La recente escalation militare tra israele e iran, durata dodici giorni, ha lasciato dietro di sé non solo vittime e feriti ma anche una massiccia ondata di disinformazione circolata sui social. In questo contesto, l’uso dell’intelligenza artificiale per creare immagini e video manipolati ha segnato un nuovo capitolo nelle guerre moderne, complicando la distinzione tra realtà e finzione.
La tregua che ha posto fine al conflitto tra israele e iran
Il 24 giugno all’alba è entrata in vigore una tregua annunciata dal presidente degli stati uniti donald trump, mettendo fine a quella che è stata definita “la guerra dei dodici giorni” fra israele e iran. Il conflitto ha causato centinaia di morti su entrambi i fronti, con migliaia di feriti coinvolti negli scontri. Le operazioni militari si sono concentrate su attacchi reciproci che hanno colpito diverse aree strategiche nei due paesi.
Oltre alle conseguenze umane dirette, il conflitto è stato accompagnato da una battaglia parallela sul fronte informativo. Entrambe le parti hanno diffuso narrazioni contrastanti attraverso i canali digitali con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica nazionale ed internazionale. Questo scambio intenso di messaggi spesso si è basato su contenuti alterati o completamente falsificati.
La diffusione delle false narrative a favore delle due fazioni
Dall’inizio degli scontri sono emersi numerosi post sui social network volti a esaltare le capacità militari del proprio schieramento o a screditare l’avversario. Secondo quanto riportato dalla bbc, molte immagini o video presentati come prove tangibili dei danni subiti da israeliani o iraniani erano in realtà generati dall’intelligenza artificiale oppure risalivano ad eventi precedenti ma spacciati per attuali.
Un esempio significativo riguarda alcuni video virali attribuiti agli effetti degli attacchi israeliani sull’iran; questi filmati hanno raccolto oltre cento milioni di visualizzazioni complessive sulle varie piattaforme digitali ma si trattava in gran parte di materiale manipolato tramite algoritmi generativi. Anche i sostenitori israeliani hanno contribuito alla confusione diffondendo filmati vecchi relativi a proteste interne all’iran presentandoli come manifestazioni recenti contro il regime degli ayatollah.
Questa moltiplicazione delle informazioni distorte ha reso difficile capire cosa fosse reale nel flusso continuo d’informazioni durante quei giorni concitati.
Intelligenza artificiale: uno strumento chiave nella fabbricazione della disinformazione
L’impiego dell’intelligenza artificiale per produrre contenuti falsificati rappresenta un elemento centrale nell’attuale scenario digitale legato al conflitto fra israele e iran. Forbes sottolinea come modelli avanzati quali google veo 3 siano stati sfruttati per creare immagini molto realistiche riconducibili agli eventi bellici ma totalmente inventate.
Emmanuelle Saliba della società getreal security afferma che “questa potrebbe essere la prima volta in cui l’ia generativa viene utilizzata così diffusamente durante un combattimento reale su scala internazionale.” Il software google veo 3 riesce infatti a produrre scene credibili capaci però d’ingannare gli utenti meno esperti senza strumenti adeguati per verificarne la provenienza.
Prevenzione e limitazioni nell’uso dell’intelligenza artificiale
Per limitare questi rischi google deepmind assicura lo sviluppo responsabile dei propri sistemi intelligenti adottando regole precise volte alla tutela degli utenti contro usi impropri della tecnologia. I materiali creativi da veo 3 portano inoltre un watermark digitale visibile che aiuta ad identificarli come prodotti artificialmente; sebbene non infallibile questa misura consente almeno una prima forma d’individuazione rapida del falso nel mare magnum informativo online legato al conflitto appena terminato.