processo a gjert Ingebrigtsen, chiesti 30 mesi per presunta violenza sui figli campioni olimpici
Il processo contro Gjert Ingebrigtsen, padre dei campioni Jakob, Henrik e Filip, si intensifica con accuse di violenze fisiche e psicologiche che scuotono la Norvegia e il mondo dello sport.

Il processo contro Gjert Ingebrigtsen, ex allenatore e padre dei campioni olimpici Jakob, Henrik e Filip, vede la richiesta di 2 anni e mezzo di carcere per presunte violenze fisiche e psicologiche sui figli, scatenando un acceso dibattito tra disciplina sportiva e abusi familiari. - Unita.tv
Il processo che coinvolge gjert Ingebrigtsen, ex allenatore e padre dei campioni olimpici Jakob, Henrik e Filip Ingebrigtsen, entra in una fase cruciale. La pubblica accusa ha chiesto una pena di due anni e mezzo di carcere per violenze fisiche e psicologiche su Jakob e su sua sorella Ingrid, intreccio familiare che sta scuotendo la Norvegia e il mondo dello sport.
Il palmares sportivo di jakob Ingebrigtsen e il peso della vicenda
Jakob Ingebrigtsen è senza dubbio l’atleta più titolato della famiglia: campione mondiale 2022 e 2023 sui 5.000 metri, ha conquistato due ori ai Mondiali indoor sui 1.500 e 3.000 metri nel 2025 a Nanchino. Alle Olimpiadi ha vinto l’oro sui 1.500 metri a Tokyo nel 2021, replicando il successo nei 5.000 metri a Parigi nell’estate 2024.
Questi traguardi mettono in evidenza un percorso sportivo di primo piano ma non hanno alleggerito il peso personale e famigliare emerso con le accuse verso il padre. Le prestazioni eccezionali hanno convissuto con una realtà domestica segnata da conflitti e tensioni.
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L’accusa sostiene che gjert abbia impostato un metodo educativo rigido e severo che ha superato i limiti del consentito, sfociando in episodi giudicati come violenze. In tribunale, si è cercato di stabilire quanto questo metodo abbia influito sul successo agonistico e su quanto abbia invece leso il benessere psicofisico dei figli.
La vicenda sta mettendo in discussione anche i confini tra disciplina sportiva e abusi, aprendo un dibattito importante nel mondo dell’atletica e delle famiglie coinvolte negli sport ad alto livello.
Le accuse dei figli e il precedente allontanamento
Il caso ha avuto una grande eco pubblica quando, nell’ottobre 2023, Jakob e due fratelli hanno denunciato pubblicamente il padre per abusi, definendo le sue azioni come “violenza fisica” e “minacce”. Quella accusa ha scosso la Norvegia e lo sport mondiale, ponendo l’attenzione sulle dinamiche complesse di una famiglia che ha prodotto atleti di livello assoluto.
I tre figli maschi, insieme a Jakob, aveva interrotto ogni contatto con gjert già nel 2022, un anno prima della pubblica denuncia. Quel distacco netto è stato un segnale inequivocabile della rottura famigliare, testimoniata da diverse testimonianze raccolte in tribunale.
Jakob si è fatto portavoce delle sue esperienze indirette, contribuendo a mettere sotto i riflettori le condizioni di vita nell’ambiente familiare di alto stress e pressione. L’istanza di giustizia degli Ingebrigtsen ha attirato l’attenzione anche al di fuori della Norvegia, tra sportivi e media internazionali.
Il corso del processo e la richiesta di condanna
Il procedimento penale contro gjert Ingebrigtsen è iniziato a marzo 2025 e si concluderà il 15 maggio, dopo diverse settimane di testimonianze e dibattiti in tribunale. La pubblica accusa ha presentato una richiesta di condanna a 30 mesi dietro le sbarre, sostenendo che le violenze sarebbero durate 14 anni, dal 2008 al 2022.
Le accuse riguardano episodi di violenza fisica e minacce ripetute, rivolte ai suoi figli più piccoli, in particolare Jakob, 24 anni, e Ingrid, 18. Il procuratore Angjerd Kvernenes ha sottolineato l’importanza del legame familiare, definendo gjert come «uno dei familiari più stretti» ad aver commesso quegli abusi contro Jakob. Secondo l’accusa, il comportamento di gjert non era solo isolato, ma rappresentava un sistema continuo di intimidazioni e aggressioni, tese a influenzare la crescita e la carriera sportiva dei ragazzi.
Dal canto suo, gjert respinge tutte le accuse, negando di avere mai picchiato o minacciato i figli. La difesa, rappresentata da Heidi Reisvang, ha anticipato che chiederà l’assoluzione, ritenendo la pena proposta troppo severa rispetto ai fatti contestati.