
Luciano Spalletti, ex commissario tecnico della nazionale italiana, mantiene fiducia nella qualificazione ai Mondiali 2026 nonostante delusioni e critiche, sottolineando il valore dei giocatori e l’importanza di guardare avanti per rilanciare il calcio italiano. - Unita.tv
Luciano Spalletti mantiene una posizione ferma riguardo al futuro della nazionale italiana di calcio, anche dopo l’annuncio del suo esonero da commissario tecnico. Il tecnico, che ha guidato la squadra azzurra fino a poco tempo fa, esprime ancora la convinzione che la squadra potrà qualificarsi per i mondiali previsti nel 2026 in Canada, USA e Messico. Nonostante le difficoltà recenti e alcuni risultati deludenti, Spalletti difende il valore dei giocatori e il potenziale della nazionale.
La convinzione di spalletti sulla qualificazione al mondiale
Spalletti ha dichiarato pubblicamente di non aver perso la speranza sull’obiettivo mondiale. Anche dopo l’addio alla guida tecnica della nazionale, il tecnico ribadisce che la squadra azzurra ha le capacità per raggiungere la rassegna iridata del 2026. A suo giudizio, l’attuale rosa comprende calciatori di qualità, anche se ammette un certo gap rispetto al passato. Definisce i giocatori attuali “forti” ma allo stesso tempo sottolinea che, rispetto ai migliori standard richiesti, il livello resta “sottodimensionato”. Secondo Spalletti, questo rende la competizione più complicata ma non impossibile.
Delusione e autocritica di spalletti
Il mister ha riconosciuto di essere rimasto deluso da sé stesso, segnalando che i risultati ottenuti non hanno rispecchiato le aspettative. Spalletti ha parlato di “problemi creati al movimento”, alludendo al fatto che il suo percorso con gli azzurri non ha portato i frutti desiderati e che la sua gestione ha avuto ripercussioni sulla squadra e sull’intero sistema calcistico italiano. Tuttavia, la sua convinzione resta ferma: si potrà rialzare la barra e ripartire senza rimuginare sul passato.
Il rapporto di spalletti con i giocatori e l’atteggiamento verso le sfide
Durante il suo incarico, Spalletti ha dichiarato di aver amato la maglia azzurra e i calciatori che ha allenato. Nel corso di un recente intervento, in vista della partita con la Moldavia, il tecnico ha posto l’accento sulla necessità che la squadra mostri dedizione e impegno equivalenti all’amore per la nazionale. È un invito a dimostrare in campo la motivazione e la qualità che la maglia richiede.
Partita con la moldavia come prova
La partita contro la Moldavia è vista come un’occasione per la squadra di confermare il proprio valore. Spalletti ha evidenziato che, nonostante le difficoltà, il cammino va affrontato con il fiato lungo e la testa rivolta al futuro. Per lui, guardare indietro non serve a nulla, il passato non si può cambiare e quindi è meglio concentrarsi sulle sfide che verranno. Questo approccio al tempo stesso realistico e fiducioso mostra la determinazione del tecnico di spingere la squadra verso una crescita costante.
La gestione spalletti e l’eredità lasciata al movimento calcistico italiano
L’esperienza di Spalletti da ct della nazionale italiana si chiude con sensazioni miste. Ha ammesso di aver fallito nel raggiungere gli obiettivi che si era prefissato, riconoscendo un senso di delusione personale. Parla di possibili difficoltà che i risultati avuti hanno portato al movimento calcistico nazionale, un riferimento agli impatti che le sue scelte tattiche e gestionali hanno avuto sul gruppo e più in generale sull’immagine della squadra.
Lo sguardo al futuro e il lavoro da fare
Il tecnico insiste sulla necessità di guardare avanti senza perdere tempo in inutili rimpianti. L’eredità di Spalletti comprende anche un invito a riflettere sul valore dei giocatori a disposizione, sottolineando la presenza di talenti ma anche la necessità di lavorare per elevare il livello del gioco. Nella fase conclusiva del suo incarico, il mister ha mostrato una mentalità aperta al cambiamento e alla ripresa per i colori dell’Italia.
La discussione sul futuro della nazionale coinvolge non solo l’aspetto tecnico ma anche la gestione delle risorse e lo sviluppo di nuovi profili da inserire nel sistema. L’esperienza di Spalletti lascia un quadro chiaro dei problemi attuali e spinge a intervenire sulle criticità emerse, per preparare un gruppo che possa competere su grandi palcoscenici.