La puntata 324 del GCN Italia Show ha visto protagonista Marco Pinotti, ex ciclista professionista e attuale direttore sportivo del Team Jayco AlUla. Durante l’intervista, Pinotti ha condiviso le strategie fondamentali per la pianificazione della stagione di un corridore di élite, evidenziando l’importanza di un approccio analitico e personalizzato.
L’importanza dell’analisi della stagione precedente
Marco Pinotti ha sottolineato che il primo passo nella pianificazione della stagione è l’analisi dettagliata delle performance dell’anno precedente. “È cruciale capire cosa ha funzionato e cosa no, oltre a considerare le motivazioni e gli obiettivi dell’atleta”, ha affermato. Questo processo permette di creare un piano di allenamento su misura, che tenga conto delle specifiche esigenze del ciclista.
Un esempio concreto di questa metodologia è rappresentato da Ben O’Connor, uno dei leader del Team Jayco AlUla. Pinotti ha rivelato che la squadra attende con interesse l’uscita dei percorsi del Giro d’Italia e del Tour de France per definire le gare principali della stagione. “Quest’anno abbiamo scelto di puntare sul Tour de France piuttosto che sul Giro, una decisione che è stata influenzata da motivazioni personali e di squadra”, ha spiegato.
Leggi anche:
L’uso dei dati e l’importanza delle sensazioni del corridore
Un aspetto fondamentale della preparazione atletica moderna è l’analisi dei dati. Pinotti ha evidenziato come il Team Jayco AlUla utilizzi strumenti come TrainingPeaks per monitorare gli allenamenti passati e pianificare quelli futuri. Tuttavia, ha anche avvertito che i dati da soli non sono sufficienti. “È essenziale considerare le sensazioni del corridore. Se un atleta non è convinto del programma, difficilmente potrà esprimere il massimo delle sue potenzialità ”, ha affermato.
Pinotti ha spiegato che la responsabilità del risultato ricade in gran parte sul ciclista. “Quando un corridore insiste su un percorso e la squadra lo supporta, il peso del risultato è maggiore su di lui”, ha aggiunto, evidenziando l’importanza di un dialogo aperto tra atleti e staff tecnico.
Ciclismo: uno sport imprevedibile
Nonostante l’uso crescente della scienza dell’allenamento, Marco Pinotti ha messo in guardia sull’imprevedibilità del ciclismo. “Se fosse solo matematica, sarebbe tutto più semplice. La cronometro è la prova più calcolabile, ma la realtà è diversa. Anche ripetendo lo stesso allenamento, i risultati possono variare a causa di fattori incontrollabili come il meteo e le cadute“, ha spiegato.
A tal proposito, Pinotti ha commentato la situazione di Tadej Pogacar, il quale ha espresso il desiderio di partecipare alla Parigi-Roubaix. “La squadra preferirebbe evitarlo per ridurre il rischio di infortuni in vista del Tour, ma Pogacar vuole cimentarsi in tutte le grandi corse. Dopo la caduta alla Strade Bianche, qualcuno potrebbe dirgli ‘hai visto? Meglio non rischiare'”, ha affermato, sottolineando la tensione tra ambizione e prudenza.
Cambiamenti nel calendario e gestione degli sforzi
Pinotti ha anche toccato il tema dei cambiamenti nel calendario delle competizioni e della gestione degli sforzi da parte dei ciclisti. “Oggi i grandi nomi corrono meno rispetto al passato, poiché ogni gara è più intensa. Il recupero diventa fondamentale per mantenere alte le prestazioni”, ha dichiarato. Nonostante l’avanzamento tecnologico, il ciclismo conserva il suo fascino unico e imprevedibile. “Ogni corsa racconta una storia a sé. Non è ancora diventato solo matematica, e per fortuna”, ha concluso.
Marco Pinotti: un passato da ciclista e un presente da preparatore
Marco Pinotti, nato nel 1976 a Osio Sotto, in provincia di Bergamo, ha avuto una carriera ciclistica di successo, specializzandosi nelle prove a cronometro. Ha vinto sei titoli nazionali e ha ottenuto importanti risultati al Giro d’Italia. Dopo il ritiro nel 2013, ha intrapreso la carriera di direttore sportivo e preparatore atletico, diventando un punto di riferimento nella gestione e nello sviluppo di atleti di alto livello. La sua esperienza e il suo approccio metodico lo rendono una figura chiave nel panorama ciclistico contemporaneo.
Â