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Zambrotta su Gattuso e la rinascita azzurra: entusiasmo e identità al centro

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Zambrotta commenta la rinascita azzurra guidata da Gattuso. - Unita.tv
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La Nazionale italiana sta per scrivere un nuovo capitolo con Rino Gattuso alla guida. Gianluca Zambrotta, campione del mondo nel 2006, si apre senza filtri sul tecnico e sul futuro degli azzurri. Nel racconto, emerge anche il suo viaggio personale nel calcio, che offre uno sguardo diretto sulle sfide e le speranze del nostro calcio.

Da Como al mondo: l’inizio di Zambrotta

Gianluca Zambrotta cresce a Como, dove comincia a giocare a calcio nel 1986, nei campetti dell’oratorio. Il suo talento sboccia nei campi di provincia, soprattutto nel quartiere di Rebbio, con l’US Alebbio sotto la guida di mister Giorgio Taiana, a cui è ancora molto legato. Quelle radici sono rimaste un punto fermo per lui, il fondamento del suo modo di vivere il calcio.

All’epoca, niente tecnologia o strumenti sofisticati: contava solo la passione e l’impegno giorno dopo giorno. Zambrotta si fa notare piano piano e arriva la chiamata in Nazionale nel febbraio 1999, durante la partita contro la Norvegia a Pisa. Era un giovane del Bari, tra campioni già affermati. La sua ricetta? Lavorare duro e stare concentrato, senza distrazioni.

La sua carriera decolla con la Juventus, in un periodo di grandi allenatori come Ancelotti e Lippi. È proprio Lippi a spostarlo nel ruolo di terzino, una mossa che cambia tutto. In quel ruolo conquista spazio e fiducia, prima con la Juve e poi, dopo il ritiro di Maldini, anche in Nazionale, dimostrando di saper difendere e attaccare con uguale efficacia.

Mondiale 2006: tra paura e cuore

Il 2006 è un anno che Zambrotta e l’Italia non dimenticheranno mai. Il Mondiale in Germania comincia con un infortunio per lui: uno stiramento al retto femorale che rischia di tenerlo fuori. Ma Lippi ha fiducia nella squadra e in lui. Il tecnico riesce a tenere unito il gruppo, proteggendolo quasi come un muro contro le pressioni esterne.

Quella fiducia e quel legame tra compagni sono stati decisivi. Zambrotta ricorda ancora l’emozione mista a tensione, la paura di non farcela e la voglia di vincere. Lippi sapeva quando essere duro e quando proteggere, come dimostra quella famosa conferenza stampa in cui ha difeso la squadra a spada tratta.

L’Italia vince il Mondiale, un trionfo che resta nella storia. Quel successo nasce da sacrificio e compattezza, valori che Zambrotta associa anche alla propria idea di umiltà e dedizione.

Dopo il ritiro: Zambrotta punta sui giovani

Finita la carriera da giocatore, Zambrotta si dedica a un nuovo obiettivo: trasmettere ai giovani valori e metodi diversi. Ha fondato l’Eracle Football Club, una società dilettantistica che accoglie ragazzi con l’idea di farli crescere senza pressioni, lasciando spazio al divertimento e alla libertà di giocare.

Anche suo figlio Riccardo, nato nel 2012, vive questa esperienza in un ambiente che mette al primo posto il piacere di stare in campo. Il messaggio di Zambrotta nasce dagli insegnamenti dei suoi genitori: giocare senza ansia ma con impegno, coltivando la passione.

Oltre al club, Zambrotta lavora con nomi come Cesare Prandelli e Simone Perrotta per rifondare il calcio giovanile italiano. Il progetto vuole invertire il calo dei talenti, puntando meno su schemi rigidi e più su tecnica e fantasia.

Si cerca di tornare a un calcio più libero, responsabile e creativo, capace di far emergere nuovi campioni pronti a portare l’Italia in alto. La base è chiara: la crescita passa dalla gioia del gioco, non solo dal rispetto di tattiche strette.

Gattuso, il nuovo ct che parla di sudore e cuore

Zambrotta ha grande fiducia in Rino Gattuso, il nuovo commissario tecnico azzurro. Ex centrocampista famoso per grinta e temperamento, Gattuso porta con sé esperienza e preparazione. Ma soprattutto incarna quei valori di sacrificio e umiltà che nascono nei campi di provincia, dove tutto comincia.

Zambrotta sottolinea come Gattuso abbia sempre superato difficoltà personali e sportive con tenacia, diventando un esempio. Il suo carattere si sposa perfettamente con la necessità di ritrovare un’identità chiara e un entusiasmo vero nella Nazionale, due cose che negli ultimi anni sono mancate.

Il nuovo ct sa cosa significa affrontare pressioni e aspettative, perché le ha vissute in prima persona. La sua storia è fatta di fatica e costanza, dove l’umiltà ha fatto la differenza. Quel fuoco negli occhi, dice Zambrotta, è quello che serve per riportare la squadra in alto.

Oggi, sotto la guida di Gattuso, la Nazionale vuole ritrovare non solo un gioco convincente ma un’anima, fatta di tecnica e cuore, capace di coinvolgere giocatori e tifosi. La strada è dura, ma Gattuso ha dimostrato di avere quello che serve per provarci davvero.

Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Elisa Romano

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Elisa Romano

Elisa Romano è una blogger italiana che si occupa di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. Con uno stile chiaro e coinvolgente, racconta i fatti e le storie del momento, offrendo riflessioni e approfondimenti per un pubblico sempre più attento e informato.

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