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La thailandia punta ad ospitare il primo gran premio di formula 1 a bangkok nel 2028

La Thailandia punta a ospitare un Gran Premio di Formula 1 nel 2028, con Bangkok come sede preferita, per promuovere turismo e economia attraverso eventi sportivi di alto profilo.

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La Thailandia punta a ospitare un Gran Premio di Formula 1 a Bangkok nel 2028, con il pieno supporto politico e un progetto che mira a rilanciare turismo ed economia attraverso questo evento internazionale. - Unita.tv

La thailandia ha deciso di spingere sul progetto di portare un grande premio di formula 1 sul proprio territorio, fissando come obiettivo la stagione 2028. L’ipotesi prende forma concretamente dopo la visita recente del primo ministro al circuito di monaco e le successive dichiarazioni ufficiali di un portavoce governativo. Nei prossimi giorni sarà presentato un documento con l’offerta e uno studio dettagliato che analizzerà la fattibilità dell’evento, a cui seguirà la decisione del governo thailandese.

I piani del governo thailandese per il gran premio di formula 1

Il deputato jirayu houngsub ha reso noto che entro la prossima settimana il governo riceverà una proposta formale che include un’offerta economica e uno studio tecnico sull’organizzazione del gran premio. Questa iniziativa rappresenta il primo passo ufficiale per concretizzare il progetto, che da mesi viene discusso e promosso dalle autorità thailandesi. La decisione di avanzare con un calendario chiaro, fissando la gara per il 2028, segna un cambio di passo rispetto agli anni precedenti in cui il paese si limitava a osservare le evoluzioni del mondiale di formula 1.

Bangkok come sede preferita

Bangkok, in particolare, è individuata come sede preferita per la nuova corsa, con l’intenzione di utilizzare un circuito cittadino sulle strade della capitale. Questa scelta rientra in una strategia più ampia delle autorità locali, che puntano a combinare l’evento sportivo con un forte richiamo turistico e mediatico per la città. La presentazione al governo di un progetto dettagliato sull’organizzazione è fondamentale per ottenere il via libera, dato che i costi e le infrastrutture necessitano di un impegno economico importante e di un preciso piano di lavoro.

Il contesto della formula 1 in sud-est asiatico e la posizione della thailandia

Da anni il sud-est asiatico cerca un posto nel mondiale di formula 1 distribuito tra nuovi circuiti e tappe consolidate. Ad oggi l’unica gara presente nella regione è quella di singapore, mentre altri paesi hanno avuto esperienze altalenanti. La malesia, per esempio, è uscita dal calendario nel 2017, mentre il vietnam ha dovuto rinunciare dopo il 2020 a causa della pandemia. La thailandia, pur avendo già una significativa presenza nel motorsport con il gran premio di motogp a buriram, non aveva mai ufficializzato un interesse così concreto per la formula 1.

Il quadro cambia proprio nel momento in cui la formula 1 rivede il calendario, con un ampliamento delle gare e un occhio attento a nuove piazze che possano attrarre pubblico e sponsor. Per la thailandia la possibilità di entrare a far parte del circuito mondiale non è solo una questione sportiva, ma anche economica e culturale. La posizione geografica della capitale, la sua capacità di accogliere turisti e investimenti, insieme alla passione crescente per gli sport motoristici, offrono un contesto favorevole per ospitare l’evento.

L’impegno politico del primo ministro paetongtarn shinawatra

Il primo ministro paetongtarn shinawatra ha manifestato apertamente il proprio sostegno alla candidatura thailandese. Venerdì scorso, a margine del gran premio di monaco, ha incontrato stefano domenicali, amministratore delegato della formula 1, per discutere del progetto. Sui social, lo stesso premier ha definito questo incontro “un grande passo avanti” per il paese. Questa presa di posizione conferma la volontà della thailandia di investire risorse significative per assicurarsi la gara.

Segnale politico forte

Il coinvolgimento diretto del primo ministro rappresenta un segnale politico forte, che punta a rafforzare le relazioni con la formula 1 e a concretizzare la presenza della thailandia nella scena internazionale. La candidatura frequentato anche un periodo di preparazione con incontri e consultazioni per adattare le strutture cittadine alle esigenze di un gran premio di formula 1, oltre ad assicurare la sicurezza e una logistica efficace per tifosi, piloti e tecnici.

Le ricadute per il turismo e l’economia thailandese

La thailandia ha nelle visite turistiche una colonna portante dell’economia. L’anno scorso il paese ha accolto più di 35 milioni di turisti, un numero tornato a crescere dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia. Accogliere una gara di formula 1 potrebbe portare un flusso costante e massiccio di visitatori internazionali, attratti dall’evento e da quanto Bangkok ha da offrire in termini di cultura, ospitalità e divertimento.

Le autorità thailandesi vedono nella formula 1 uno strumento per promuovere il paese oltre ai tradizionali circuiti turistici, attirando un pubblico dal profilo internazionale e di alto livello di spesa. L’evento può portare benefici alle strutture ricettive, ai trasporti locali e all’indotto commerciale, aumentando la visibilità globale. Con una gara fissata per il 2028, le istituzioni possono pianificare interventi mirati a migliorare l’accessibilità e l’accoglienza della città.

Rilancio e diversificazione turistica

Il progetto va a inserirsi in un percorso di rilancio e diversificazione dell’offerta turistica thailandese, con particolare attenzione agli sport motoristici dopo il successo della motogp a buriram. Una presenza stabile in formula 1 potrebbe incidere positivamente sulla reputazione internazionale e sulla capacità di attrarre ulteriori investimenti nel turismo sportivo e nelle infrastrutture.

In definitiva, la thailandia avanza con decisione per attivare la sua prima gara di formula 1, consolidando un percorso che coinvolge politica, economia e cultura sportiva, con uno sguardo rivolto al futuro e alle opportunità offerte dalla scena globale dell’automobilismo.