La Competition and Markets Authority , l’autorità britannica che vigila sulla concorrenza, ha messo sotto esame Google per il suo ruolo dominante nel settore dei motori di ricerca. L’obiettivo è applicare nuove regole che possano riequilibrare il mercato digitale del Regno Unito. Questa iniziativa si inserisce in un contesto normativo più ampio, nato con l’entrata in vigore del Digital Markets Competition Regime, pensato per affrontare i poteri crescenti delle grandi piattaforme tecnologiche.
La proposta della cma e le nuove normative sul mercato digitale
A gennaio 2025, la cma ha avviato una verifica approfondita sulla posizione di Google nel campo della ricerca online. La preoccupazione principale riguarda il potere che l’azienda americana esercita sia sui consumatori sia sulle imprese locali e internazionali presenti sul territorio britannico. La proposta avanzata dall’autorità consiste nell’assegnare a Google lo “status di mercato strategico”, una qualifica speciale prevista dal nuovo quadro regolatorio del Regno Unito.
Uno status con obblighi stringenti
Questo status comporterebbe obblighi stringenti e controlli più severi su come Google gestisce i suoi servizi digitali all’interno del paese. Le norme sono state introdotte proprio per impedire pratiche anticoncorrenziali e garantire maggior trasparenza nelle attività delle piattaforme più influenti. L’intento è creare condizioni favorevoli a nuovi operatori digitali e stimolare così innovazione e crescita economica attraverso una competizione più equa.
Impatti dell’indagine sulla posizione dominante di google
L’indagine della cma si concentra su diversi aspetti dell’attività di Google: dalla raccolta dati alle modalità con cui propone risultati nelle ricerche online fino agli effetti sulle scelte degli utenti finali. Il controllo mira a verificare se tali pratiche limitino effettivamente le possibilità degli altri motori o servizi concorrenti, riducendo così la varietà disponibile sul mercato digitale britannico.
In particolare, l’autorità vuole capire quanto questa supremazia possa danneggiare le piccole imprese locali o quelle emergenti che cercano spazio tra i giganti tecnologici globali. Nel contesto attuale infatti molte aziende dipendono dai risultati forniti da Google per raggiungere clienti o farsi conoscere; un sistema dominato da pochi può restringere queste opportunità commerciali.
Reazioni contrastanti: google difende i propri servizi ma rischia sanzioni
Google ha risposto alle mosse della cma tramite Oliver Bethell, portavoce per le questioni legate alla concorrenza. Secondo Bethell le misure proposte potrebbero avere effetti negativi sull’economia britannica perché metterebbero a rischio servizi che generano miliardi di sterline ogni anno grazie alla loro diffusione capillare tra gli utenti locali.
Il rappresentante sottolinea come gli strumenti offerti da Google favoriscano non solo consumatori ma anche tante imprese che sfruttano questi canali digitali per crescere e innovarsi nel commercio elettronico o nella pubblicità online. Tuttavia questo punto di vista deve fare i conti con la volontà regolatoria inglese orientata a prevenire abusi derivanti dalla concentrazione troppo forte in mano a pochi colossi tecnologici stranieri.
Evoluzione normativa e rapporti con le autorità europee
L’evoluzione normativa in corso potrebbe portare quindi ad una fase nuova nei rapporti tra big tech americani e autorità europee ed extraeuropee impegnate nella tutela dei mercati nazionali contro monopoli digitalmente consolidati negli ultimi anni.