Tensione alla quinta tappa della Vuelta 2025: proteste contro il team Israel-premier Tech a Figueras

Proteste a Figueras durante la quinta tappa della Vuelta 2025 contro Israel-Premier Tech. - Unita.tv

Andrea Ricci

27 Agosto 2025

La quinta tappa della Vuelta 2025, una cronometro a squadre di 24,1 km con partenza e arrivo a Figueras, è stata segnata da un episodio di forte tensione politica. Manifestanti filo-palestinesi hanno provato a bloccare i corridori del team Israel-Premier Tech, causando una breve interruzione durante la prova. La vicenda ha riportato al centro del dibattito la presenza di questioni politiche nel ciclismo internazionale.

La cronometro a squadre di Figueras: come è andata la gara

Il percorso di oggi a Figueras, lungo 24,1 km, ha visto sfidarsi 23 squadre in una prova contro il tempo. A spuntarla è stata la UAE Emirates, con Joao Almeida e Juan Ayuso sugli scudi, che hanno chiuso in 25 minuti e 26 secondi. Grazie a questo risultato, Jonas Vingegaard, della Visma Lease a Bike, ha riconquistato la maglia rossa di leader della classifica generale. Vingegaard ha preceduto Almeida e compagni di appena otto secondi, mentre Giulio Ciccone, della Lidl Trek, si è piazzato a nove secondi dal primo.

Il francese David Gaudu, che fino a quel momento comandava la classifica, è sceso al sesto posto, staccato di 19 secondi. Nonostante le tensioni esterne, la tappa è rimasta molto combattuta. L’interferenza politica ha causato qualche rallentamento al team israeliano, ma senza stravolgere la gara.

Proteste contro il team Israel-premier Tech, la politica entra nel ciclismo

A Figueras, un gruppo di manifestanti filo-palestinesi ha tentato di fermare il passaggio del team Israel-Premier Tech, guidato dal miliardario israelo-canadese Sylvan Adams. All’inizio della cronometro, alcuni attivisti hanno esposto striscioni con la scritta in catalano “Neutralitat és complicitat. Boicota Israeil”, cercando di bloccare la squadra. Il gesto ha provocato un rallentamento momentaneo, senza però degenerare in incidenti.

I commissari di gara sono intervenuti subito per allontanare i manifestanti e far ripartire regolarmente la prova. Non è la prima volta che il team israeliano finisce nel mirino: episodi simili si sono già verificati al Tour de France e al Giro d’Italia. Le proteste sono legate al più ampio conflitto israelo-palestinese, che anche nel 2025 continua a far sentire la sua eco nel mondo dello sport e oltre.

Le proteste filo-palestinesi nel ciclismo: cosa c’è dietro

Queste mobilitazioni nascono da una crescente attenzione internazionale sul conflitto israelo-palestinese, in particolare dopo le drammatiche vicende a Gaza. I manifestanti cercano di attirare l’attenzione con slogan e boicottaggi rivolti agli atleti israeliani. È un segnale chiaro di come le tensioni politiche si infilino anche negli eventi sportivi, trasformando le gare in palcoscenici per proteste e messaggi sociali.

Striscioni e bandiere palestinesi durante la Vuelta mostrano che lo sport non è più uno spazio isolato dalle controversie globali. La ripetizione di queste azioni in gare di alto livello conferma la volontà di mantenere viva l’attenzione sulle rivendicazioni politiche. Intanto, le autorità sportive devono fare i conti con la sfida di garantire la sicurezza degli atleti e la regolarità delle competizioni, trovando un equilibrio tra sport e sensibilità politica.

Così, la Vuelta 2025 si conferma un evento dove si intrecciano sfide sportive e tensioni esterne, riflettendo il clima internazionale e la crescente tendenza a usare lo sport come megafono per dissenso e solidarietà.

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2025 da Andrea Ricci