Leonardo Pavoletti, attaccante del Cagliari, arriva a novembre con i suoi 37 anni ormai da veterano della Serie A. Il bomber livornese si racconta nel ritiro a Ponte di Legno, tra riflessioni sul proprio corpo e sull’immediato futuro dentro e fuori dal campo. Le incertezze sul proseguimento della carriera non cancellano però la voglia di giocare da protagonista e di dare il massimo per la squadra, sognando anche di lasciare il segno con almeno un gol nella stagione in corso.
La condizione fisica di Pavoletti dopo l’intervento al ginocchio
Pavoletti parla senza nascondere qualche difficoltà, ma con un cauto ottimismo. Il ginocchio, reduce da un intervento di pulizia eseguito a fine stagione passata, continua a dare qualche segno di fastidio. Il giocatore spiega che sta facendo tutto il possibile per tornare al top e per contribuire alla squadra. Pur non essendo sicuro se questa sarà la sua ultima annata da calciatore, sottolinea che voglia provare a vivere il campionato con la giusta intensità, mettendo in conto qualche limite dovuto all’età e agli acciacchi.
La pulizia al ginocchio ha certamente risolto parte dei problemi, anche se il lavoro per tornare in forma completa non è ancora concluso. Questa realtà impone scelte e accortezze per non compromettere ulteriormente la mobilità della gamba. Pavoletti si mostra consapevole che la tenuta fisica sarà il vero metro per decidere se continuare o chiudere col calcio giocato. La volontà di giocare e segnare almeno un gol sembra uno stimolo concreto a superare il momento delicato.
Il rapporto con Fabio Pisacane e la guida tecnica del Cagliari
Il confronto tra Pavoletti e il nuovo allenatore Fabio Pisacane provoca emozioni particolari, dato che il giocatore è solo di qualche anno più grande. Dal punto di vista anagrafico si tratta di un salto generazionale ridotto, ma nel passaggio da calciatore a tecnico per Pisacane la situazione muta radicalmente. Pavoletti riconosce con chiarezza il valore dell’allenatore, appoggiandolo senza riserve.
Nel ritiro di Ponte di Legno il rapporto con Pisacane prende forma attraverso dialoghi e confronto. Questo clima di fiducia aiuta la squadra a recepire le direttive tecniche e a migliorare sul campo. Pavoletti sottolinea che la presenza di un allenatore che trasmette idee precise e determina entusiasmo è decisiva per ottenere la giusta motivazione nel gruppo. Il percorso che ha portato Pisacane alla guida della prima squadra è visto come una dimostrazione di capacità sulle quali si costruisce l’intera stagione.
Il valore dell’esperienza nel gruppo squadra
L’esperienza di Pavoletti, accumulata in anni di corsa e gol, si traduce in un ruolo di riferimento nei confronti dei compagni più giovani. Il Cagliari ha provato a costruire un gruppo basato su regole condivise e su valori chiari da tramandare. Pavoletti e alcuni giocatori con lunghe presenze in Sardegna cercano di essere esempi per i giovani arrivati, accompagnandoli nel percorso di crescita sportiva e personale.
Lo sprone di capire cosa vuol dire essere del Cagliari diventa un fil rouge importante per mantenere un’identità collettiva solida nonostante i cambiamenti. I calciatori più giovani, osservando gli sforzi degli elementi esperti come Pavoletti e Deiola, apprendono quali atteggiamenti servono per stare nel gruppo e competere ad alto livello. L’attaccante livornese interpreta così il suo ruolo dentro e fuori dal campo, con responsabilità e dedizione.
Le promesse giovani e i segnali nel ritiro del Cagliari
Pavoletti individua tra i giovani una promessa da seguire con attenzione: Nicolas Piccoli. L’attaccante sta mostrando segnali incoraggianti e sembra preparato per prendersi uno spazio da protagonista. Il veterano lo consiglia di restare, consolidando la crescita con una stagione all’insegna della continuità. Il primo anno è stato di apprendimento, ora il salto verso la conferma potrebbe trasformarsi in un punto di svolta positivo per Piccoli.
Per quanto riguarda Andrea Borrelli, Pavoletti evidenzia il potenziale fisico del giocatore, che mostra impegno durante il ritiro e approccio serio al lavoro. Gli sforzi iniziali sono faticosi, specialmente per chi deve adattarsi al ritmo intenso imposto dal gruppo di veterani. Il recupero della forma e il raggiungimento della sua migliore condizione sono prevedibili con il tempo e il lavoro promesso. La convivenza tra esperienza e gioventù nel Cagliari si conferma così cruciale per il presente e il futuro della squadra.
Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Rosanna Ricci