Google ha lanciato doppl, un’app sviluppata all’interno di Google Labs che permette agli utenti di provare virtualmente abiti e accessori grazie all’intelligenza artificiale. L’app sfrutta alcune delle tecnologie AI più recenti presentate durante la conferenza I/O 2025. Al momento disponibile solo negli Stati Uniti per dispositivi Android e iPhone, doppl punta a cambiare il modo in cui si sceglie l’abbigliamento online.
Come funziona doppl: vestirsi virtualmente grazie a una foto e un video animato
L’idea dietro doppl è semplice ma efficace. L’utente carica una foto a figura intera scattata da sé stesso; successivamente aggiunge un’immagine o uno screenshot dell’abito o accessorio che vuole “provare”. Il sistema trasferisce digitalmente il capo sulla figura dell’utente e crea un breve video animato in cui si vede la persona indossare quel vestito. Questo processo permette non solo di vedere come sta addosso il capo scelto ma anche di condividere facilmente il risultato con amici o familiari tramite le normali funzioni di condivisione su Android e iOS.
Il motore ai e le sue caratteristiche
Il motore AI dietro questa applicazione utilizza algoritmi avanzati per adattare la forma del vestito al corpo della persona nella foto, mantenendo proporzioni realistiche e movimenti naturali nel video finale. La possibilità di visualizzare l’abito in movimento aiuta chi acquista online a farsi un’idea più precisa prima dell’acquisto.
Disponibilità limitata: per ora solo negli stati uniti su android e iphone
Doppl è stato rilasciato ufficialmente soltanto sul mercato statunitense ed è compatibile sia con smartphone Android sia con iPhone. Non ci sono ancora notizie certe riguardo una possibile espansione internazionale o futuri aggiornamenti che porteranno nuove funzionalità o mercati aggiuntivi.
Google Labs tradizionalmente ospita progetti sperimentali sviluppati dai dipendenti durante parte del loro orario lavorativo; molti rimangono concetti mai diffusi pubblicamente mentre pochi riescono ad arrivare fino al rilascio ufficiale sotto forma d’applicazioni reali come accaduto stavolta con doppl.
Motivazioni della limitata diffusione
La scelta iniziale limitata agli Stati Uniti potrebbe essere dovuta alla necessità di test approfonditi prima della distribuzione globale oppure alle complessità legate alla gestione dei dati personali degli utenti in diversi paesi.
Google labs tra innovazione interna e limiti imposti dal contesto aziendale attuale
Google Labs nasce come incubatore interno dove i dipendenti possono dedicarsi liberamente allo sviluppo d’idee innovative senza pressioni immediate sui risultati commerciali. Storicamente questa strategia ha portato prodotti importanti come Gmail, nato proprio da uno sforzo simile nel passato.
Negli ultimi anni però Google sembra aver ridotto lo spazio dato a questi esperimenti spontanei, probabilmente influenzata dai tagli al personale avvenuti recentemente nell’organizzazione aziendale. La necessità d’una gestione più rigorosa delle risorse porta quindi ad approcci meno aperti rispetto al passato verso progetti non strettamente collegati agli obiettivi principali dell’impresa.
Doppl come eccezione recente
Doppl rappresenta dunque una delle poche eccezioni recenti: pur essendo ancora confinato nel ruolo d’esperimento concreto ma limitato geograficamente, mostra che Google continua comunque a investire nella ricerca applicata all’intelligenza artificiale anche fuori dalle sue piattaforme consolidate.
L’evoluzione futura del progetto sarà osservabile nei prossimi mesi quando eventualmente verranno annunciati nuovi mercati coinvolti oppure integrazioni nelle app già esistenti del gruppo Mountain View dedicate allo shopping digitale o alla realtà aumentata.