche: Apple è stata contestata per la gestione restrittiva dell’App Store, mentre Meta è finita sotto accusa per il suo modello pubblicitario basato sul meccanismo “pay or consent”. Questo sistema consente agli utenti o di pagare per evitare pubblicità o di non pagare ma acconsentire all’uso dei propri dati personali. Bruxelles ha giudicato entrambe queste strategie incompatibili con le norme imposte dal Dma.
Un segnale chiaro dall’ue
Le multe rappresentano un segnale chiaro dell’impegno europeo nel far rispettare regole più stringenti nel mercato digitale, mirate a tutelare consumatori e concorrenza. I termini fissati dalla Commissione prevedevano che Apple e Meta si adeguassero entro il 26 giugno 2025, pena l’applicazione di ulteriori provvedimenti sanzionatori.
Come si stanno muovendo meta e apple dopo le multe ricevute
Dopo l’irrogazione delle sanzioni, sia Meta sia Apple hanno annunciato modifiche nelle loro politiche commerciali al fine di conformarsi alle disposizioni del Dma. Tuttavia, gli interventi adottati sono ancora sotto esame da parte della Commissione europea. Henna Virkkunen, vice presidente dell’esecutivo Ue responsabile del dossier digitale, ha spiegato durante una conferenza stampa a Bruxelles che “i team tecnici stanno valutando attentamente gli aggiornamenti presentati dalle aziende.”
L’obiettivo principale è verificare se i cambiamenti eliminino effettivamente gli ostacoli alla concorrenza imposti precedentemente dalle pratiche contestate. Nel caso in cui vengano riscontrate irregolarità residue o mancanze nell’adeguamento al regolamento europeo sui mercati digitali si procederà con nuove azioni legali o ulteriori multe.
Il dialogo tra istituzioni europee e colossi tecnologici rimane aperto ma rigoroso; ogni passo compiuto deve essere conforme alle direttive stabilite dal Dma senza margini interpretativi ambigui.
Un confronto continuo
Il dialogo resta fondamentale per assicurare che le regole vengano rispettate senza compromessi.
Implicazioni della vicenda sul futuro regolamentare dei mercati digitali in europa
La vicenda delle multe a Meta e Apple rappresenta un momento cruciale nella definizione delle regole che disciplinano l’attività delle grandi piattaforme online in Europa. Il Digital Markets Act vuole garantire equità nei rapporti commerciali tra operatori dominanti nel settore digitale ed altri soggetti economici più piccoli o utenti finali.
Attraverso questo strumento normativo l’Ue cerca di impedire pratiche anticoncorrenziali quali imposizioni ingannevoli sugli store virtuali e modelli pubblicitari poco trasparenti e invasivi nei confronti della privacy degli utenti. L’esempio recente dimostra come la Commissione non intenda abbassare la guardia neanche davanti ai colossi globalizzati capaci di influenzare i comportamenti economici su scala mondiale.
I risultati dell’attuale verifica sulle misure adottate da Meta ed Apple saranno osservati attentamente anche dagli altri operatori del mercato digitale internazionale, poiché potrebbero tracciare nuovi standard applicabili anche fuori dai confini europei e influenzarne scelte future.
Impatti a lungo termine
Le decisioni di Bruxelles avranno quindi ripercussioni importanti su come verranno gestiti servizi online, App Store, raccolta dati personali negli anni prossimi. Un passaggio fondamentale verso un controllo più stringente degli spazi digitali in nome della tutela dei diritti fondamentali degli utenti.