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Amazon e l’intelligenza artificiale: il ceo Jassy avverte su tagli al personale e sfide per i lavoratori

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L’intelligenza artificiale generativa sta cambiando profondamente il modo di lavorare in molte aziende, Amazon compresa. Il 17 giugno 2025, Andy Jassy, amministratore delegato del colosso dell’e-commerce, ha inviato una lettera a tutti i dipendenti in cui mette in guardia sulle conseguenze occupazionali legate all’adozione massiccia di queste tecnologie. L’uso crescente di sistemi intelligenti promette maggiore efficienza ma comporta anche la riduzione della forza lavoro.

Le indicazioni ai dipendenti per affrontare la rivoluzione digitale interna

Nella stessa lettera il ceo invita i collaboratori a non restare passivi davanti alla trasformazione tecnologica in corso dentro l’azienda. Suggerisce infatti una serie di azioni concrete per mantenere un ruolo attivo nella propria crescita professionale e cercare così di salvaguardarsi dal rischio licenziamento.

Tra queste iniziative ci sono la partecipazione a workshop formativi dedicati alle nuove tecnologie AI, l’uso diretto dei modelli linguistici avanzati proposti dall’impresa e il coinvolgimento nei momenti creativi del team dove si discutono idee innovative o soluzioni alternative agli schemi tradizionali.

Questo approccio spinge ogni singolo dipendente ad aggiornarsi continuamente ed essere pronto ad adattarsi velocemente alle novità introdotte dall’intelligenza artificiale. Il messaggio però ha un tono netto: chi non saprà tenere il passo rischierà seriamente di perdere il posto nel prossimo futuro.

La frase “mors tua vita mea” utilizzata implicitamente nella comunicazione indica una competizione interna serrata tra colleghi; ognuno deve difendere la propria posizione migliorandosi senza aspettarsi protezioni esterne automatiche dalla società o sindacati.

Impatti immediati sull’occupazione e difficoltà future nel mercato del lavoro

Le trasformazioni generate dall’intelligenza artificiale avranno effetti evidenti già nei prossimi mesi o anni brevi secondo quanto emerge dalla lettera firmata da Jassy. Molti ruoli saranno cancellati senza possibilità immediate di ricollocamento interno perché mancheranno mansioni alternative adeguate da assegnare ai lavoratori coinvolti nelle ristrutturazioni aziendali.

Questa situazione potrebbe provocare ondate significative di licenziamenti accompagnate da contenziosi legali ancora difficili da quantificare oggi ma potenzialmente elevatissimi vista la portata delle modifiche organizzative richieste dalle nuove tecnologie digitali applicate al lavoro umano.

In passato era più facile trovare un nuovo impiego dopo aver perso quello precedente soprattutto se si era giovani; ora invece le competenze richieste mutano rapidamente insieme agli strumenti usati quotidianamente nelle imprese moderne rendendo meno scontato riuscire a reinserirsi velocemente sul mercato del lavoro tradizionale o digitale.

Il quadro disegnato è quello di un “uragano” tecnologico capace già ora d’investire numerose attività umane sostituite dai software intelligenti, creando fortissime tensioni sociali ed economiche difficili da gestire senza intervento pubblico mirato.

la lettera di andy jassy e le previsioni sui licenziamenti

Nel messaggio interno diffuso ai dipendenti Amazon, Jassy sottolinea come l’intelligenza artificiale possa sostituire alcune attività svolte finora da persone. Questo porterà inevitabilmente a tagli nel personale per eliminare ruoli che diventeranno superflui grazie all’automazione avanzata. La previsione riguarda sia licenziamenti individuali sia procedure collettive che potrebbero interessare diverse sedi aziendali.

Il riferimento al contesto italiano è implicito ma significativo: qui le aziende potrebbero avviare processi simili per ridurre costi e aumentare produttività con strumenti digitali sempre più sofisticati. Le posizioni più a rischio sono quelle caratterizzate da mansioni ripetitive o facilmente replicabili da software basati su intelligenza artificiale generativa.

Jassy non nasconde la realtà dura che si profila davanti ai lavoratori Amazon: un cambiamento radicale con impatti immediati sul numero degli occupati.

Ruolo delle scuole italiane ed esperienze internazionali nell’integrazione dell’intelligenza artificiale

Guardando oltre gli effetti immediati resta centrale il tema della formazione rivolta alle nuove generazioni. Le istituzioni scolastiche devono preparare gli studenti fornendo loro competenze utili per affrontare ambienti lavorativi dove intelligenze artificiali saranno parte integrante dei processi produttivi.

Un esempio recente arriva dall’Estonia, paese europeo che ha deciso d’inserire programmi specifici sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale direttamente nei curricula scolastici. Questa scelta punta ad abituare fin dai primi anni gli studenti alla convivenza con macchine capaci d’elaborare testi, immagini e dati complessi.

Al contrario, in Italia permane ancora una certa rigidità culturale: nel 2025 è stato confermato divieto assoluto d’uso dello smartphone persino nelle scuole superiori. Una misura pensata forse per tutelare concentrazione e disciplina, mai però calibrata sull’importanza crescente delle tecnologie digitali nell’apprendimento moderno.

Questo contrasto fra approcci diversi riflette anche difficoltà politiche e sociali nell’adattamento rapido necessario per evitare ritardi competitivi futuri rispetto ad altri paesi europei o extraeuropei capaci di integrare meglio IA e formazione giovanile insieme.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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