la commissione europea presenta il codice di buone pratiche per i modelli di intelligenza artificiale generativa
La Commissione europea si appresta a lanciare un nuovo Codice di buone pratiche dedicato ai modelli di intelligenza artificiale generativa , come Gpt-4 di OpenAI e Gemini di Google. Questo documento mira a definire le regole da applicare ai fornitori di questi sistemi, in particolare quelli che presentano rischi sistemici per la società e i diritti fondamentali. La presentazione ufficiale è prevista per giovedì 10 luglio, segnando una tappa importante nel percorso normativo europeo sull’intelligenza artificiale.
Il Codice arriva in un momento cruciale, dopo che la stesura definitiva era attesa già a maggio scorso. Si inserisce nell’ambito dell’AI Act, la legge europea sull’intelligenza artificiale che entrerà in vigore dal 2 agosto 2025 con scadenze progressive fino al 2027. In particolare, dal 2 agosto 2025 dovranno essere rispettate nuove regole per i modelli immessi sul mercato; mentre i modelli esistenti avranno tempo fino al 2 agosto 2027 per adeguarsi.
Dichiarazioni sulle tempistiche da parte della commissione europea
Secondo Thomas Regnier, portavoce della Commissione europea, il Comitato europeo per l’IA sta ancora discutendo sulle tempistiche precise relative all’attuazione del Codice. È emersa l’opportunità di completare le valutazioni entro la fine del 2025: “un termine anticipato rispetto alle scadenze previste dall’AI Act stesso”. Ciò consentirebbe alle aziende firmatarie del Codice una maggiore certezza giuridica durante questo periodo transitorio.
Le controversie sulla terza bozza e le modifiche apportate
La terza versione del Codice aveva sollevato forti critiche da parte degli addetti ai lavori e dei negoziatori europei coinvolti nei lavori parlamentari e al Consiglio Ue. Il testo era ritenuto troppo favorevole alle grandi aziende tecnologiche , suscitando preoccupazioni sulla tutela dei diritti fondamentali degli utenti.
Fonti interne al Parlamento segnalano però che il documento finale ha subito importanti revisioni rispetto all’ultima bozza circolata pubblicamente: sono stati rafforzati gli obblighi relativi alla valutazione dei rischi legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa e alle misure necessarie a ridurli efficacemente.
Impatto sulle aziende fornitrici e rischi della mancata adesione
Le imprese che sviluppano o distribuiscono modelli GpAI dovranno decidere se aderire volontariamente al Codice entro tempi stretti dopo la sua pubblicazione ufficiale. Chi sceglierà di sottoscriverlo potrà beneficiare della chiarezza normativa anticipata prima dell’applicazione piena dell’AI Act tra il 2026 e il 2027.
Chi invece non firmerà continuerà ad essere soggetto agli obblighi previsti dalla legge ma senza poter contare su questa forma aggiuntiva di garanzia legale offerta dal Codice stesso. Le sanzioni o controlli specifici rimarranno comunque in vigore secondo quanto stabilito dalla normativa comunitaria vigente.
Le autorità europee manterranno quindi un ruolo attivo nel monitoraggio delle attività delle società coinvolte nell’intelligenza artificiale generativa soprattutto dopo l’avvio formale delle norme previsto tra due anni circa.