Sergio Brio: il difensore della Juventus racconta la sua carriera e un aneddoto singolare

Sergio Brio, ex difensore della Juventus, a 67 anni intraprende un percorso per diventare mental coach, condividendo esperienze di vita e aneddoti curiosi legati alla sua carriera calcistica.
Sergio Brio: il difensore della Juventus racconta la sua carriera e un aneddoto singolare Sergio Brio: il difensore della Juventus racconta la sua carriera e un aneddoto singolare
Sergio Brio: il difensore della Juventus racconta la sua carriera e un aneddoto singolare - unita.tv

Sergio Brio, ex difensore della Juventus e campione di diverse competizioni calcistiche, ha recentemente condiviso la sua esperienza di vita e carriera, rivelando dettagli inediti e aneddoti curiosi. A 67 anni, Brio ha intrapreso un nuovo percorso formativo per diventare mental coach, un passo che riflette la sua continua voglia di apprendere e contribuire nel mondo del calcio e oltre. La sua carriera è stata segnata da momenti memorabili e sfide uniche, tra cui un episodio sorprendente che lo ha visto coinvolto con un cane poliziotto durante una partita.

Un nuovo inizio: il percorso verso il mental coaching

Dopo aver chiuso la carriera da calciatore professionista, Sergio Brio ha intrapreso la strada dell’allenatore e successivamente quella del commentatore sportivo per venti anni. Tuttavia, la sua sete di conoscenza non si è esaurita. Brio ha deciso di tornare sui banchi di scuola per diventare mental coach, un ruolo che considera fondamentale per coniugare le dinamiche di leadership e collaborazione, sia nel calcio che nel mondo aziendale. La sua determinazione è evidente: non ha intenzione di ritirarsi a vita privata, ma piuttosto di continuare a contribuire attivamente.

Brio ha anche affrontato problemi di salute, sottoponendosi a un intervento chirurgico per inserire due protesi alle cartilagini delle ginocchia. Questa scelta, sebbene radicale, è stata necessaria per garantirgli una qualità di vita migliore e permettergli di continuare a lavorare nel settore che ama.

La sua carriera e il calcio di un tempo

Sergio Brio ha giocato in un’epoca in cui il calcio era caratterizzato da un approccio fisico e tecnico molto diverso rispetto a quello attuale. Insieme a Claudio Gentile, Brio era noto per il suo stile di gioco aggressivo, ma lui stesso sottolinea che le “botte” erano parte del gioco di quegli anni. La sua carriera è stata segnata da un’unica espulsione, avvenuta durante una partita contro il Napoli, un episodio che ha suscitato polemiche e che lui stesso ha descritto come un malinteso.

Brio ha anche espresso la sua opinione sulla VAR, affermando che avrebbe dovuto adattare il suo modo di difendere per affrontare le nuove tecnologie. La sua esperienza sul campo, unita alla sua conoscenza del gioco, lo porta a riflettere su come le dinamiche siano cambiate nel tempo, con un maggior focus sull’individualismo piuttosto che sul lavoro di squadra.

Ricordi e aneddoti: il cane poliziotto e i duelli in campo

Uno degli aneddoti più curiosi della carriera di Brio è legato a un episodio avvenuto durante una partita a Roma. Dopo aver segnato un gol, si trovò a dover affrontare un cane poliziotto che lo morse mentre cercava di raggiungere gli spogliatoi. Questo evento, sebbene bizzarro, dimostra come il calcio possa riservare sorprese inaspettate anche al di fuori del campo di gioco.

Brio ha anche parlato dei suoi duelli con attaccanti del calibro di Marco van Basten e Roberto Pruzzo, descrivendo le sfide come intense e competitive. Nonostante la rivalità in campo, Brio ha sottolineato come oggi i rapporti siano cambiati e come sia possibile sviluppare amicizie anche tra avversari storici.

La formazione e il futuro

La carriera di Sergio Brio è stata caratterizzata da successi e sfide, ma il suo desiderio di apprendere e migliorarsi continua a guidarlo. Con il suo nuovo percorso come mental coach, Brio intende trasmettere le sue esperienze e conoscenze alle nuove generazioni di calciatori, contribuendo così a formare non solo atleti, ma anche persone capaci di affrontare le sfide della vita. La sua storia è un esempio di come la passione per il calcio possa trasformarsi in un’opportunità per influenzare positivamente il futuro di altri.