Stefano Mei, presidente della Fidal, ha espresso apertamente il suo disappunto per non essere riuscito a entrare nella giunta del Coni per una manciata di voti. Nonostante questa battuta d’arresto, Mei ribadisce la sua preferenza per l’attività sul campo piuttosto che nelle stanze istituzionali dello sport italiano.
Il mancato ingresso in giunta coni: un voto decisivo
L’elezione alla giunta del Coni si è conclusa con un risultato molto stretto. Stefano Mei non è riuscito a ottenere il numero necessario di voti, perdendo così l’opportunità di far parte dell’organo decisionale principale dello sport nazionale. La differenza di un solo voto ha segnato questa sconfitta che lo stesso presidente della federazione italiana di atletica leggera definisce “una sconfitta a cui non è più abituato”.
Mei ha raccontato come abbia condiviso questo momento con i suoi collaboratori spiegando loro che si trattava di una battuta d’arresto fuori dal suo controllo diretto. La votazione si è svolta tra rappresentanti delle varie discipline sportive e figure legate al mondo olimpico e paralimpico. L’esito dimostra quanto ogni singolo voto possa pesare nelle dinamiche interne alle organizzazioni sportive.
Difficoltà tra ruoli tecnici e istituzionali
Questa situazione evidenzia anche le difficoltà che possono incontrare dirigenti sportivi nel bilanciare ruoli tecnici e istituzionali all’interno del sistema Coni.
La reazione personale: tra delusione e attaccamento al campo
Nonostante il risultato negativo, Stefano Mei mostra un atteggiamento schietto verso quello che considera il vero cuore della sua attività: l’atletica sul terreno di gara. La frase “io continuo a preferire il campo” sottolinea come per lui sia fondamentale confrontarsi direttamente con gli atleti e le competizioni piuttosto che limitarsi agli aspetti burocratici o politici.
Mei usa una metafora semplice ma efficace: “lì gli avversari li vedi perché hanno una maglia diversa”. In questo modo richiama l’importanza concreta dell’incontro diretto nello sport rispetto alle astrazioni degli incontri istituzionali dove spesso le posizioni sono meno chiare o trasparenti.
Una visione pragmatica dello sport
Questo punto di vista mette in luce una visione pragmatica dello sport, basata sull’esperienza quotidiana degli allenamenti, delle gare e dei risultati concreti ottenuti sul campo piuttosto che sulle discussioni formali o sui giochi politici interni agli organismi dirigenti.
I rapporti con luciano buonfiglio e i complimenti ricevuti
Dopo la notizia dell’esclusione dalla giunta Coni Stefano Mei ha ricevuto comunque attestati pubblicamente riconosciuti da parte delle alte cariche dello sport italiano. In particolare Luciano Buonfiglio, presidente del Coni al momento dell’intervista rilasciata all’ANSA nella mattinata stessa, lo ha contattato telefonicamente esprimendo parole positive nei suoi confronti.
Il gesto testimonia rispetto reciproco tra figure chiave nel panorama dello sport nazionale anche quando emergono situazioni competitive o divergenti nell’ambito delle nomine ufficiale. I complimenti da parte del massimo dirigente olimpico sottolineano quanto sia apprezzato l’impegno profuso da Mei nell’ambito atletico italiano pur senza aver ottenuto quel ruolo specifico all’interno della governance federale complessiva.
Collaborazione e stima tra dirigenti sportivi
Questo scambio conferma inoltre come nei meccanismi interni allo sport esistano momentanee sconfitte ma anche forme consolidate di collaborazione e stima tra dirigenti impegnati su front diversi ma complementari nello sviluppo degli atleti italiani.