Romelu Lukaku si è aperto in un’intervista al podcast belga Koolcast Sport, parlando della sua carriera, del legame con l’allenatore Antonio Conte e delle emozioni legate alla vittoria con il Napoli. Ha anche ricordato momenti difficili della sua vita privata, soffermandosi sul ruolo fondamentale dell’Anderlecht nel suo percorso umano e professionale.
L’intesa con antonio conte e la svolta al napoli
Lukaku ha spiegato come la chiamata di Antonio Conte per unirsi al Napoli sia stata immediatamente accolta senza esitazioni. Il giocatore ha confidato che già in passato, quando lavoravano insieme all’Inter, aveva avuto lo stesso sentimento di certezza sulla possibilità di vincere. La chiave secondo lui è stata la coesione del gruppo: tutti i giocatori hanno condiviso lo stesso obiettivo e hanno spinto nella stessa direzione.
Durante una partita decisiva a Bergamo contro l’Atalanta si è capito che quella squadra poteva davvero competere ai massimi livelli. Le vittorie contro squadre importanti come Juventus e Fiorentina hanno rafforzato questa convinzione. Anche un pareggio contro l’Inter sembrava stretto rispetto a quanto prodotto sul campo ma ha mostrato che erano pronti a confrontarsi ad armi pari.
Il ruolo dei compagni e la strategia di conte
Conte ha motivato i suoi ragazzi negli spogliatoi invitandoli a credere nelle proprie capacità. Lukaku ha citato diversi compagni fondamentali: McTominay per esempio dà equilibrio mentre Anguissa e Lobotka garantiscono solidità a centrocampo; Politano corre incessantemente; Neres invece rappresenta un talento puro capace di saltare gli avversari facilmente ed è stato integrato nel sistema tattico da Conte in modo efficace.
Il gruppo cambiava spesso assetto durante le partite ma sapeva sempre cosa fare grazie alla chiarezza delle idee impartite dall’allenatore.
Festeggiamenti intensi dopo il successo storico col napoli
La conquista dello scudetto da parte del Napoli ha scatenato una festa durata quattro giorni interi in città. Lukaku ricorda fuochi d’artificio ovunque nelle strade e famiglie unite nell’abbraccio collettivo per celebrare quel trionfo tanto atteso dai tifosi partenopei.
Dopo una partita contro il Cagliari tornò a casa alle quattro del mattino carico di adrenalina insieme al fratello; chiamò subito sua madre ma non riusciva proprio a prendere sonno dall’emozione accumulata. I festeggiamenti sono proseguiti giorno dopo giorno senza sosta fino ad arrivare ad un clima mai visto nemmeno durante gli anni giovanili dell’attaccante belga.
L’inizio della stagione però era stato incerto: molti dubbi circolavano intorno alle sue condizioni fisiche viste le età avanzata rispetto agli standard o al costo elevatissimo pagato dal club per acquistarlo dal Chelsea.
Ambizioni europee tra sfide difficili ed esperienze italiane
Guardando avanti Lukaku vede nella Champions League una grande opportunità per mettere in mostra le qualità sue personali ma anche quelle della squadra azzurra davanti agli occhi d’Europa intera. Sa bene però che affrontare squadre fortissime come il Paris Saint Germain sarà durissimo.
Ricorda poi come pochi credevano nella forza dell’Inter quando affrontò Barcellona nei turni precedenti dimostrando invece grande carattere arrivando quasi fino alla fine della competizione europea più prestigiosa.
Invita quindi tutti ad avere rispetto verso il calcio italiano perché negli ultimi anni diverse formazioni italiane si sono distinte raggiungendo finali europee importanti o addirittura vincendole .
Il calcio rappresenta soprattutto lavoro duro quotidiano secondo lui: preferisce far parlare i fatti sul campo piuttosto che parole fuori dagli stadi.
Ha ammesso inoltre di essere concentratissimo su migliorarsi sempre, non solo segnando gol ma creando occasioni decisive aiutando così tutta la squadra.
Non ama molto parlare pubblicamente se non strettamente necessario ed immagina un futuro lontano dal mondo dello sport dopo aver appeso gli scarpini al chiodo.
Le rinunce fatte finora sono state tante perché tutto ciò nasce dalla passione vera per questo gioco intenso ed esigente.
Ricordi dolorosi legati alla famiglia e ruolo cruciale dell’anderlecht
Un passaggio importante riguarda le vicende familiari drammatiche vissute da Lukaku fin da bambino.
La morte prematura dei nonni ha segnato profondamente sia lui sia sua madre.
Sua mamma pianse ogni mattina vent’anni consecutivi mentre combatteva anche contro problemi seri come il diabete.
Questi anni furono tra i più duri mai affrontati dall’attaccante belga durante tutta la vita personale oltreché professionale.
Il nonno era stato sin dall’infanzia uno dei suoi sostenitori più grandi; scriveva lettere incoraggianti già quando Romelu aveva sei anni spingendolo a non mollare mai davanti alle difficoltà.
Quando morì nel 2005 lasciò dentro Lukaku un vuoto enorme difficile da colmare.
Due anni dopo quell’avvenimento entrò nell’academy dell’Anderlecht dove trovò supporto concreto: quel club fece tutto ciò che poté per aiutare economicamente la famiglia nei momenti più critici.
Lukaku riflette amaramente su quanto sarebbe potuto cambiare tutto se solo fosse stato possibile curare suo nonno prima della malattia terminale dovuta al cancro alla prostata: allora infatti mancavano soldi sufficienti persino per trasferirlo in Belgio dove avrebbe potuto ricevere cure migliori.
All’età di 12 anni veniva considerato ancora troppo piccolo dai medici o dagli adulti attorno ma sentiva forte dentro sé quella perdita devastante dato che vedeva suo nonno quasi come eroe personale molto più importante persino rispetto al padre biologico.
Inizialmente riuscì pure a reagire bene emotivamente allo shock provocatogli dalla scomparsa poi però quelle ferite riemersero trasformandolo dentro dando origine “alla bestia” agonistica capace oggi di dominare sui campetti internazionali.
Ora pensa spesso ai ricordi legati allo zio soprattutto da quando è nato suo figlio primogenito: questo evento lo rende ancora più sensibile mostrando quanto abbia inciso profondamente quel dolore nascosto dietro sorrisi apparenti.
I sensi di colpa pesano parecchio perché all’epoca mancavano risorse economiche sufficientemente solide tali da poter salvargli realmente la vita.
Ogni volta poi che vince qualcosa lacrime affiorano spontanee agli occhi, ma sono lacrime cariche d’un misto tra tristezza profonda ed orgoglio personale poiché sa bene cosa significhi crescere senza certe figure fondamentali accanto.
Per questi motivi definisce Anderlecht molto più d’un semplice club sportivo: è stata casa prima ancora luogo dove diventare uomo maturo responsabile pronto ad affrontar sfide dure.
Spera infine – appena smetterà definitivamente coi campionati –di poter tornare proprio lì, magari collaborando coi giovani talent scout o formando nuovi calciatori capacissimi qualora sentirà dentro abbastanza forza fisica mentale per offrire qualcosa utile alle nuove generazioni nate sotto quei colori storici.