
L'Italia domina in Europa per la produzione di giovani calciatori, con successo nell’under-17, ma serve più fiducia e opportunità da parte dei club per trasformare i talenti in professionisti affermati. - Unita.tv
L’italia si conferma al vertice in europa per la produzione di giovani calciatori. Il recente successo nell’under-17 con la vittoria del torneo e il riconoscimento ricevuto dalla federazione dimostrano che i talenti sono tanti e di qualità. Eppure, per trasformare questi giovani promesse in campioni veri, servono più opportunità e fiducia da parte dei club e degli addetti ai lavori. Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha commentato la situazione rivelando luci e ombre del sistema italiano.
Successo dell’under-17 e primato nella produzione di talenti
Per la prima volta, la nazionale italiana under-17 ha conquistato il torneo dedicato a questa categoria. Un risultato che ha acceso i riflettori sui giovani calciatori azzurri, spesso sottovalutati nel panorama internazionale. Oltre alla vittoria nel torneo, la federazione italiana ha ricevuto il trofeo Burlaz. Questo premio viene assegnato alla federazione con i migliori risultati sportivi negli ultimi tre anni, segnale di una crescita costante e di un impegno concentrato sulla valorizzazione dei giovani giocatori.
In termini numerici e qualitativi, l’italia è infatti prima in europa per la produzione di talenti calcistici. Questo primato certifica che il nostro paese continua a sfornare calciatori dotati di capacità tecniche e fisiche notevoli, in grado di competere ai massimi livelli. Anche in altri tornei giovanili il movimento azzurro si è distinto, facendo intravedere un futuro interessante per il calcio italiano, soprattutto se si riuscirà a superare alcuni limiti strutturali e culturali.
La difficoltà del passaggio al professionismo
A fronte di questi successi nei tornei giovanili, il passaggio dal talento al professionista affermato è ancora un percorso difficile per molti ragazzi italiani. Gravina ha sottolineato che il sistema non sempre offre le condizioni giuste per far emergere i giovani più promettenti. Spesso i giovani vengono messi da parte o non ricevono la fiducia necessaria per crescere in un ambiente competitivo e stimolante.
Il problema principale riguarda l’assenza di pazienza e coraggio da parte delle società. Molti club scelgono di puntare su giocatori già affermati e perdono occasioni per far maturare i ragazzi nel giro che conta. “Questo atteggiamento scoraggia il talento nazionale e ne limita la crescita definitiva verso livelli professionali major”, ha dichiarato Gravina. I casi di ragazzi esclusi pur avendo qualità dimostrano che investire sui giovani dovrebbe essere una priorità per il nostro calcio.
Esempi concreti di giovani che hanno brillato all’estero
Gravina ha citato esempi precisi per spiegare cosa intende per talento mancato o poco valorizzato in italia. Ha ricordato Yamal, un giovane calciatore che agli inizi della sua carriera aveva qualità sorprendenti, tanto da essere protagonista per due anni in una squadra come il Barcellona. Giocare in un club di questa caratura garantisce opportunità di crescita e visibilità che in italia risultano spesso carenti.
Un altro esempio riguarda Doué, autore di due gol contro l’Inter, che ha incrociato nel torneo under-19 l’italia ma senza far notare differenze enormi di livello. Questi ragazzi mostrano che gli italiani possono competere alla pari con i coetanei europei. Eppure nel nostro paese la fiducia nei giovani non è pari alla loro capacità di incidere, e spesso questo produce una selezione al contrario dove solo pochi riescono a emergere.
La necessità di un cambio di mentalità
Gabriele Gravina ha evidenziato la necessità di un cambio di mentalità per il futuro del calcio italiano. I talenti ci sono, e il lavoro svolto dalle scuole calcio e dai settori giovanili ha raggiunto risultati importanti. Ma senza fiducia e coraggio nel promuovere i giovani alle prime esperienze di livello, questi rischiano di perdersi o di dover cercare all’estero ciò che in italia non trovano.
Per avere una nuova generazione di campioni italiani servono investimenti mirati e una maggiore apertura verso le scommesse sul talento. “La pazienza nel lasciar lavorare i ragazzi, accettando anche errori iniziali, è fondamentale”, ha detto Gravina. Solo così il movimento calcistico nazionale potrà trasformare in vittorie e prestazioni da protagonisti i risultati ottenuti nelle categorie giovanili. Il lavoro sul campo, le sfide e le opportunità saranno decisive nei prossimi anni.
La presenza di tanti talenti, già riconosciuti a livello internazionale, indica che l’italia ha le basi per tornare competitiva. La vera sfida resta quella di costruire un ambiente che sappia sostenere i giovani, offrendo loro le giuste chance per emergere senza pressioni eccessive o chiusure premature. La partita, per ora, si gioca tutta su questo terreno.