L’intelligenza artificiale continua a guadagnare terreno nel mercato globale, ma non tutti i consumatori si mostrano pronti ad accogliere questa tecnologia. Nonostante gli investimenti e le innovazioni, una parte significativa del pubblico manifesta scetticismo e riluttanza all’acquisto di prodotti presentati come basati sull’IA. Questo fenomeno emerge chiaramente da recenti studi condotti negli Stati Uniti che mettono in luce le ragioni dietro questa diffidenza e il modo in cui essa varia a seconda del tipo di prodotto e dell’età degli utenti.
La ricerca sulla percezione dei prodotti con intelligenza artificiale
Uno studio realizzato dalla Washington State University insieme alla Temple University ha analizzato come il linguaggio usato per descrivere un prodotto influisca sulle intenzioni d’acquisto. I ricercatori hanno sottoposto ai partecipanti diverse versioni di annunci pubblicitari: alcune evidenziavano esplicitamente l’uso dell’intelligenza artificiale, altre no. Il risultato è stato chiaro: i prodotti associati all’IA ricevevano meno interesse rispetto alle versioni senza riferimenti diretti a questa tecnologia.
Rischi percepiti in acquisti delicati
La differenza più marcata si è registrata nei casi di acquisti percepiti come delicati o rischiosi, quali automobili o servizi medici diagnostici. Qui la paura legata alla sicurezza o alla privacy ha pesato maggiormente nella decisione dei consumatori. Anche per beni considerati a basso rischio, come televisori o assistenza clienti automatizzata, l’effetto negativo era presente ma meno pronunciato.
Un esempio emblematico riguarda il frigorifero “intelligente”. Secondo Dogan Gursoy, docente esperto nel settore dell’hospitality business management e co-autore dello studio, questo elettrodomestico suscita poche aspettative positive tra gli acquirenti perché costa più delle versioni tradizionali ed è soggetto a continui aggiornamenti software che possono generare timori riguardo la raccolta dati sulle abitudini alimentari degli utenti.
Conferme da uno studio su larga scala negli stati uniti
Un’indagine parallela condotta da Parks Associates ha coinvolto circa 4 mila persone sparse sul territorio statunitense per verificare se l’etichetta “intelligenza artificiale” influenzasse davvero il desiderio d’acquisto dei consumatori. I risultati hanno confermato una tendenza simile: il 24% degli intervistati dichiarava che la presenza della dicitura IA rendeva un prodotto meno appetibile; solo il 18% lo trovava invece più interessante; mentre oltre metà sosteneva che non avrebbe cambiato idea.
Età e atteggiamenti verso l’ia
Le differenze emergono soprattutto guardando alle fasce d’età. Tra i giovani adulti , tra il 24% e il 27% mostrava maggiore propensione verso prodotti con IA rispetto al campione generale . Al contrario gli over 65 risultavano molto più scettici: ben il 32% affermava che sarebbe stato meno disposto ad acquistare qualcosa etichettata con intelligenza artificiale.
Radici culturali dello scetticismo verso l’intelligenza artificiale
Il sospetto nei confronti dell’IA non nasce solo da preoccupazioni pratiche legate ai costi o alla privacy ma anche dalla rappresentazione negativa offerta dalla cultura popolare negli ultimi decenni. Film come Megan raccontano storie dove robot apparentemente perfetti diventano minacce violente; serie tv cult come Black Mirror esplorano scenari distopici in cui algoritmi prendono controllo delle vite umane causando danni sociali profondi.
Questi racconti contribuiscono a creare un’immagine inquietante della tecnologia digitale avanzata agli occhi del grande pubblico e alimentano paure difficili da superare solo attraverso campagne pubblicitarie standardizzate.
Gli studiosi sottolineano quindi quanto sia importante fornire spiegazioni chiare sui benefici concreti offerti dall’intelligenza artificiale oltreché rassicurazioni sulla sicurezza nell’utilizzo quotidiano di questi strumenti tecnologici sempre più presenti nelle case e nelle aziende moderne.
Posizione critica di un giornalista su platformer
Il giornalista Casey Newton ha evidenziato recentemente su Platformer una posizione critica molto netta riguardo ai rischi potenziali legati all’espansione incontrollata dell’IA definendoli addirittura “esistenziali”. Newton cita gruppi critici secondo cui molte promesse attorno all’intelligenza artificiale potrebbero rivelarsi illusionistiche così come accadde tempo fa con fenomenologie digital commercialmente sopravvalutate quali gli NFT.
Nel dibattito attuale dunque convivono due posizioni estreme: chi considera l’IA una truffa destinata al fallimento commerciale, chi invece ne riconosce le potenzialità ma teme conseguenze negative gravi sul lungo periodo. Entrambe però concordano su un punto fondamentale:* senza adeguate precauzioni, lo sviluppo incontrollato potrebbe portare effetti indesiderabili rilevanti sia dal punto di vista sociale sia economico.*