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La camera approva il ddl sull’intelligenza artificiale con stanziamenti e regole precise per lavoro e giustizia

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Il 25 giugno 2025 la Camera dei deputati ha dato il via libera in seconda lettura al disegno di legge 2316, dedicato alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale in Italia. Il testo, già passato al Senato a marzo, ora torna a Palazzo Madama per l’approvazione definitiva dopo le modifiche introdotte. L’obiettivo è allineare le norme italiane all’AI Act europeo, fissando regole chiare su trasparenza, responsabilità e controllo umano nell’uso delle tecnologie AI.

Stanziamenti per l’intelligenza artificiale e reazioni dal mondo imprenditoriale

Il ddl prevede un investimento fino a un miliardo di euro destinato principalmente a sostenere imprese che operano nei campi dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza e delle tecnologie abilitanti. Questi fondi saranno impiegati soprattutto come capitale di rischio per startup e aziende innovative che sviluppano soluzioni AI sul territorio nazionale.

Nonostante questo impegno economico significativo, alcune associazioni industriali hanno manifestato dubbi sulla normativa. Confindustria ha segnalato come i nuovi oneri regolatori possano complicare il quadro normativo esistente aumentando l’incertezza legale attorno all’utilizzo dell’AI. Questa situazione potrebbe rallentare gli investimenti privati o ridurre la competitività delle imprese italiane rispetto ai concorrenti europei ed extraeuropei.

Le risorse previste dal governo puntano però ad alimentare lo sviluppo tecnologico nel paese offrendo supporto concreto alle realtà emergenti nel settore digitale. Si tratta di una mossa volta a consolidare posizioni strategiche in un campo considerato cruciale per il futuro industriale del paese.

Limiti rigorosi sull’impiego dell’intelligenza artificiale nella giustizia

Nel campo giudiziario il disegno di legge stabilisce divieti netti sull’utilizzo diretto dell’AI nelle decisioni legali che riguardano interpretazioni normative o provvedimenti giudiziari vincolanti. L’intelligenza artificiale potrà essere impiegata solo come strumento ausiliario nella ricerca di sentenze precedenti o dottrina rilevante ma non potrà sostituire mai la valutazione umana del giudice.

Questa scelta mira a tutelare l’autonomia degli operatori della giustizia mantenendo intatta la responsabilità personale sulle decisioni prese nei tribunali italiani. Inoltre si vuole garantire trasparenza procedurale evitando automatismi opachi che potrebbero compromettere i diritti dei cittadini coinvolti nei processi.

L’impostazione adottata riflette una cautela diffusa verso sistemi decisionali completamente automatizzati in ambito così delicato dove errori o discriminazioni possono avere conseguenze gravi sulla vita delle persone coinvolte nelle controversie legali.

Ruolo dell’intelligenza artificiale nella sanità: strumenti senza sostituzione medica

Anche nel settore sanitario viene chiarito che l’uso dell’intelligenza artificiale deve rimanere uno strumento d’aiuto ai professionisti medici senza mai prendere il posto della loro responsabilità diretta nelle cure erogate ai pazienti. L’obiettivo è migliorare prevenzione diagnosi e trattamento attraverso analisi dati più rapide ed efficaci ma sempre sotto stretto controllo umano.

Il ddl vieta espressamente qualsiasi forma di esclusione dall’assistenza sanitaria basata su algoritmi AI oppure influenzata da questi sistemi automatici senza supervisione clinica diretta da parte dei medici curanti.

Questa norma protegge sia i pazienti sia gli operatori sanitari preservando un equilibrio tra innovazione tecnologica e garanzia etica nell’erogazione dei servizi sanitari pubblici o privati sul territorio nazionale italiano.

Nuove regole sul lavoro: confronto sindacale obbligatorio e tutela contro abusi

Le aziende intenzionate ad adottare sistemi basati sull’intelligenza artificiale dovranno prima aprire un dialogo con le rappresentanze sindacali presenti nei luoghi di lavoro per discutere modalità uso impatti occupazionali eventuale monitoraggio dipendenti eccetera . Il disegno legge proibisce inoltre ogni utilizzo finalizzato al controllo remoto continuo dei lavoratori oppure pratiche discriminatorie basate su dati raccolti tramite AI.

I professionisti come avvocati commercialisti sono tenuti ad informare chiaramente i clienti quando si avvalgono di strumenti intelligenti digitalizzati durante lo svolgimento della propria attività , assicurando così trasparenza totale sulle procedure utilizzate.

Queste misure mirano alla salvaguardia della dignità umana dentro ambienti lavorativi sempre più digitalizzati evitando derive invasive o scorrette applicazioni degli algoritmi intelligenti nel rapporto datore-lavoratore.

Intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione: supporto con garanzie umane

Nel pubblico impiego si prevede l’inserimento graduale dell’AI come supporto alle decisionii amministrative ma sempre mantenendo saldi principi quali trasparenza controllabilità responsabilità umana . Non sarà consentita automazione completa né delega integrale alle macchine nelle scelte ufficialmente vincolanti.

La normativa sottolinea quanto importante sia conservare figure responsabili capacidi intervenire direttamente sui processidove necessario , garantendo cosí tutela degli interessati ed evitare erroridi sistema spesso difficili da correggere rapidamente se lasciate solo agli algoritmi.

Questo approccio evita scenari dove processipericolosamente affidati totalmente alla tecnologia rischiano divenire opachi ingovernabili dagli stessi enti pubblicicon conseguente perdita fiducia cittadina negli apparatistatali italiani.

Written by
Elisa Romano

Elisa Romano è una blogger italiana che si occupa di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. Con uno stile chiaro e coinvolgente, racconta i fatti e le storie del momento, offrendo riflessioni e approfondimenti per un pubblico sempre più attento e informato.

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