L’intervista a ciccio graziani svela il mito del toro e i ricordi di uno scudetto storico
Francesco Graziani, attaccante del Torino campione nel 1976, racconta la sua carriera, il legame con Paolo Pulici e l’importanza del derby contro la Juventus in un’intervista a Betsson.Sport.

Francesco Graziani si racconta in un’intervista dove ripercorre la sua carriera, i legami con i compagni del Torino campione del 1976, i valori del club e le emozioni del calcio passato e presente. - Unita.tv
Francesco “Ciccio” Graziani, attaccante simbolo del Torino vincitore dello scudetto nel 1976, si è raccontato a Betsson.Sport in un’intervista ricca di aneddoti e riflessioni. La chiacchierata con Stefano Sorrentino offre un ritratto sincero di un uomo e sportivo profondamente legato ai valori del calcio e della città di Torino, passato attraverso momenti indimenticabili dentro e fuori dal campo.
L’intesa unica con paolo pulici e la stagione dello scudetto
Graziani ha parlato a lungo del rapporto con Paolo Pulici, suo compagno di attacco e partner in campo che insieme ha formato una coppia temuta e ammirata dai tifosi del Torino. «Ci capivamo con uno sguardo», ha sottolineato il bomber. Quel legame era fatto di complementarietà, una sintonia che rendeva imprevedibile il gioco del Torino e difficile da contrastare per le difese avversarie. La stagione culminata con lo scudetto del 1976 rimane una pietra miliare per il club granata e per l’intera città, un momento che ha lasciato un segno ancora vivo nella memoria collettiva. Graziani ha raccontato come quel gruppo fosse unito da un sentimento forte, che trascendeva la semplice tattica e diventava un modo di vivere il calcio e la competizione.
Ricordi dei compagni di squadra e l’eroismo di giorgio ferrini
La conversazione si è poi spostata sulle figure che hanno accompagnato Graziani in quegli anni, nomi che fanno parte della storia del Torino come Claudio Sala, Eraldo Pecci e il capitano Giorgio Ferrini. Quest’ultimo è stato descritto come un riferimento non solo tecnico, ma anche morale, un leader che sapeva guidare la squadra con fermezza e passione. Graziani ha condiviso un episodio particolare in una partita contro il Bologna, dove Ferrini difese con decisione il compagno dopo un fallo pericoloso subito dal giocatore granata. Quel gesto, ha detto Graziani, rappresentava la serietà e la dedizione di Ferrini per la squadra. Anche il ruolo del tecnico Gigi Radice è emerso come fondamentale in quel periodo, capace di motivare e unire un gruppo che sembrava destinato a fare la storia.
Il derby contro la juventus: più di una partita, uno scontro di identità
Uno dei momenti più sentiti dell’intervista riguarda il derby della città, Torino contro Juventus, descritto da Graziani come uno scontro che andava oltre il calcio. La partita era vissuta come un confronto tra due mondi opposti: da una parte il Torino, esempio di classe operaia, dall’altra la Juventus, simbolo di potere e ricchezza. Questa differenza alimentava una carica particolare nel gruppo granata, che si preparava con un’intensità diversa rispetto ad altre sfide. Secondo Graziani, quella tensione alimentava il cosiddetto «vecchio cuore Toro», una forza proveniente dal mito del Grande Torino, che dava ai giocatori la spinta per competere contro una squadra più forte sulla carta. Il derby era una vera battaglia da vivere con orgoglio, un momento di appartenenza che coinvolgeva non solo i calciatori, ma tutta la tifoseria.
Le emozioni di una carriera tra nazionale e ricordi indelebili
Graziani ha ripercorso i momenti più intensi della sua carriera, legati ai trionfi con il Torino e alle esperienze in nazionale. Tra questi, la sfida allo scudetto, il gol segnato all’Ascoli considerato tra i più belli con la maglia granata. La nazionale italiana ha offerto altri ricordi forti, dall’amarezza della finale di Coppa Uefa persa contro il Liverpool a Roma fino al trionfo mondiale dell’82 in Spagna. La partita contro il Brasile è divenuta leggenda, così come il viaggio di ritorno a bordo dell’aereo presidenziale con Sandro Pertini, quando una semplice partita a carte si trasformò in un episodio storico per quel gruppo. Questi aneddoti restituiscono un’immagine sincera e viva di un giocatore legato a doppio filo con il calcio e la sua epoca.
Il calcio oggi raccontato da graziani: un mondo cambiato senza rimpianti
In chiusura, Graziani ha offerto il suo pensiero sul calcio contemporaneo, senza rimpianti o nostalgia ma con lucidità. Ha paragonato i protagonisti di ieri come Franco Causio ai giocatori di oggi, citando Di Lorenzo come esempio. Il calcio moderno, secondo lui, ha perso alcune caratteristiche uniche del passato, come l’ala tornante, che era sinonimo di fantasia e imprevedibilità. Questo ruolo non trova più spazio nel gioco attuale, ormai basato su ritmi più veloci ma meno articolati dal punto di vista tecnico. Graziani ha offerto così un racconto che guarda al passato con rispetto e al presente con attenzione, senza idealizzare ma riconoscendo i cambiamenti che hanno segnato il mondo del pallone negli ultimi decenni.