Il senato degli Stati Uniti ha dato il via libera a una delle riforme di bilancio più rilevanti dell’era Trump, il One Big Beautiful Bill Act. Questo pacchetto da 3.300 miliardi di dollari punta a rafforzare la presenza federale in settori chiave come l’intelligenza artificiale, la sicurezza informatica e i droni autonomi. Il testo è passato senza una misura molto discussa: la moratoria decennale che avrebbe bloccato le leggi statali sull’AI, bocciata con un voto quasi unanime. Ora si attende l’esame della Camera dei rappresentanti prima della firma presidenziale prevista per il 4 luglio.
Un pacchetto finanziario da record per tecnologia e difesa
Il disegno di legge riunisce tagli fiscali, aumenti alla spesa militare e fondi per infrastrutture in un unico provvedimento dal valore complessivo di 3.300 miliardi di dollari. Al centro ci sono oltre 6 miliardi destinati a progetti federali nell’ambito dell’intelligenza artificiale, dei droni autonomi e della cybersicurezza.
Finanziamenti per il commercio e la sicurezza governativa
Il dipartimento del commercio riceverà circa 500 milioni per sostituire sistemi informatici obsoleti con soluzioni AI commerciali capaci di migliorare la sicurezza degli uffici governativi entro il 2034. Molti uffici ancora utilizzano tecnologie risalenti agli anni ’90, rendendo urgente questo aggiornamento.
La parte più consistente del finanziamento va al settore militare: al Pentagono spettano circa 450 milioni per sviluppare intelligenza artificiale applicata alla costruzione navale robotizzata; altri 145 milioni sono destinati ai droni d’attacco autonomi; mentre il Cyber command vedrà aumentare i fondi di circa 250 milioni dedicati a progetti AI contro le minacce informatiche.
Altri stanziamenti importanti riguardano la protezione delle centrali nucleari e le nuove tecnologie ai confini nazionali , dove dogane e frontiere adotteranno sistemi basati su machine learning e computer vision per controllare sostanze illegali.
Uso dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario
Anche nel campo sanitario si punta all’adozione dell’intelligenza artificiale: algoritmi specifici saranno impiegati dal dipartimento della salute per ridurre sprechi ed errori nei programmi Medicare e Medicaid che nel solo anno scorso hanno registrato perdite superiori ai cento miliardi.
Moratoria sull’intelligenza artificiale bocciata dal senato
La questione più controversa ha riguardato una proposta che voleva bloccare gli stati dall’approvare nuove regole sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per almeno dieci anni. Questa moratoria avrebbe garantito alle grandi aziende tecnologiche uno scenario normativo uniforme evitando loro costosi adeguamenti alle diverse leggi statali.
Proposta originaria e modifica parlamentare
Inizialmente prevista su base decennale, poi ridotta a cinque anni durante i negoziati parlamentari, questa misura avrebbe sospeso anche norme già esistenti contro pratiche come i deepfake usati nella disinformazione politica o pornografia non consensuale.
Alcuni stati come California hanno vietato l’impiego dei deepfake nelle campagne elettorali proprio perché possono manipolare l’opinione pubblica tramite video falsificati; altri come Texas hanno criminalizzato la produzione non autorizzata di contenuti pornografici generati artificialmente spesso usati come strumento ricattatorio verso donne o ragazze; infine molte regioni hanno introdotto tutele specifiche sulla voce o immagine degli artisti riprodotte senza permesso tramite AI.
L’opposizione trasversale ha portato alla bocciatura quasi totale della moratoria con soli votanti favorevoli uno su cento presenti in Senato. L’emendamento decisivo è stato presentato da Marsha Blackburn repubblicana del Tennessee che ha così inflitto una battuta d’arresto significativa agli interesssi delle big tech fortemente impegnate nel lobbying sul tema.
Impatti sul quadro normativo americano dopo l’approvazione
Con lo stop alla moratoria rimangono valide tutte le normative statali vigenti ma anche quelle future volte a regolamentare l’uso responsabile dell’intelligenza artificiale negli ambiti civili ed economici più delicati quali privacy, diritti civili, lotta alla discriminazione algoritmica eccetera.
Le leggi sui diritti civili continueranno quindi ad applicarsi pienamente impedendo pratiche discriminatorie generate da software automatico basate su razza, genere, reddito o altre caratteristiche protette dalla legge americana.
Anche le normative sulla privacy dei consumatori restano operative evitando così rischiosi vuoti legislativi in materia digitale. In pratica ogni stato potrà mantenere o introdurre regole specifiche sulle tecnologie emergenti senza dover rinunciare al proprio potere regolatorio, cosa che era invece messa seriamente in dubbio dalla proposta originaria.
La fase successiva
Ora resta aperta la fase successiva, quella presso la Camera dei rappresentanti dove si attendono ulteriori dibattiti prima del passaggio definitivo. La posta è alta sia sul fronte tecnologico sia politico visto che questo provvedimento costituisce uno snodo cruciale nella strategia interna voluta dall’amministrazione Trump fino al termine del suo mandato.