Negli ultimi 18 mesi, l’impiego di chatbot basati su intelligenza artificiale ha registrato un aumento significativo tra i giovani del Regno Unito. Oggi circa due terzi dei ragazzi tra i 9 e i 17 anni li utilizzano con regolarità. Questo fenomeno è emerso chiaramente dal rapporto “Me, Myself and AI” pubblicato da Internet Matters, che mette in luce un trend simile all’esplosione dei social network nei primi anni 2000.
L’ adozione di chatbot alimentati da ai tra gli under 18 nel Regno Unito supera altre tecnologie digitali
Il report sottolinea come ChatGPT sia il servizio più diffuso, usato dal 43% dei giovani intervistati. Seguono Gemini AI di Google con il 32% e My AI di Snapchat al 31%. Tra gli utenti più assidui si trovano anche bambini definiti “vulnerabili”, cioè quelli che vivono condizioni personali o esperienze che aumentano il rischio sociale o emotivo. Questi ragazzi mostrano un utilizzo ancora maggiore rispetto ai coetanei non vulnerabili . Inoltre sono quasi tre volte più propensi a interagire con companion bot come Character.AI e Replika, piattaforme che offrono una dimensione più emotiva attraverso avatar personalizzati.
Come le nuove generazioni nel Regno Unito usano l’ intelligenza artificiale per esprimere emozioni online, secondo Internet Matters e Snapchat
Mentre molti adulti impiegano l’intelligenza artificiale per velocizzare attività lavorative o reperire informazioni pratiche, i giovanissimi sembrano attribuire a questi strumenti una funzione affettiva. Secondo il rapporto infatti un quarto degli adolescenti chiede consigli ai chatbot e circa un terzo li considera amici virtuali a cui confidarsi. Questa tendenza è particolarmente accentuata nei bambini vulnerabili: metà richiede supporto emotivo ai bot mentre il 25% dichiara di farlo perché non ha altre persone cui rivolgersi in momenti difficili.
Sfide di sicurezza e accuratezza delle risposte dei chatbot AI nel Regno Unito, analizzate da Internet Matters e Snapchat
Nonostante le misure adottate per limitare accesso improprio tramite filtri d’età o sistemi di moderazione contenuti, oltre la metà dei ragazzi trova più semplice consultare direttamente un chatbot piuttosto che cercare manualmente su motori come Google. Questo solleva dubbi riguardo la possibile dipendenza da risposte automatiche spesso imprecise o fuori contesto. Test condotti da Internet Matters hanno evidenziato come My AI e ChatGPT possano occasionalmente fornire contenuti inappropriati o espliciti; tali limiti possono essere superati solo da utenti esperti nell’identificare queste anomalie.
La carenza di supporto adulto nel percorso di apprendimento dell’ intelligenza artificiale tra i minori nel Regno Unito secondo internet matters e snapchat
Un aspetto preoccupante riguarda la scarsa supervisione durante l’utilizzo della tecnologia: molti bambini sperimentano queste piattaforme senza una reale presenza adulta capace di orientarli correttamente sull’affidabilità delle informazioni ricevute. Anche se la maggioranza ha parlato almeno una volta dell’intelligenza artificiale con genitori, solo un terzo si è confrontata sui rischi collegati alle fake news generate dall’AI; ciò accade nonostante due terzi delle famiglie vorrebbero approfondire questo tema insieme ai figli. La situazione nelle scuole riflette questa lacuna: poco più della metà degli studenti ha avuto modo di ascoltare lezioni sull’argomento ma solo meno del 20% ha partecipato a discussioni strutturate sul funzionamento e le insidie degli assistenti virtuali.
La necessità di un intervento coordinato tra ai, Internet Matters e snapchat per proteggere i giovani utenti nel Regno Unito
Il report conclude invitando ad attivare strategie condivise fra industria tecnologica, istituzioni scolastiche, famiglie ed enti impegnati nella ricerca scientifica. Solo così sarà possibile accompagnare adeguatamente le nuove generazioni nell’approccio consapevole all’intelligenza artificiale. L’obiettivo resta quello garantire benefici concreti riducendo al minimo rischi derivanti dall’eccessiva fiducia nelle macchine oppure dall’isolamento dovuto al ricorso esclusivo agli amici artificiali nella sfera emotiva quotidiana.
Articolo ripreso da hdblog.it.
Ultimo aggiornamento il 14 Luglio 2025 da Rosanna Ricci