Il dibattito attorno a ChatGPT e all’intelligenza artificiale generativa nasce da posizioni molto diverse. Da un lato, si esaltano le potenzialità di queste tecnologie come strumenti di progresso e crescita individuale; dall’altro, si sottolineano rischi legati a disuguaglianze, sfruttamento e impatti sociali difficili da gestire. Un libro appena pubblicato cerca di demolire le narrazioni entusiastiche e di mettere in luce criticità tuttora poco affrontate. Un’analisi approfondita delle implicazioni culturali, politiche e legali dei sistemi IA, condotta con il contributo di esperti italiani e basata su un confronto collettivo iniziato nel 2023.
Decostruire le narrazioni ottimistiche sulla generazione di contenuti artificiali
Il volume “Critica di ChatGPT” di Antonio Santangelo, Alberto Sissa e Maurizio Borghi si propone come una riflessione critica sulle narrazioni troppo idealizzate che circolano intorno alle intelligenze artificiali generative. Il libro si fonda sulla condivisione di idee tra studiosi e ricercatori del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino, che si sono confrontati per diversi mesi. Questa collaborazione interdisciplinare ha permesso di portare in luce aspetti spesso trascurati rispetto allo sviluppo e all’uso delle AI generative.
L’intento dichiarato è di mettere in discussione i cliché riguardo al futuro che attenderebbe la società grazie a ChatGPT e simili tecnologie. Il testo invita a fermarsi sull’oggi e sui nodi ancora aperti. Storie di successo e promesse di miglioramenti personali o collettivi si scontrano con questioni più complesse: la natura reale delle macchine, la loro progettazione, il contesto sociale e politico in cui si sviluppano. Questo approccio invita a guardare con maggior cautela e rigore tecnico alle trasformazioni indotte dall’intelligenza artificiale.
Impatto sociale e quadri interpretativi per comprendere la trasformazione digitale
Nel libro sono delineate quattro visioni che definiscono l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla società. La prima configura la tecnologia come strumento di emancipazione individuale in una società liberale, dove ogni persona avrebbe la libertà e le risorse per sviluppare i propri talenti. La seconda prospettiva vede queste innovazioni come veicolo di esclusione, esempio di come gruppi ristretti utilizzano la tecnologia senza interesse verso il benessere collettivo.
La terza visione ha un ruolo più responsabile: spera che le AI aiutino a risolvere problemi comuni come disuguaglianze e cambiamenti climatici. Infine, c’è il punto di vista che considera la trasformazione digitale capace di ridurre pregiudizi e divisioni sociali, promuovendo una comprensione più inclusiva delle differenze culturali e sociali.
Questi scenari offrono uno schema per interpretare le diverse reazioni al fenomeno IA. L’analisi dimostra come la tecnologia non sia neutra, ma modellata dai valori e dalle priorità sociali che la circondano. Chi programma e chi controlla queste macchine influisce profondamente sul modo in cui esse agiscono nella realtà.
Il rapporto tra umano e macchina: definire l’intelligenza nelle intelligenze artificiali
“Critica di ChatGPT” dedica attenzione anche al dibattito su cosa significhi parlare di “intelligenza” applicata alle macchine. Diverse differenze emergono confrontando l’intelligenza umana con quella artificiale, a partire da processi cognitivi, creativi, di apprendimento e di giudizio. Il libro si concentra sul modo in cui i sistemi AI generativi si inseriscono nella nostra vita, dipendendo dal contesto sociale e culturale in cui si sviluppano.
Gli autori sottolineano come le tecnologie non possano essere scisse dal contesto di origine, che influenza le scelte di progettazione e gli obiettivi. I modelli di intelligenza artificiale riflettono interessi di chi li mette a punto, spesso orientati da logiche economiche e politiche, che in parte determinano anche i dati usati per addestrarli. Questo doppio legame solleva questioni etiche e di potere che avranno conseguenze per tutti.
Le narrazioni diffuse da media e divulgazione scientifica contribuiscono a costruire una visione spesso distorta o parziale, capace di nascondere rischi legati a ingiustizie e copiature di testi precedenti. Si invita quindi a sviluppare un approccio critico fondato sulla conoscenza reale dei funzionamenti e delle implicazioni profonde di queste macchine.
Le sfide legali e politiche dell’intelligenza artificiale nella società contemporanea
Il libro dedica una parte sostanziosa alle questioni giuridiche connesse all’uso crescente di intelligenze artificiali generative. Viene evidenziato come la legge spesso arranchi dietro l’evoluzione rapida della tecnologia, in particolare quando si tratta di diritto digitale. Nonostante l’urgenza di regolamentare, si nota una certa riluttanza ad imporre vincoli stringenti al settore, per timore di rallentare lo sviluppo.
Questo atteggiamento lascia spazi vuoti in cui si amplificano abusivi sfruttamenti di dati e opere creative, elementi fondamentali per alimentare queste macchine. Il capitalismo estrattivo sottostante al modello di business delle grandi aziende tecnologiche si basa proprio sull’accesso e la monetizzazione di queste risorse umane, trasformate in materia prima per generare profitto.
Il contrasto tra chi fornisce dati e contenuti necessari e chi possiede i mezzi per usarli si fa sempre più intenso. L’evoluzione delle sentenze e delle decisioni delle autorità sarà determinante per capire se il diritto potrà avere un ruolo nel prevenire abusi o sarà marginalizzato. Si apre qui uno scontro centrale per il futuro del sistema giuridico e per la tutela dei cittadini.
Regole possibili per la governance delle intelligenze artificiali: lavoro, disuguaglianze e diritti
Tra le questioni che una regolamentazione della IA deve affrontare emerge la rapidità con cui queste tecnologie cambiano. È complesso stabilire chi debba vigilare e come intervenire su interessi spesso contrapposti. Questo riguarda in primo luogo i lavoratori che, con la diffusione dell’automazione e degli algoritmi, si trovano a perdere opportunità e condizioni salariali, oppure soffrono discriminazioni invisibili ai più.
Il testo descrive un quadro in cui gruppi diversi, dal migrante sfruttato nel digitale all’agricoltore, condividono molte problematiche pur provenendo da contesti lontani. Il problema si fa politico quando si pensa a come unire questi interessi frammentati per una mobilitazione efficace, visto che non c’è più una classe sociale forte e centrale come nel passato industriale.
Inoltre, i cambiamenti nelle forme di partecipazione e nei rapporti sociali rendono difficile creare legami di solidarietà tra chi subisce gli effetti negativi delle tecnologie. Si dice che le nuove generazioni, abituate alle interazioni virtuali con forme di intelligenza artificiale, trovino più arduo il confronto umano collettivo. Questa situazione impone una riflessione profonda sulle modalità con cui costruire nuovi modelli di rappresentanza e tutela nel contesto digitale.
Il libro “Critica di ChatGPT” si impone quindi come un contributo fondamentale per comprendere le tensioni che rendono complessa la convivenza con l’intelligenza artificiale e per indicare alcune delle tappe ineludibili da affrontare in termini culturali, sociali e normativi.
Ultimo aggiornamento il 21 Luglio 2025 da Serena Fontana