Novak Djokovic, fresco vincitore del titolo numero 100 a Ginevra, riflette sulla sua carriera e sulla storica rivalità con Roger Federer e Rafael Nadal. In un’intervista esclusiva, il campione serbo parla di sfide, sentimenti contrastanti e del suo rapporto con i grandi rivali.
Djokovic tra passato e futuro: un bilancio dopo il roland garros
Dopo aver conquistato il suo centesimo titolo a Ginevra poche settimane fa, Novak Djokovic si è presentato al Roland Garros con grande determinazione. Il serbo ha superato ai quarti Alexander Zverev in una partita che ha definito “il motivo per cui ancora gioco a tennis”. Tuttavia, la corsa si è fermata in semifinale contro Jannik Sinner.
Ora, mentre la stagione sull’erba sta per iniziare, Djokovic guarda avanti ma senza dimenticare da dove è partito. Senza un coach fisso e con un calendario ancora da definire, sente avvicinarsi la fine della carriera ma non ha fretta di fissare una data precisa.
La sfida fuori dal campo
In un’intervista rilasciata all’edizione tedesca di 20 minutos, Djokovic ha raccontato come si è sentito entrando nel mondo dominato da Federer e Nadal.
“Ero il più piccolo, il terzo che è arrivato dicendo di voler diventare il numero uno. A molte persone non è piaciuto.”
Questa frase riassume bene l’ostacolo più grande che ha dovuto affrontare: non solo i rivali in campo ma anche l’accettazione del pubblico. Per anni si è sentito come “un bambino indesiderato”, qualcuno che non avrebbe dovuto essere lì.
“Il fatto che qualcuno sia il mio più grande rivale non significa che gli auguri del male o lo odi.”
Questa frase chiarisce quanto sia complesso il rapporto tra campioni: rispetto e competizione convivono sempre.
Rispetto reciproco: tra federer, nadal e Djokovic
Djokovic sottolinea di aver sempre rispettato i suoi due grandi rivali:
“Non ho mai detto una sola brutta parola su di loro e non lo farò mai.”
Ma ammette anche una preferenza personale:
“Sono sempre andato più d’accordo con Rafa che con Roger.”
Questo dettaglio umano mostra come dietro le luci dei riflettori ci siano rapporti personali diversi, fatti di stima ma anche di distanza emotiva.
Un campione sincero: difetti umani e cuore aperto
Il serbo si definisce un uomo con molti difetti ma orgoglioso delle sue scelte:
“Ho sempre cercato di vivere con il cuore e con le buone intenzioni cercando di restare me stesso.”
Questa onestà nel raccontarsi rende ancora più affascinante la sua figura sportiva. Non solo un atleta imbattibile ma anche una persona consapevole delle proprie fragilità.
Con l’erba alle porte, Djokovic sembra pronto a tornare in campo senza pressioni particolari sul calendario o sul futuro immediato. La sua esperienza recente al Roland Garros gli dà nuova energia per affrontare le sfide estive.
Anche se sente avvicinarsi la fine della carriera, non vuole ancora pensare alla data precisa del ritiro. Per ora resta concentrato sulle partite da giocare e sui traguardi da raggiungere.
Novak Djokovic continua così a scrivere la sua storia nel tennis mondiale. Tra vittorie memorabili e rivalità leggendarie resta sempre fedele a se stesso, pronto ad affrontare ogni sfida con passione ed energia nuova.