Il ministero della cultura ha attivato un nuovo percorso formativo dedicato all’intelligenza artificiale applicata al settore culturale, con particolare attenzione ai large language models e alle tecniche di prompting. Il corso è parte del progetto Dicolab. Cultura al digitale, gestito dalla scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. Questo programma punta a sviluppare competenze pratiche e teoriche necessarie per integrare strumenti digitali avanzati nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale.
Destinatari del corso e contesto istituzionale
Il progetto formativo è rivolto principalmente ai dipendenti del ministero della cultura, ma è aperto anche a utenti esterni interessati a sviluppare competenze digitali nell’ambito culturale. Questo approccio mira a favorire un’ampia diffusione delle conoscenze sull’intelligenza artificiale applicata al patrimonio.
L’iniziativa rientra nelle strategie del PNRR, missione 1, componente 3 “Cultura 4.0”, investimento 1.1 sulle piattaforme digitali per il patrimonio culturale. È finanziata con fondi europei, nello specifico nell’ambito del programma Next Generation EU, con risorse destinate al miglioramento delle competenze digitali.
Ruolo della scuola nazionale del patrimonio
La scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali funge da ente attuatore, consolidando il ruolo del ministero nel promuovere l’adozione di tecnologie avanzate nella gestione culturale. L’obiettivo è rendere più efficiente la comunicazione, la conservazione e la fruizione dei beni culturali italiani grazie a strumenti AI.
Struttura e contenuti del percorso formativo sull’intelligenza artificiale
Il percorso si articola in quattro moduli distinti, progettati per offrire un’esperienza didattica varia che spazia da lezioni multimediali e corsi MOOC a webinar interattivi e sessioni hands on. Si concentra in particolare sul prompting, cioè l’arte di formulare comandi e input efficaci per guidare i modelli di intelligenza artificiale testuale.
Il primo modulo affronta i large language models, illustrandone il funzionamento e le potenzialità nell’ambito AI. Vengono spiegate le architetture di base, le applicazioni pratiche e le sfide legate all’uso di questi sistemi. Questo passaggio fornisce le fondamenta tecniche per capire come dialogare con l’intelligenza artificiale.
Il secondo modulo esplora l’etica nell’uso dell’intelligenza artificiale. Si pone l’accento su temi quali la trasparenza degli algoritmi, il rispetto della privacy e i rischi di discriminazione, invitando a riflettere sulle responsabilità di chi utilizza queste tecnologie nel mondo culturale.
Focus sulla comunicazione e contenuti multimediali
Il terzo modulo è dedicato alla comunicazione supportata dall’AI, con particolare focus sulla creazione e sull’analisi di testi prodotti tramite questi modelli. Vengono illustrate tecniche per migliorare l’efficacia comunicativa e per gestire criticamente i contenuti generati.
L’ultimo modulo si sofferma sull’intelligenza artificiale generativa applicata a contenuti multimodali, come immagini, video e suoni. Si analizzano strumenti per creare e valutare materiali culturali multimediali attraverso algoritmi AI, fornendo competenze operative specifiche.
Strumenti e metodologie adottate nel programma dicolab. cultura al digitale
Il corso utilizza una combinazione di strumenti digitali per facilitare l’apprendimento. Lezioni multimediali propongono contenuti spiegati con supporto di video e materiali interattivi. I corsi MOOC permettono di seguire gli argomenti in modo autonomo, garantendo flessibilità.
Webinar e sessioni hands on garantiscono un confronto diretto con esperti e la possibilità di sperimentare realmente le tecniche di prompting e di utilizzo dei modelli AI. Questo approccio pratico aiuta a trasformare la teoria in competenze operative spendibili sul campo.
I contenuti didattici sono studiati per coprire sia aspetti tecnici sia aspetti legati all’impatto sociale e culturale dell’intelligenza artificiale. La formazione si propone come uno strumento concreto per adattare il personale del ministero alle trasformazioni digitali in corso.
I partecipanti imparano a dialogare con i large language models, a operare con sistemi che generano testi e contenuti multimediali, e ad affrontare le implicazioni etiche di queste tecnologie. Così il patrimonio culturale può essere valorizzato ricorrendo a strumenti digitali contemporanei, senza perdere di vista la tutela e la responsabilità.
L’interesse promosso dal ministero della cultura verso queste competenze riflette il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nella comunicazione e gestione dei beni culturali in Italia e nel mondo. Gli investimenti messi in campo puntano a preparare il personale a un confronto diretto con le sfide imposte dal digitale.