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Dall’internet delle persone all’internet degli agenti: come le intelligenze artificiali autonome cambiano il web nel 2025

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L’evoluzione del web ha raggiunto una nuova fase con l’ingresso delle intelligenze artificiali autonome capaci di interagire tra loro e con gli esseri umani. Questa trasformazione interessa non solo la tecnologia, ma anche le strutture digitali, le competenze richieste agli operatori e i sistemi di sicurezza informatica. Il passaggio dall’Internet tradizionale a un ecosistema popolato da agenti intelligenti modifica profondamente il modo in cui si gestiscono dati, servizi e comunicazioni online.

Impatti sulle infrastrutture tecnologiche: sfide e cambiamenti

La diffusione degli agenti autonomici richiede un adeguamento significativo delle infrastrutture digitali esistenti. I data center devono supportare carichi dinamici molto più elevati dovuti all’attività simultanea dei numerosi software intelligenti attivi sulla rete globale.

Inoltre occorre ripensare i protocolli di comunicazione per garantire interoperabilità tra diversi tipi di intelligenza artificiale sviluppate da aziende differenti o basate su tecnologie diverse. Questo comporta investimenti in standard aperti capaci di assicurare scambio sicuro ed efficace d’informazioni senza perdita o manipolazioni indesiderate.

Le reti devono inoltre garantire bassa latenza perché molte applicazioni real-time dipendono dalla rapidità nelle risposte generate dagli agenti virtuali presenti nell’ambiente digitale condiviso.

Infine la gestione dell’enorme mole d’informazioni prodotte richiede soluzioni avanzate per archiviazione temporanea intelligente che riduca sprechi energetici mantenendo al contempo alta disponibilità dei dati critici durante tutte le fasi operative della rete intelligente.

Nuove competenze richieste nel mondo digitale del 2025

Con l’affermarsi dell’Internet degli agenti cresce anche la domanda professionale legata alla progettazione, manutenzione ed evoluzione delle reti intelligenti. Gli specialisti non devono limitarsi alla conoscenza tecnica tradizionale ma acquisire capacità specifiche nell’ambito dell’intelligenza artificiale distribuita.

Gli esperti chiamati a intervenire lavorano su algoritmi complessi capaci di autoapprendere dai comportamenti osservati, identificando anomalie nei flussi d’interazione fra macchine oppure migliorando continuamente l’efficienza operativa tramite aggiornamenti automatici.

Le figure professionali coinvolte spaziano dagli ingegneri informatici ai data scientist fino ai tecnici specializzati nella sicurezza informatica. Questi ultimi hanno un ruolo cruciale poiché gli attacchi contro sistemi basati su AI autonoma possono sfruttare vulnerabilità difficili da prevedere se non monitorate costantemente.

Inoltre diventa fondamentale formare chi utilizza queste tecnologie affinché comprenda limiti, rischi etici legati all’impiego massivo dell’intelligenza artificiale nelle attività quotidiane online.

La nascita dell’internet degli agenti: cos’è e come funziona

L’Internet degli agenti rappresenta un salto rispetto alla rete concepita per mettere in contatto persone attraverso dispositivi. Qui, invece, si parla di entità digitali dotate di autonomia decisionale che operano senza intervento umano diretto continuo. Questi agenti intelligenti possono scambiarsi informazioni, coordinare azioni complesse e risolvere problemi specifici in tempo reale.

Il funzionamento si basa su algoritmi avanzati di apprendimento automatico che permettono agli agenti di adattarsi alle condizioni ambientali della rete. Essendo interconnessi tra loro tramite protocolli dedicati, collaborano per ottimizzare processi come l’elaborazione dei dati o la gestione delle risorse digitali. La comunicazione avviene sia tra macchine sia con utenti umani attraverso interfacce naturali o sistemi vocali.

Questa struttura rende possibile una rete più efficiente nella distribuzione dei compiti e nella risposta a eventi imprevisti rispetto ai modelli precedenti dove ogni dispositivo dipendeva quasi esclusivamente dall’intervento umano o da server centrali fissi.

Sicurezza digitale nell’era degli agenti autonomici

La presenza diffusa d’intelligenze artificiali autonome apre scenari nuovi anche sul fronte della protezione digitale. Le minacce si evolvono parallelamente alle capacità crescenti di questi sistemi automatizzati: malware sofisticatissimi potrebbero mimetizzarsi dietro comportamenti apparentemente normali generati dai stessi agenti intelligenti compromessi.

Per questo motivo sono stati sviluppati strumenti altrettanto complessi basati sull’apprendimento profondo capace di riconoscere pattern anomali nei grandi volumi di traffico generato dalle reti AI. L’obiettivo è anticipare tentativi d’intrusione prima che possano causare danno rilevante a infrastrutture critiche oppure violazioni della privacy personale.

Un altro aspetto riguarda il controllo etico sulle decisioni dell’agente IA: bisogna evitare derive incontrollabili dove macchine prendono iniziative contrarie agli interessi del società civile. Perciò vengono implementati meccanismi trasparenti supervisori umani per bilanciare autonomia tecnica ed esigenze sociali.

Il futuro prossimo vedrà dunque uno sviluppo parallelo fra potenziamento tecnologico ed attenzione crescente verso norme giuridiche internazionali mirate e regolare lo spazio occupato dagli esseri artificiali in Internet senza compromettere diritti fondamentali utenti reali impegnati nella vita online quotidiana.

Written by
Matteo Bernardi

Matteo Bernardi è un blogger versatile che racconta con passione e precisione temi legati a cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. La sua scrittura unisce rigore informativo e attenzione per i dettagli, con l’obiettivo di offrire ai lettori contenuti aggiornati, accessibili e mai banali. Ogni suo articolo è pensato per informare e stimolare il pensiero critico.

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