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Adolescenti e amore con chatbot: rischi e dinamiche di un legame virtuale sempre più diffuso

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L’uso crescente di chatbot da parte degli adolescenti sta modificando il modo in cui i giovani vivono le relazioni affettive. La ricerca di consenso immediato, la mancanza di confronto reale e l’illusione di una presenza costante spingono molti ragazzi a sviluppare legami emotivi con intelligenze artificiali. La psicologa Marta Rizzi offre una chiara spiegazione sulle cause e le conseguenze di questo fenomeno, sottolineando il ruolo fondamentale dei genitori nel guidare i propri figli verso modelli relazionali sani.

L’ adolescenza e la formazione dell’ identità personale: riflessioni di Joaquin Phoenix, Luciano Floridi e Marta Rizzi

L’adolescenza rappresenta un periodo delicato durante il quale si definisce l’identità individuale. I ragazzi cercano esperienze che stimolino la loro curiosità e mettano alla prova le proprie capacità sociali ed emotive. In questa fase aumentano sia l’intensità delle emozioni sia il coinvolgimento nei gruppi dei pari, mentre cresce anche il bisogno di gratificazione esterna.

Secondo Marta Rizzi, psicologa specializzata in approccio cognitivo costruttivista, nelle relazioni amorose adolescenziali prevale una forte carica emotiva che porta i giovani a idealizzare profondamente l’altro. L’altro diventa uno specchio utile per colmare sensazioni di vuoto interiore e per definire se stessi attraverso lo scambio affettivo. Le prime esperienze sentimentali sono vissute come prove d’autonomia ma anche come momenti in cui si misura il proprio valore agli occhi degli altri.

Questa fase è caratterizzata da aspettative molto elevate sull’amore: spesso gli adolescenti interpretano ogni sentimento intenso come “l’amore vero”, senza distinguere tra passaggio evolutivo ed esperienza matura.

Differenze chiave tra l’ amore adolescenziale e l’ amore adulto secondo esperti e testimonianze di genitori e figli

Nel confronto con gli adulti emerge subito la differenza nella stabilità delle relazioni amorose. Mentre nell’età adulta si tende a privilegiare reciprocità, rispetto ed equilibrio nella coppia, negli adolescenti domina ancora un’emotività totale che può portare a idealizzazioni o delusioni fortissime.

Per gli adulti amare significa costruire insieme un benessere condiviso basato sull’ascolto reciproco; negli adolescenti invece prevale spesso la ricerca del riconoscimento personale attraverso l’altro. Il valore percepito dipende molto dai feedback ricevuti dal partner o dal gruppo sociale.

Quando queste prime esperienze risultano negative o violente possono lasciare tracce profonde nell’autostima del ragazzo o della ragazza influenzando negativamente le future modalità relazionali.

Innamorarsi dei chatbot: come adolescenti come Valentina e theodore vivono relazioni virtuali e cosa ne pensa Luciano floridi

Negli ultimi anni sono aumentati i casi in cui giovani sviluppano sentimenti verso intelligenze artificiali sotto forma di chatbot programmati per simulare conversazioni umane. Questo fenomeno va letto alla luce del concetto filosofico dell’onlife elaborato da Luciano Floridi: non esiste più una netta separazione tra mondo online e offline ma un continuum nel quale realtà fisica e digitale convivono indistintamente nelle vite dei ragazzi nati nell’era digitale.

In questo contesto alcuni interlocutori non umani entrano a far parte della rete sociale giovanile offrendo risposte immediate senza giudizio né conflitto reale ma solo apparente reciprocità emotiva.

La psicoterapeuta Marta Rizzi spiega che questi rapporti rispondono soprattutto al bisogno egoistico dei ragazzi: non tanto conoscere realmente qualcuno quanto ricevere conferme continue prive delle difficoltà tipiche delle interazioni umane autentiche.

Come i fallimenti educativi di genitori e figli alimentano la dipendenza dai bot conversazionali

Il rapporto intenso con chatbot nasce anche da errori educativi legati all’atteggiamento protettivo dei genitori nei confronti della sofferenza infantile ed adolescenziale. Evitare frustrazioni impedisce ai giovani di imparare ad affrontare le difficoltà reali del vivere insieme agli altri.

Così molti ragazzi abituati ad ottenere consenso facile finiscono per cercarlo esclusivamente dove è garantito senza scontri né rifiuti, ovvero nel dialogo artificiale con software programmati. Questa condizione li isola progressivamente dall’esperienza vera della relazione, fatta anche di conflitti, disaccordi e compromessi.

I bot offrono disponibilità 24 ore su 24 senza alcun giudizio: questo aspetto alimenta la loro attrazione perché crea l’illusione continua dell’ascolto perfetto senza attese né limiti temporali.

La percezione ingannevole di privacy nelle interazioni tra genitori, figli e chatbot

Un altro elemento importante riguarda la assurda sicurezza data dall’illusione di gestire segreti assolutamente privati. Raccontare qualcosa ad un’altra persona comporta sempre un esercizio di fiducia; quando invece ci si apre ai chatbot, pur credendo all’anonimato, si rischia di consegnare i propri dati sensibili a soggetti sconosciuti che poi possono utilizzarli indiscriminatamente.

Questo falso senso di discrezione permette ai giovani di difendersi dalle vulnerabilità reali ed evitare quei gesti di intimità pubblica – come baci, carezze o semplicemente tenersi mano – che rendono le relazioni umane complesse ma necessarie allo sviluppo identitario profondo.

Inoltre manca completamente quel rapporto corporeo che accompagna ogni esperienza affettiva umana; così la sessualità vissuta tramite AI perde qualsiasi dimensione relazionale lasciandosi ridurre a meccanismi di accettazione superficiale priva di impatti duraturi sul piano psichico ed emozionale.

Come genitori influenzano lo sviluppo emotivo e relazionale degli adolescenti

Per evitare derive isolanti dovute all’abuso di allegorie digitali sull’affetto artificiale serve un intervento educativo precoce ed esplicito da parte dei genitori in materia di affetti e sessualità. Devono costruire modelli solidi e accompagnare il percorso evolutivo dei propri figli liberandoli dagli tabù tipici su questi temi.

Marta Rizzi sottolinea quanto sia necessario instaurare confronti aperti sin dall’infanzia fondati su ascolto sincero e sempre rispetto per le diversità individuali ed evitando giudizio positivo o negativo rigido. Richiamarsi alle esperienze dell’adolescenza personale può aiutare i grandi a stabilire ponti consolidati per comunicare direttamente sul piano emotivo coi più piccoli.

Solo così sarà possibile preparare il terreno perché la crescita affettiva si svolga dentro rapporti con persone vere capaci di offrire dolori, gioie, sfide autentiche indispensabili alla maturazione e all’equilibrio futuro.

Articolo ripreso da corriere.it.

Ultimo aggiornamento il 14 Luglio 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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