L’istituto Reuters ha rilasciato il Digital News Report 2025, sondaggio che misura la fiducia degli italiani nelle principali testate d’informazione e il loro rapporto con le notizie online e offline. Per l’ottavo anno di fila, l’ansa guida la classifica di affidabilità, confermando il ruolo centrale nella comunicazione quotidiana del Paese. Il rapporto mette in evidenza anche le dinamiche di utilizzo delle diverse fonti, dai siti web alle tv, fino ai social media e ai nuovi strumenti digitali come l’intelligenza artificiale.
Ansa al vertice della fiducia degli italiani
L’ansa si conferma per l’ottavo anno consecutivo la testata che gode della maggiore fiducia tra gli italiani, con un indice al 74%. Questo dato emerge chiaramente dal Digital News Report 2025, stilato dall’istituto Reuters, che in Italia fotografa anche l’andamento di altre realtà editoriali. Dopo l’ansa, SkyTg24 e Il Sole 24 Ore si posizionano a pari merito con il 67%, mentre Tg La7 segue con il 61%. Questi valori riflettono la percezione del pubblico verso fonti che si sono affermate per la qualità e serietà dell’informazione, aspetto fondamentale per mantenere un legame stabile con il lettore in un periodo segnato da forte frammentazione mediatica e disinformazione.
Il dato sembra confermare una continuità nella preferenza per i media che mantengono tradizione e rigore, anche in una fase storica in cui il linguaggio e i canali si evolvono rapidamente. La leadership dell’ansa si deve anche alla lunga storia e alla capillarità nella raccolta e diffusione delle notizie a livello nazionale e internazionale.
I siti d’informazione italiani più seguiti
Secondo il rapporto, ansa.it è al secondo posto per numero di visitatori settimanali, con una quota del 17%. Si tratta di un risultato di rilievo che la mette a pari merito con tgcom24 online. La vetta spetta a Fanpage, che registra una copertura del 22%. Al quarto posto compare SkyTg24, seguita da Repubblica.it e Rai News online.
Questa classifica riflette le dinamiche di consumo dei contenuti digitali nel nostro paese. I siti si contendono l’attenzione degli utenti offrendo non solo notizie, ma anche video, aggiornamenti in tempo reale e format interattivi. I numeri indicano che l’utenza digitale nelle principali testate è ampia e diversificata, con preferenze che variano in funzione delle abitudini e dei dispositivi impiegati.
Sempre secondo la ricerca, tra i mezzi di comunicazione più consumati in Italia, i telegiornali Mediaset mantengono il primato come programmi tv più visti, seguiti da Rai, TgCom24, SkyTg24 e Rai News24 che compartono una quota molto simile, mentre Tg La7 si posiziona più indietro. Il panorama evidenzia quindi un consumo ancora radicato nella tv tradizionale, nonostante la crescita online.
Abitudini di consumo, fiducia nelle notizie e uso dei social
L’indagine condotta in 48 Paesi ribadisce in Italia una fiducia complessiva nel mondo dell’informazione al 36%, con un lieve aumento di due punti percentuali rispetto al 2024. Questo lieve miglioramento mostra una moderata ripresa della fiducia in un contesto che presenta ancora molte difficoltà.
I dati però mostrano anche che le persone che pagano per accedere a notizie online si riducono ulteriormente, passando ora al 9%. Questo segnale indica una reale resistenza a investire direttamente per avere informazione, forse legata all’offerta gratuita o alla percezione del valore di ciò che viene proposto. Il 26% degli italiani condivide notizie tramite social, chat e email, soprattutto su WhatsApp e Facebook, anche se questi spazi segnano un calo, mentre crescono piattaforme come Instagram e TikTok.
L’81% degli utenti legge le notizie usando lo smartphone, confermando come il telefono mobile sia il mezzo privilegiato per informarsi. La carta stampata continua nel suo lento declino, con solo il 12% dei lettori che la sceglie come fonte, contro il 59% del 2013. La televisione rimane stabile intorno al 65%, mentre l’online è ormai alla fruizione del 68%. Il consumo tramite social si attesta al 39%, e più bassi sono quelli su podcast di news e chatbot basati su intelligenza artificiale, rispettivamente al 6% e al 4%.
I cambiamenti nel mercato dei media in italia
Il rapporto Reuters segnala un cambiamento profondo nel sistema mediatico italiano, condizionato in modo deciso dalle piattaforme digitali e la riorganizzazione della televisione. Le grandi aziende tecnologiche straniere come Google, Meta e Netflix dominano le entrate online, creando difficoltà per i principali editori tradizionali. Anche se la tv mantiene una stabilità relativa nel consumo, i giornali cartacei non riescono a frenare la loro erosione.
In particolare, rimane problematico il tema della disponibilità degli utenti a pagare per le notizie sul web. Si profila quindi una pressione crescente sui modelli di guadagno, necessitando approcci nuovi e più flessibili. Questa situazione accompagna i progressi tecnologici e una crescente diversificazione di forme e contenuti del giornalismo.
Il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale e le sue implicazioni
L’analisi mette in rilievo anche il crescente interesse verso l’intelligenza artificiale in ambito giornalistico. In Italia, a fine 2024, il Garante Privacy ha emesso un richiamo al gruppo Gedi riguardo alla collaborazione con OpenAI, citando il rischio di violazioni delle normative UE sulla protezione dei dati. Questo episodio conferma le attenzioni e i controlli crescenti sulla tecnologia applicata all’informazione.
A marzo 2025 il quotidiano Il Foglio ha sperimentato una edizione completamente generata da intelligenza artificiale. L’iniziativa è stata interpretata come una prova tecnica e un tentativo di promozione, più che un cambio di paradigma nel modo di fare informazione tradizionale. Resta forte quindi la prudenza nel bilanciare opportunità tecniche e responsabilità editoriali.
Il modello membership si espande tra le testate digitali native
Nel quadro italiano prende piede il sistema di ‘membership’ tra le testate nate sul digitale, come Fanpage, Il Post, Open, HuffPost, Linkiesta e Citynews. A differenza dei tradizionali paywall, questi siti mantengono tutti i contenuti principali accessibili gratuitamente. L’idea è di preservare un vasto traffico e quindi la raccolta pubblicitaria.
Gli abbonati godono invece di servizi extra, quali podcast esclusivi, newsletter dedicate e un’esperienza di navigazione senza pubblicità. Questo sistema crea un legame diverso con il lettore, basato più sulla fidelizzazione e l’offerta di contenuti aggiuntivi, senza restringere l’accesso alle notizie di base. Tale modello sembra destinato a diventare un’opzione sempre più diffusa per gli editori italiani, in risposta alle sfide del mercato digitale.