Il calcio italiano ha introdotto una novità che potrebbe cambiare il modo in cui si gestiscono le decisioni arbitrali nelle partite di Serie C. A partire dal 23 agosto, ogni squadra potrà effettuare due richieste di intervento al VAR durante la partita. Se la revisione dà ragione alla squadra e l’arbitro modifica la decisione presa sul campo, le chiamate non verranno consumate. Questa innovazione nasce da una proposta avanzata già nel 2019 dopo un episodio controverso in Napoli-Atalanta, ma ora diventa realtà solo nei campionati minori.
Fonte articolo: calcionapoli24.it.
Le origini della proposta di riforma del campionato di Serie a e le ragioni del cambiamento nel calcio italiano
La questione delle proteste arbitrarie è sempre stata centrale nel calcio italiano. Nel 2019 Paolo Ziliani aveva suggerito un sistema simile a quello ora adottato per dare maggiore controllo alle squadre sulle decisioni arbitrali con l’intervento del VAR. L’idea era nata dopo una partita molto discussa tra Napoli e Atalanta terminata con un pareggio 2-2, dove alcune decisioni dell’arbitro Giacomelli avevano scatenato forti polemiche.
Analisi dettagliata del meccanismo di revisione arbitrale in serie a e impatto sulle decisioni cruciali
Il meccanismo prevede che ciascuna formazione possa chiedere al VAR di rivedere una situazione dubbia solo due volte a gara. Se però il ricorso porta alla correzione del verdetto arbitrale allora quelle chiamate non vengono consumate: rimangono dunque disponibili per ulteriori situazioni problematiche durante lo stesso incontro.
La svolta strategica che sta cambiando il ruolo degli allenatori nei club di Serie C
Quello che rende interessante questa novità è l’impatto sugli allenatori dei club coinvolti nella terza divisione italiana. Mentre i tecnici delle grandi squadre come Antonio Conte, Massimiliano Allegri o Maurizio Sarri guadagnano cifre molto più alte ed hanno grande popolarità mediatica, saranno proprio gli allenatori meno noti delle società di Serie C a beneficiare del “VAR Light”.
Figure come Giovanni Lopez dell’Albinoleffe o Cristian Bucchi dell’Arezzo potranno contare su questo strumento aggiuntivo per influire sulle dinamiche degli incontri attraverso richieste mirate al video check degli episodi chiave.
Gli allenatori più famosi dovranno invece continuare ad affrontare le partite senza questa possibilità supplementare nelle loro leghe maggiori: sarà quindi interessante osservare se questo strumento ridisegnerà qualche equilibrio tattico o psicologico fra campionati diversi.
Var Light in serie a: modalità operative e impatti sulle decisioni arbitrali
Il cosiddetto “VAR Light” o “Football Video Support” introduce dunque un sistema più attivo per le squadre sotto pressione nell’andamento della partita. Quando si verifica un episodio contestato – come un fallo non visto dall’arbitro oppure una possibile espulsione errata – l’allenatore può chiedere ufficialmente all’arbitro di consultare immediatamente il video prima che venga confermata definitivamente la sua valutazione sul campo.
Ogni formazione ha due possibilità così da evitare abusi ma anche permettere interventi importanti nei momenti decisivi dei match.
Se uno dei reclami risulta fondato e produce modifiche significative alla direzione dell’incontro , allora quella richiesta resta valida anche oltre quell’occasione specifica; cioè non viene scalata dalle chiamate residue.
Questo approccio mira a garantire maggiore giustizia sportiva limitando errori grossolani ma senza rallentamenti esagerati grazie all’uso controllato delle revisioni video tramite tecnologia già consolidata in altri contesti calcistici internazionali.
L’ impatto delle nuove direttive arbitrali sull’ equilibrio competitivo in serie a e sulle decisioni di Giacomelli e Giacomo Valeri
L’introduzione del VAR Light rappresenta una prova importante nel panorama calcistico nazionale perché mette sotto osservazione modelli alternativi rispetto ai sistemi usati finora nelle categorie superiori come Serie A e Serie B dove invece resta vigente soltanto l’intervento diretto esclusivamente affidato agli arbitri stessi senza appelli da parte delle squadre coinvolte direttamente in campo.
Questa sperimentazione vuole ridurre tensione ed errori contestabili negli incontri spesso decisi da episodi singoli sfuggiti alle valutazioni immediate degli arbitri sul terreno. In effetti potrebbe incidere sulla strategia adottata dagli allenatori sia dal punto di vista tecnico sia psicologico perché potranno tentare rilanci mirati sfruttando i momentanei vantaggi dati dalla revisione video.
Se funziona bene potrebbe diventare modello replicabile anche altrove mentre eventuale inefficacia porterà nuove riflessioni sui limiti tecnologici applicabili nel calcio professionistico tradizionale.
Nel frattempo si attendono con interesse i primi riscontri pratici già dalle prime giornate della stagione 2025/26 per capire se davvero cambierà qualcosa nell’esperienza quotidiana dei protagonisti sui campetti d’Italia.
Ultimo aggiornamento il 14 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi