Torna il festival calcio comunità educante, tre giorni per riflettere sul valore del calcio come strumento formativo

Il festival calcio comunità educante, in programma dal 30 maggio al 1° giugno 2025, promuove inclusione e crescita personale attraverso il calcio, coinvolgendo diverse città italiane e istituzioni locali.
Il Festival Calcio Comunità Educante 2025, dal 30 maggio al 1° giugno in tre città delle Marche e Romagna, promuove il calcio come strumento di inclusione sociale, crescita personale e contrasto alle tensioni dentro e fuori gli stadi, coinvolgendo comunità, istituzioni e famiglie. - Unita.tv

Il festival calcio comunità educante torna con la sua seconda edizione per tre giornate dedicate a un tema cruciale: il calcio come veicolo di inclusione e crescita personale. Dal 30 maggio al 1° giugno 2025, il festival si svolgerà in tre città italiane, portando avanti un messaggio forte in un momento segnato da tensioni e difficoltà nel mondo del calcio. Il progetto punta a far riscoprire lo sport sotto una luce diversa, lontano dalle polemiche, con l’attenzione rivolta a bambini, famiglie e comunità.

Date e luoghi del festival calcio comunità educante

La manifestazione si apre venerdì 30 maggio nel suggestivo Castello di Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino. Sabato 31 maggio la carovana si sposta nella comunità di san patrignano, a Coriano, sul territorio riminese. L’ultima giornata, domenica 1° giugno, si tiene a Gabicce mare, sempre in provincia di Pesaro e Urbino.

Questi luoghi sono stati scelti non solo per la loro valenza culturale e sociale ma perché rappresentano realtà dove il calcio, insieme a iniziative di inclusione sociale e supporto ai giovani, trova spazio concreto. Il festival vuole mantenere viva la rete di contatti e collaborazioni tra enti pubblici, associazioni e istituzioni coinvolte nel progetto.

La scelta di sedi diverse crea anche un itinerario che stimola la partecipazione di un pubblico ampio e diversificato. Ogni tappa punta a sviluppare momenti di confronto e partecipazione attiva, con incontri, workshop e momenti sportivi adatti a tutte le età.

Il messaggio contro le tensioni dentro e fuori dagli stadi

Il tema centrale del festival parte da uno stato di disagio ben noto: le tensioni crescenti dentro e fuori gli stadi che spesso oscurano i valori positivi dello sport. Invece di lasciare spazio a episodi di violenza o discriminazione, il festival vuole mostrare come il calcio possa diventare scuola di rispetto e convivenza.

L’idea è ribadire che il calcio, soprattutto nelle fasce più giovani, può promuovere la socialità, l’accoglienza e la collaborazione tra persone diverse. Gli organizzatori sottolineano come questi valori formativi aiutino a costruire una comunità più solidale e capace di affrontare insieme le difficoltà.

In un contesto sociale segnato da divisioni, il calcio si propongono quindi come un linguaggio universale, capace di mettere insieme persone con background differenti. Il festival celebra questa dimensione formativa e la forza di aggregazione dello sport.

Testimonianze di fabio capello e franco parasassi alla presentazione di roma

La conferenza stampa di presentazione, tenutasi a Roma, ha visto la partecipazione di due figure di spicco: Fabio Capello, ex allenatore e commentatore, e Franco Parasassi, presidente della fondazione Roma, da sempre attivo nel sostegno a progetti sociali.

Fabio Capello ha descritto le esperienze vissute nei settori giovanili e ha messo in luce quanto la dimensione dell’aiuto reciproco e il senso di comunità abbiano rappresentato per molti ragazzi un aiuto concreto. Ha ricordato come, nonostante differenze di talento, i giovani giocatori si aiutassero l’un l’altro, creando gruppi uniti e solidali nello sport.

Capello ha poi osservato come oggi i genitori spesso abbiano una visione limitata su quello che il calcio può offrire, concentrandosi solo sulle prestazioni individuali, mancando la percezione della bellezza di giocare insieme. Un richiamo rivolto anche alle famiglie perché riscoprano il valore del gruppo e della condivisione.

Franco Parasassi ha sottolineato una distinzione importante: “a calcio giocano i professionisti, mentre a pallone possono giocare tutti”. Questo concetto vuole ricordare che il gioco, per i più piccoli, deve rimanere aperto e accessibile, senza barriere o pregiudizi legati ai talenti o ai risultati.

Interventi di altre personalità e il ruolo delle istituzioni locali

Alla presentazione hanno preso parte altre figure chiave impegnate nel campo sociale e sportivo, come Luca Pancalli, presidente del comitato paralimpico, che ha portato la sua esperienza nel mondo dello sport per disabili. La presenza di Pancalli ribadisce l’importanza dell’inclusione e della valorizzazione di ogni persona attraverso il gioco.

Anche Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega di serie A, ha partecipato, indicando come la professionalità e il mondo del calcio organizzato possano sostenere iniziative rivolte ai più giovani e a chi si trova in situazioni di marginalità.

Marco Rossi Doria, presidente dell’associazione con i bambini, ha ricordato l’importanza di iniziative dedicate alle nuove generazioni, mentre Mattia Peradotto, a capo dell’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali presso la presidenza del consiglio, ha evidenziato come lo sport sia strumento contro razzismo e pregiudizi.

Erano presenti anche autorità locali: Filippo Gasperi, sindaco di Gradara, Anna Pecci, assessora allo sport di Coriano, e Rossana Biagioni, assessora alla cultura e alla cura del cittadino di Gabicce mare. Il loro coinvolgimento testimonia l’interesse delle istituzioni per un progetto che unisce sport e comunità.

Le amministrazioni hanno messo in evidenza la volontà di supportare attività sportive con una forte componente sociale. Il festival si pone quindi come occasione di dialogo tra cittadini, associazioni e istituzioni per rafforzare legami sul territorio.