L’interesse per l’intelligenza artificiale tra gli italiani continua a crescere nel 2025, con un aumento significativo di chi ne apprezza le potenzialità. Un rapporto recente presenta dati aggiornati su attitudini, conoscenza e preoccupazioni riguardo questa tecnologia che entra sempre più nella vita quotidiana e lavorativa. Tuttavia, permangono dubbi sulla sicurezza informatica e sulle fonti di informazione legate all’IA.
La diffusione e l’atteggiamento positivo verso l’intelligenza artificiale in Italia
Secondo il rapporto condotto da Ital Communications-Iisfa in collaborazione l’Istituto Piepoli e presentato al Senato, il 21% degli italiani si considera molto ottimista sulle evoluzioni dell’intelligenza artificiale. Questo segmento è cresciuto rispetto al 16% registrato nel 2024, segnalando una maggiore fiducia nel potenziale di questa tecnologia. L’uso di strumenti basati su IA è aumentato in maniera corposa: oggi il 77% della popolazione dichiara di avvalersene per varie attività, contro il 69% dell’anno scorso.
Nonostante la diffusione crescente, la conoscenza approfondita sull’argomento resta limitata. Solo il 7% degli italiani si sente realmente esperto di intelligenza artificiale, una percentuale stabile rispetto al 2024.. Questo dato evidenzia un divario tra utilizzo e competenze specifiche che potrebbe influenzare la capacità di gestire e comprendere pienamente le conseguenze della tecnologia nella vita di tutti i giorni.
L’indagine sottolinea che la maggioranza vede l’IA come uno strumento funzionale, in grado di supportare diversi aspetti personali e professionali. Dalla gestione delle attività quotidiane, all’automazione di processi complessi, la presenza dell’intelligenza artificiale si consolida nelle abitudini di molti cittadini, che ne riconoscono i benefici ma con un certo grado di cautela.
Paure diffuse sulla sicurezza informatica legata all’uso dell’intelligenza artificiale
Il rapporto segnala una crescita delle preoccupazioni relative ai rischi che l’IA può comportare, soprattutto dal punto di vista della sicurezza digitale. Il 67% degli intervistati teme che la propria sicurezza informatica possa subire danni a causa dell’uso improprio o malintenzionato di applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Tra questi, quasi uno su quattro dichiara un livello di preoccupazione molto alto.
Questa inquietudine riguarda aspetti come la vulnerabilità a attacchi informatici, il furto di dati personali, e la manipolazione digitale che può generare danni sia a livello individuale che collettivo. Nonostante la sensibilità verso questi pericoli, solo il 10% delle persone ritiene di possedere le competenze necessarie per riconoscere e difendersi da tali minacce. Al contrario, il 41% si sente totalmente incapace di gestire la questione, con un senso di insicurezza diffuso.
Il tema della sicurezza emerge così come uno dei nodi principali nella relazione tra cittadini e intelligenza artificiale. La diffidenza verso la tecnologia è strettamente legata alla consapevolezza di non avere strumenti adeguati per contrastare possibili rischi, segnalando la necessità di una maggiore formazione e informazione specifica nel campo della protezione digitale.
Perplessità catalogate sulle fonti di informazione e il fenomeno delle fake news
Quasi tutti gli intervistati riconoscono criticità nelle modalità con cui vengono comunicate le notizie al pubblico oggi. Il rapporto mette in luce come fenomeni come la diffusione di fake news creino confusione e ostacolino la fiducia nei mezzi di comunicazione. L’affollamento delle notizie, la presenza di esagerazioni e l’approfondimento spesso superficiale, contribuiscono a un percepito declino della qualità informativa.
Oltre alla quantità elevata di contenuti, pesa anche la difficoltà nel riconoscere fonti affidabili. Questo genera una sensazione di perdita di controllo da parte del pubblico, che fatica a orientarsi in un sistema mediatico sempre più complesso. La carenza di regole o la loro applicazione insufficiente sui social media peggiora ulteriormente la situazione, alimentando disorientamento e diffidenza.
Le informazioni negative, trattate con eccessivo rilievo, aumentano poi la percezione di un circolo mediatico che enfatizza paure e criticità, anziché fornire un quadro equilibrato della realtà. Questa dinamica si riflette in una scarsa fiducia verso gli strumenti di comunicazione e nelle incertezze legate anche all’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione dell’informazione.
Il rapporto Ital Communications-Iisfa conferma così uno scenario in cui l’IA vive un crescente apprezzamento ma accanto a timori che riguardano conoscenze approfondite, sicurezza digitale, e affidabilità delle fonti. Un quadro in cui la tecnologia è parte integrante della società italiana ma richiede ancora attenzione su aspetti cruciali legati alla tutela degli utenti e alla qualità dell’informazione.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2025 da Andrea Ricci