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La commissione europea presenta un codice di condotta volontario per l’intelligenza artificiale in vista del nuovo regolamento

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La commissione europea ha diffuso un codice di condotta destinato alle imprese che operano nel campo dell’intelligenza artificiale, in preparazione all’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario prevista per agosto 2025. Questo documento, elaborato con il contributo di esperti indipendenti e soggetto a partecipazione volontaria, mira a guidare le aziende nell’adeguarsi alle norme europee. Il tema è al centro di un acceso dibattito tra le multinazionali europee, molte delle quali ritengono che le regole siano troppo restrittive rispetto ad altri contesti internazionali.

Struttura e contenuti principali del codice di condotta europeo

Il codice di condotta è stato redatto da una commissione composta da 13 esperti indipendenti dopo aver raccolto opinioni e suggerimenti da oltre mille soggetti coinvolti nel settore tecnologico. Il testo si estende su quasi sessanta pagine e approfondisce tre punti fondamentali: trasparenza nei processi decisionali dei sistemi AI, tutela dei diritti d’autore nelle fonti utilizzate per l’addestramento dei modelli e garanzie sulla sicurezza informatica.

Raccomandazioni e obblighi nel documento

In particolare il documento raccomanda che i modelli AI evitino dati provenienti da siti web noti per attacchi informatici o attività illegali ricorrenti. Inoltre impone ai fornitori l’obbligo di monitorare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale affinché non includano espressioni offensive o violente durante le interazioni con gli utenti. Queste misure intendono prevenire abusi e garantire una maggiore affidabilità delle applicazioni sul mercato europeo.

Tempistiche e impatti della nuova legislazione sull’intelligenza artificiale

Le disposizioni contenute nel regolamento entreranno ufficialmente in vigore il 2 agosto 2025 ma saranno applicate gradualmente: dopo dodici mesi solo ai nuovi modelli AI immessi sul mercato mentre quelli già esistenti avranno due anni di tempo per adeguarsi completamente. L’obiettivo dichiarato dal legislatore comunitario consiste nell’assicurare sicurezza e trasparenza soprattutto nei confronti degli algoritmi più potenti disponibili in Europa.

Reazioni delle grandi aziende europee

Questo approccio ha suscitato reazioni contrastanti tra operatori economici ed istituzioni pubbliche: alcune grandi aziende europee come Airbus, Lufthansa, BNP Paribas e Mistral hanno espresso preoccupazioni riguardo alla rigidità delle norme definendo necessario sospendere temporaneamente l’applicazione della legge. Secondo queste società infatti la normativa rischia di frenare lo sviluppo tecnologico locale compromettendo anche la competitività globale dell’intero continente.

Critiche dal mondo industriale europeo ed estero verso la regolamentazione UE

Il gruppo composto da 46 imprese leader del settore digitale ha manifestato apertamente dissenso verso il quadro normativo definito dalla Commissione europea sostenendo che limiti troppo severamente lo sviluppo sia delle nuove tecnologie sia della loro diffusione nei vari settori produttivi europei. In particolare viene denunciata la difficoltà ad adottare soluzioni innovative su larga scala necessarie a competere efficacemente con altre potenze economiche mondiali.

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Opinioni di rappresentanti associativi e americani

Anche rappresentanti associativi come Boniface de Champris della CCIA , associazione che riunisce diverse imprese informatiche, hanno giudicato negativamente il codice appena pubblicato parlando addirittura “di oneri sproporzionati” imposti ai fornitori AI dopo mesi segnati da ritardi nelle scadenze previste dalla stessa Commissione europea.

Dal punto di vista internazionale emerge poi forte critica dagli Stati Uniti dove la nuova amministrazione mantiene una linea liberista su temi economici legati alla tecnologia digitale; J.D Vance vicepresidente americano aveva definito “esagerate” le regole adottate dall’Europa già a febbraio scorso sottolineando differenze sostanziali nella gestione normativa tra i due continenti.

L’attuale scenario resta quindi aperto a possibili modifiche legislative o interventi integrativi volti a bilanciare esigenze competitive con quelle normative senza rinunciare agli obiettivi fissati dalla UE sulla sicurezza digitale entro tempi ravvicinati previsti dalla legge comunitaria sull’intelligenza artificiale.

Written by
Matteo Bernardi

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