Michel Platini festeggia 70 anni con un passato ricco di trionfi e momenti complessi, sia in campo sia fuori. Icona del calcio francese e pilastro della Juventus negli anni ‘80, Platini ha segnato un’epoca in cui la Serie A dominava il calcio mondiale. La sua vita si è intrecciata con le grandi sfide dello sport e con episodi che hanno segnato la storia del calcio europeo e internazionale.
La carriera di michel platini: dal saint-etienne alla juve
Nato nel 1955 a Jœuf, una piccola cittadina al confine con Belgio e Germania, Platini cresce in una famiglia di origini italiane. Muove i primi passi nel calcio con il Saint-Etienne, dove si fa notare per le sue qualità tecniche. Il salto decisivo arriva nel 1982 quando la Juventus, guidata da Gianpiero Boniperti, lo porta in Italia, sottraendolo all’interesse dell’Inter.
Il suo impatto in Serie A è rapido e intenso. Nella prima stagione conquista la Coppa Italia e arriva secondo nel campionato, disputando anche una finale di Coppa Campioni persa all’Heyzel contro l’Amburgo. Nei cinque anni successivi Platini aiuta la Juve a vincere tre scudetti, la Coppa Intercontinentale e finalmente la Coppa dei Campioni nel 1985. La sua eleganza in campo e la precisione nel calciare punizioni e rigori lo rendono uno dei centrocampisti più ammirati.
Il dramma dell’heyzel e il legame con gianni agnelli
La finale di Coppa Campioni del 1985 resta segnata dall’incidente all’Heyzel di Bruxelles. Prima della partita, scontri tra tifosi del Liverpool e della Juventus causano la morte di 39 persone, quasi tutte italiane. La partita si gioca in un clima surreale, e la Juve vince con un calcio di rigore trasformato proprio da Platini. Questo episodio segna per sempre la carriera del campione francese.
Platini ha sempre ricordato anche il forte rapporto con Gianni Agnelli, il presidente della Juventus che lo convinse a trasferirsi a Torino. In una intervista con la stampa, insieme a Marco Tardelli, ha raccontato di aver regalato uno dei suoi tre Palloni d’Oro proprio all’avvocato Agnelli, come omaggio a chi gli diede l’opportunità di diventare uno dei più grandi giocatori del suo tempo.
Il mondiale mancato e il periodo da allenatore della nazionale francese
Il mondiale è l’unico titolo che manca nel palmarès di Platini. Nel mondiale del 1986 in Messico guida la nazionale francese fino alle semifinali, dove viene eliminata dalla Germania Ovest per 2-0. Nonostante la performance, Platini non riesce mai a conquistare la Coppa del Mondo, un traguardo sfuggito anche nei successivi ruoli da tecnico.
Dal 1988 al 1992 Platini è commissario tecnico della nazionale francese, ma questi anni si concludono con delusioni importanti. La mancata qualificazione per i mondiali del 1990 in Italia è motivo di forti critiche. Inoltre, agli europei del 1992 in Svezia, la Francia esce precocemente, alimentando le polemiche intorno al suo ruolo di allenatore.
Il percorso da dirigente e il caso che lo ha coinvolto
Dopo l’esperienza da allenatore, Platini si dedica all’attività dirigenziale. Nel 2007 diventa presidente della UEFA e introduce cambiamenti significativi nel calcio europeo, come l’espansione della Champions League e l’europeo a 24 squadre, oltre al fair play finanziario per controllare i bilanci dei club. La sua presidenza è però al centro di tensioni, soprattutto per la vicinanza al potente Sepp Blatter, presidente della FIFA.
Questa relazione porta Platini a essere coinvolto in un’inchiesta per corruzione che lo mette fuori gioco per diversi anni. Nel 2024 arriva l’assoluzione completa, anche se lui stesso ha detto che “hanno rubato dieci anni” della sua carriera. Ora, a 70 anni, Platini sembra pronto a tornare in campo nel mondo del calcio, con un’esperienza che comprende vertici sportivi e sfide personali.
Michel Platini rimane una figura fondamentale per la storia del calcio europeo. I suoi successi, le controversie e il legame con momenti chiave del calcio raccontano un percorso intenso, capace di lasciare un segno profondo nello sport e nei tifosi.
