ChatGpt consuma quanto un forno in un secondo e usa pochissima acqua per raffreddare i Data Center

Matteo Bernardi

13 Giugno 2025

Scopri quanto energia e acqua usa davvero ChatGpt, secondo Sam Altman di Openai, e come l’Ia può migliorare il futuro senza pesare troppo sull’ambiente.

Sam Altman, CEO di Openai, ha voluto fare chiarezza su un tema caldo: quanta energia serve a far funzionare ChatGpt? In un post sul suo blog pubblicato recentemente, ha spiegato che una singola risposta del chatbot consuma circa 0,34 wattora. Per farti capire meglio: è come tenere acceso un forno per poco più di un secondo o una lampadina a led per qualche minuto.

Questa cifra sorprende perché spesso si pensa che l’intelligenza artificiale richieda quantità enormi di energia. Invece, Altman sottolinea che il consumo è molto più basso rispetto alle aspettative comuni.

Quanta acqua serve davvero per raffreddare i Data Center

Oltre all’elettricità, c’è anche il tema dell’acqua necessaria per mantenere freschi i server dove gira l’Ia. Anche qui la quantità è davvero ridotta: si parla di circa un quindicesimo di cucchiaino d’acqua per ogni risposta generata da ChatGpt.

Questo dato aiuta a smontare l’idea che i Data Center siano dei “mostri” assetati d’acqua. Certo, servono risorse ma non in modo esagerato come si potrebbe pensare.

Progresso e sostenibilità: verso un’Ia più efficiente

Altman ha aggiunto che con il progresso tecnologico i consumi dell’intelligenza artificiale diminuiranno ancora. I modelli diventeranno più efficienti e le fonti energetiche saranno sempre più abbondanti e pulite nel prossimo decennio.

L’obiettivo è avvicinare il costo energetico dell’Ia a quello dell’elettricità comune, rendendo questa tecnologia sostenibile anche dal punto di vista ambientale.

L’Intelligenza Artificiale può migliorare la qualità della vita senza pesare sull’ambiente

Nel suo post Altman ha voluto sottolineare anche gli aspetti positivi dell’Ia: dalla Scienza alla Medicina, questa tecnologia sta portando benefici concreti al mondo intero.

Secondo lui, i vantaggi superano i rischi e permettono progressi scientifici più rapidi e una produttività maggiore. Questo significa migliori cure mediche, scoperte scientifiche accelerate e soluzioni innovative ai problemi globali.

L’impronta ambientale ridotta rende possibile usare l’intelligenza artificiale come uno strumento potente senza compromettere la salute del pianeta.

Grandi aziende e energia pulita: la sfida ambientale dell’Ia

Il problema del consumo energetico non riguarda solo Openai ma tutto il settore tech. Google sta esplorando soluzioni innovative come piccoli reattori nucleari modulari per alimentare i suoi Data Center senza inquinare troppo.

Anche Microsoft ha deciso di investire nuovamente nelle centrali nucleari proprio per garantire energia pulita ai suoi sistemi basati sull’intelligenza artificiale.

Questi esempi mostrano come la sfida ambientale legata all’Ia stia spingendo le aziende a cercare fonti alternative e sostenibili.

Una visione ottimista per il futuro dell’Ia

Altman chiude con una visione ottimista: “Il futuro può essere molto migliore del presente”. Il motore principale sarà proprio il progresso scientifico favorito dall’intelligenza artificiale.

Se sapremo gestire bene consumi ed efficienza energetica, potremo sfruttare appieno le potenzialità dell’Ia senza danneggiare l’ambiente.

In questo senso la tecnologia non è solo uno strumento digitale ma una leva fondamentale per costruire un mondo più sostenibile e avanzato.


Openai continua così a lavorare su modelli sempre più potenti ed efficienti mentre cerca di mantenere sotto controllo l’impatto ambientale della sua intelligenza artificiale. Un equilibrio delicato ma necessario nel cammino verso un futuro digitale responsabile.

Ultimo aggiornamento il 13 Giugno 2025 da Matteo Bernardi