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Israel colpisce siti nucleari e militari in iran con attacco coordinato e uso di droni nascosti

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L’attacco lanciato da Israel in Iran la scorsa settimana rappresenta un’azione militare di grande impatto, frutto di anni di preparativi. La strategia ha coinvolto forze aeree, droni armati introdotti segretamente nel territorio iraniano e un complesso lavoro di intelligence che ha sfruttato anche l’intelligenza artificiale. L’obiettivo principale è stato colpire infrastrutture nucleari e alti ufficiali, riducendo in modo significativo la capacità di risposta iraniana. Il tutto ha interrotto i negoziati sul programma nucleare iraniano in corso in quell’area.

Anni di preparativi e operazioni segrete per colpire il programma nucleare iraniano

Dietro l’attacco israeliano c’è un lavoro di intelligence che si è sviluppato nel corso di almeno tre anni. Il Mossad, servizio segreto israeliano, ha condotto una lunga serie di indagini e operazioni per preparare il terreno. Alcuni ex funzionari dell’intelligence confermano che l’azione ha rappresentato la conclusione di questo lungo processo. L’elemento sorpresa è stato assicurato anche da una sottovalutazione iraniana, che non si aspettava un’offensiva durante i colloqui diplomatici con gli Stati Uniti sull’accordo nucleare.

Questo ha permesso a Israel di ridurre efficacemente le difese aeree e i sistemi missilistici iraniani subito dopo l’attacco. La scelta del momento, poco prima dell’incontro in Oman tra le parti interessate, evidenzia quanto fosse strategico il tentativo di frenare il programma nucleare iraniano, considerato da Tel Aviv una minaccia diretta. Secondo alcune fonti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato il via all’operazione dopo aver informato il presidente statunitense.

Uso di droni e armi nascoste per neutralizzare le difese iraniane

L’aspetto più peculiare dell’operazione è stata l’introduzione furtiva di piccoli droni armati e altri sistemi d’arma di precisione all’interno dell’Iran. Questi dispositivi sono stati posizionati vicino ai siti missilistici e alle postazioni di difesa aerea, garantendo colpi ravvicinati e mirati. I droni erano stati nascosti a bordo di veicoli che sono riusciti a entrare nel paese senza farsi rilevare.

La collaborazione tra Mossad e esercito israeliano si è concentrata su queste tattiche per superare le debolezze delle difese iraniane. In realtà, già durante alcune offensive aeree dell’ottobre precedente, erano emersi limiti nella capacità di reazione di Teheran. Quindi preparare un attacco combinato con droni introdotti segretamente si è rivelata una scelta vincente per ridurre rapidamente la forza del sistema militare iraniano.

Intelligenza artificiale e raccolta dati per selezionare i bersagli

Israele ha sfruttato l’intelligenza artificiale per cui si è dotato, impiegandola per incrociare dati e intercettazioni raccolti nel tempo. Questa analisi ha permesso di selezionare i target più sensibili e pericolosi per la sicurezza di Tel Aviv. Un ufficiale coinvolto ha riferito che i bersagli sono stati suddivisi in gruppi, ad esempio leadership militare, infrastrutture e civili, valutandone grado di minaccia e ruolo nella Guardia rivoluzionaria iraniana.

L’intelligenza artificiale ha aumentato la rapidità nel vagliare migliaia di dati, restituendo una visione precisa dei movimenti e delle abitudini di generali e scienziati coinvolti nello sviluppo nucleare. Fra i morti dell’attacco figurano il capo della guardia rivoluzionaria Hossein Salami e il generale Mohammed Bagheri. Il Mossad ha poi usato informazioni di spie per confermare i nomi e localizzare bunker sotterranei da colpire, eliminando così anche responsabili del programma missilistico.

Strategie di guerra e parallelismi con altri conflitti

Per quanto riguarda i sistemi di lancio missilistico iraniani, Israel ha colpito i veicoli utilizzati per il trasporto e il lancio. Un esperto ha paragonato questa mossa a un’operazione ucraina avvenuta di recente sul territorio russo, dove droni a basso costo hanno danneggiato una parte significativa della flotta aerea nemica. Lo stesso capo della polizia iraniana ha confermato la scoperta di veicoli con droni tattici, suggerendo il tentativo di esaurire le risorse di difesa aerea.

Queste tattiche mostrano come l’uso combinato di forze convenzionali e tecnologie di ultima generazione stia influenzando i conflitti nel Medio Oriente e altrove. Israele sembra puntare a colpire non solo infrastrutture ma anche il personale militare e scientifico di alto profilo, indebolendo la capacità di reazione a lungo termine del nemico.

Retroscena e precedenti operazioni contro il programma nucleare iraniano

Gli attacchi più recenti si inseriscono in una catena di azioni segrete che Israel ha compiuto contro l’Iran da anni. Tra queste ci sono operazioni informatiche, come il virus Stuxnet dei primi anni 2000, ritenuto una collaborazione israelo-americana per danneggiare le centrifughe iraniane. Nel 2018 Tel Aviv ha sottratto decine di migliaia di documenti riguardanti la ricerca nucleare di Teheran.

Il lavoro di intelligence ha creato una rete solida e di lunga durata nel paese. L’uccisione nel 2024 di Ismāʿīl Haniyeh, leader di Hamas nel territorio iraniano, ha mostrato l’abilità israeliana nel colpire anche al di fuori dei propri confini. L’azione della scorsa settimana quindi arriva dopo anni di raccolta dati, missioni sul campo e calcoli precisi, riconosciuta da generali e analisti come il frutto di una presenza radicata in iran.

Questo clima di tensione continua a condizionare i rapporti tra i due paesi e a influire sugli equilibri geopolitici in Medio Oriente, con implicazioni che si riflettono nelle relazioni internazionali e nei tentativi falliti di riportare stabilità nei negoziati nucleari.

Written by
Elisa Romano

Elisa Romano è una blogger italiana che si occupa di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. Con uno stile chiaro e coinvolgente, racconta i fatti e le storie del momento, offrendo riflessioni e approfondimenti per un pubblico sempre più attento e informato.

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