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Il lavoro e la pensione nel 2025: come l’intelligenza artificiale cambia il concetto di uscita dal mondo attivo

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Negli ultimi decenni si è discusso molto sulle regole per andare in pensione prima o con assegni più alti. Ora però si apre una nuova strada che rivoluziona tutto: non sarà più solo il lavoratore a lasciare l’attività, ma insieme a lui un suo gemello digitale, un’intelligenza artificiale personale che rappresenta il suo capitale computazionale. Questo cambiamento coinvolge non soltanto la tecnologia ma anche aspetti sociali e culturali profondi.

La trasformazione del concetto di pensione attraverso l’intelligenza artificiale personale

L’idea che sta emergendo prevede che al momento della pensione non si tratti più solo di chiudere un capitolo lavorativo fisico, ma di trasferire parte del valore creato dal lavoratore a una sua controparte digitale. Questa “intelligenza artificiale verticale” conserva e sviluppa quel patrimonio immateriale fatto di dati, relazioni professionali e contributi intellettuali accumulati durante gli anni.

Le parole di valeria vittimberga sull’evoluzione previdenziale

Valeria Vittimberga, direttrice generale dell’Inps, ha spiegato questo scenario nel programma Codice trasmesso su Rai1 lo scorso luglio. Secondo lei oggi il valore di un dipendente non va misurato solo in base agli anni passati sul posto di lavoro o ai contributi versati. Conta piuttosto quel valore aggiunto prodotto dalle sue idee e dai suoi input propositivi che possono continuare a generare ricchezza anche dopo il suo ritiro dall’attività.

Questa visione sposta radicalmente le basi su cui poggiano i sistemi previdenziali tradizionali. Il singolo individuo diventa parte integrante di una rete digitale capace di estendere la propria presenza produttiva oltre i limiti temporali finora imposti dalla legge.

Come cambierà la gestione dei controlli previdenziali con gli algoritmi predittivi

La direzione presa dall’Inps è chiara: anziché basarsi esclusivamente su ore lavorate o contributi versati, verranno utilizzate reti neurali e intelligenze artificiali per monitorare le trasformazioni del mercato del lavoro in tempo reale. Questi strumenti permetteranno all’istituto previdenziale italiano di pianificare ispezioni e controlli con maggiore precisione grazie alla capacità predittiva dei modelli digitali.

Già ora alcune funzioni sono affidate all’AI per individuare anomalie o segnali d’allarme nei dati contributivi raccolti quotidianamente da milioni di italiani. La sfida futura sarà addestrare queste intelligenze artificiali affinché svolgano mansioni complesse legate sia alla valutazione delle performance sia alla gestione delle pratiche amministrative.

Esperienze internazionali e innovazione nel lavoro ibrido

In alcuni paesi asiatici ed emirati mediorientali questa pratica è già realtà: quando viene assunto un nuovo collaboratore si valuta anche quanto ha saputo “educare” la sua AI personale a supportarlo nelle attività quotidiane; quell’algoritmo diventa così una risorsa aziendale autonoma capace – in teoria – persino sostituirlo mantenendo produttività costante.

Questo modello sovverte i tradizionali confini tra attività produttiva vera e propria ed eventuale uscita dal mondo del lavoro perché rende possibile far convivere entrambe le fasi contemporaneamente tramite asset digitalizzati sempre attivi dentro l’organizzazione economica.

L’impatto demografico sull’evoluzione della forza lavoro italiana

L’Italia affronta uno scenario demografico complesso caratterizzato da bassissima natalità ed elevata longevità media della popolazione adulta. Siamo secondi al mondo per aspettativa media degli anni vissuti dopo i 70 anni; proprio questa fascia d’età mostra livelli crescenti d’impegno sociale ed economico inclusa la partecipazione al mercato del lavoro oltre i limiti tradizionali dell’età pensionabile.

Contributi economici delle fasce senior attive

Il demografo Giampiero Dalla Zuanna evidenzia come in regioni economicamente forti quali Lombardia o Veneto circa lo 0,5% del prodotto interno lordo derivi proprio da persone formalmente pensionate ma ancora attive professionalmente sotto varie forme .

Questa tendenza mette pressione sul sistema previdenziale obbligando ad adattarsi rapidamente alle nuove forme occupazionali ibride dove età anagrafica e status lavorativo diventano meno definitivi rispetto al passato; inoltre suggerisce nuovi criterî nella valutazione economica legata ai percorsi individualizzati dei singoli contribuenti tenendo conto dell’apporto immateriale generato durante tutta la vita professionale compreso quello veicolato attraverso strumenti digitalizzati personali come le AI verticalizzate menzionate dall’Inps stessa.

Written by
Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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