L’attenzione all’impatto ambientale delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale cresce, specialmente quando si tratta di strumenti molto diffusi come chatgpt. Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, ha fornito dati concreti sul consumo energetico del chatbot per rispondere a dubbi comuni riguardo i costi ecologici di questa tecnologia. Il confronto con dispositivi di uso quotidiano aiuta a inquadrare meglio la quantità di energia e acqua impiegati per alimentare i data center.
Stima del consumo energetico per una singola risposta di chatgpt
Secondo Sam Altman, ogni risposta generata da chatgpt utilizza circa 0,34 wattora, quantità che si associa all’energia consumata da un forno in poco più di un secondo. Per rendere più concreto il dato, si può anche paragonare a una lampadina ad alta efficienza che resta accesa per un paio di minuti. Questa comparazione cattura l’attenzione, perché le utenze casalinghe rappresentano un termine di paragone comprensibile per gran parte del pubblico.
Altman ha sottolineato un altro aspetto spesso trascurato: in termini di consumo d’acqua per il raffreddamento dei server, si utilizzerebbe una quantità molto ridotta, pari a circa un quindicesimo di cucchiaino d’acqua per singola risposta. Questo dettaglio è importante considerato che il raffreddamento rappresenta una fetta rilevante dei consumi indiretti legati ai data center.
Impatto ambientale e sviluppi previsti per ridurre consumi e costi
L’amministratore delegato di OpenAI ha indicato come nel tempo i consumi legati all’intelligenza artificiale tenderanno a diminuire, avvicinandosi progressivamente a valori paragonabili a quelli dell’elettricità domestica. Questo risultato è atteso grazie a progresso nelle tecnologie di calcolo, all’ottimizzazione dei modelli alla base dell’IA e a una disponibilità crescente di fonti energetiche a basso impatto.
Tra i trend indicati troviamo un’offerta di energia che nelle prossime decadi dovrebbe diventare “abbondante a livelli radicali”. È un riferimento esplicito alla trasformazione del settore energetico globale, oggi in fase di forte cambiamento grazie a fonti rinnovabili e metodi innovativi di produzione.
strategie aziendali per l’energia e la sostenibilità dell’intelligenza artificiale
Diverse grandi aziende tecnologiche stanno tentando di contenere l’impronta ecologica dei loro data center collegati all’intelligenza artificiale. Google, ad esempio, sta valutando l’uso di piccoli reattori modulari per alimentare i propri server, un’opzione che promette efficienza e riduzione delle emissioni. Microsoft ha invece deciso di investire nuovamente in impianti nucleari per le proprie infrastrutture, puntando su fonti stabili e con basso impatto di carbonio.
Questi esempi mostrano approcci diversi ma convergenti verso una maggiore sostenibilità dei processi necessari per far funzionare ai massimi livelli le applicazioni di IA.
vantaggi derivanti dall’adozione dell’intelligenza artificiale in ambito scientifico e produttivo
Sam Altman ha invitato a considerare i benefici che l’intelligenza artificiale ha già portato e potrebbe portare, soprattutto nell’ambito della scienza e della medicina. Secondo il CEO, l’IA offre strumenti che hanno accelerato le scoperte e aumentato la produttività in vari settori, con rischi contenuti e consumi inferiori alle attese.
L’enfasi è posta sul fatto che il progresso scientifico, sostenuto dall’IA, rappresenta la vera spinta per migliorare la qualità della vita. Lo sviluppo di nuove conoscenze e tecnologie può produrre mutamenti significativi, capaci di superare gli attuali limiti del presente.
Il dibattito sui consumi energetici dell’intelligenza artificiale continua sullo sfondo di questi dati e dichiarazioni, mentre la ricerca di un equilibrio tra innovazione e sostenibilità resta centrale per le aziende e la società.
